mercoledì 30 settembre 2009

Buongiorno FOGGIA -mercoledì 30 settembre 2009

Foggia T min T max Vento Prob. Precipitazione [%]
Mercoledi' 30 nubi sparse 16 28 E 2 km/h

20%
Giovedi' 1 poco nuvoloso 17 27 WSW 7 km/h

10%
Venerdi' 2 temporale 19 24 SSW 4 km/h
70%



Un evento da non perdere



"Leggere la fatica di leggere" -III edizione -dal 2 al 4 ottobre.


Associazione culturale Mosaico: Arte, Cinema, Fotografia, Letteratura, Musica


www.mosaicocultura.it


Per la terza volta il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nell'ambito della sua campagna "Ottobre piovono libri", ha scelto di sostenere e promuovere la nostra rassegna "Leggere la fatica di leggere".
Il progetto è nato nel 2006 a Cerignola: terra di Nicola Zingarelli, autore del Vocabolario della lingua italiana, e terra di Giuseppe Di Vittorio che con un vocabolario cominciò la sua battaglia contro le ingiustizie e lo sfruttamento dei braccianti agricoli.
Nelle due prime edizioni, nel 2006 e nel 2007, la musica è stata filo conduttore del progetto, interpretando e sostenendo argomenti quali l'emigrazione, i canti sociali e politici, la storia e l'epopea del movimento bracciantile con Giuseppe Di Vittorio.
Ogni territorio, ogni comunità ha una sua storia e una sua identità che nella musica spesso si raccontano e rappresentano. “Leggere la fatica di leggere“ compie un viaggio geografico e un viaggio nei generi - dalla musica popolare del Gargano attraverso la Murgia fino al Salento; nelle modalità di rappresentazione - presentazioni di libri, reading musicali, proiezioni, concerti; nelle differenti culture del cibo e dei prodotti genuini. Uno spazio particolare è sempre riservato a agli autori esordienti con letture e presentazione di inediti letterari.


Gli Incontri della Terza Edizione 2009 (VAI AL PROGRAMMA) sono tutti ospitati nello storico complesso dell’Azienda Santo Stefano (1870) dei Conti Pavoncelli, a circa 3 km da Cerignola. Il pubblico potrà – prima dell’inizio degli eventi - visitare i gazebo allestiti nel grande piazzale antistante l’azienda, con offerte librarie, mostre fotografiche, punti di degustazione. Sono previste inoltre visite guidate all’antico frantoio, alle ottocentesche cantine e ai modernissimi impianti dove si trasformano e confezionano le olive giganti della varietà “Bella di Cerignola”, che da qui vengono esportate in tutto il mondo.


Evento realizzato in collaborazione con
Centro per il Libro e la Lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
con il sostegno del
Consorzio di Tutela Oliva da Mensa D.o.p. La Bella della Daunia cultivar Bella di Cerignola
.
con il patrocinio del Comune di Cerignola.

Si ringraziano: Archivio Sonoro della Puglia, Edizioni Ediesse, Claudio Grenzi Editore, Editori Laterza, Seminal Film.

Un ringraziamento particolare va alla famiglia Pavoncelli che ha aderito alla proposta con entusiasmo e grande ospitalità e al dott. Giuseppe Dibisceglia.


Organizzazione, ufficio stampa, web: Associazione Culturale Mosaico, Foggia
Progetto, direzione artistica e coordinamento: Giovanni Rinaldi


mercoledì 23 settembre 2009

Buongiorno FOGGIA -Mercoledì 23 sett 2009

Foggia T min T max Vento Prob. Precipitazione [%]
Mercoledi' 23 poco nuvoloso 16 26 ENE 14 km/h

10%
Giovedi' 24 poco nuvoloso 16 26 ENE 13 km/h

10%


Commenti


LA CAPITANATA PENALIZZATA DALLA POLITICA E


DALLA CLASSE DIRIGENTE LOCALE.



Capitanata condannata. La Politica che vergogna. Politici svegliatevi.

Sono i titoli, alcuni strillati in prima pagina, di recenti servizi giornalistici del “Quotidiano di Foggia”. Con essi vengono messi sotto accusa i dirigenti ed i politici locali, perché ritenuti incapaci di risolvere gli interessi strategici per lo sviluppo economico della nostra Provincia. In particolare il quotidiano si riferisce al mancato insediamento, qui a Foggia, della sede nazionale dell'Authority per la sicurezza alimentare. Poi si riaggancia all'esternazione (la più recente) del governatore pugliese Nichi Vendola, che ha detto chiaro e tondo che "la strategia della Regione Puglia è quella di puntare sull'Aeroporto di Bari e non sul Gino Lisa". In verità la lista degli interessi di Capitanata inconclusi per via politica, alla quale andrebbe aggiunta la rassegna degli scippi consentiti in danno della stessa Capitanata, è ben lunga. Insomma è una serie d’insuccessi legati a battaglie (politiche) che la classe dirigente e politica di Capitanata, in epoche diverse, non fu in grado di sostenere presso le sedi competenti per decisione, così che la nostra Provincia sì è vista persino depauperata di risorse di lavoro ed economiche già esistenti. La "leggerezza" ( leggasi inconsistenza, incapacità ) della classe politica foggiana – è scritto sul quotidiano - è certificata dalla storia stessa dell'istituzione regionale. In ormai quasi quarant'anni di governo regionale, mai un esponente politico della provincia di Foggia è riuscito ad essere eletto al vertice della giunta. Ed anche la presenza di dauni alla vicepresidenza appartiene ad un passato che sta diventando sempre più remoto. Il nodo è questo. L'inveterato "baricentrismo" del governo regionale pugliese, la leggerezza della classe politica foggiana (diversamente da quella salentina, che ha ingaggiato un bel duello con i baresi) hanno sempre più trasformato la Regione da madre in matrigna. Eppure i nostri politici avrebbero avuto ed avrebbero ancor oggi ragioni sostanziose da gettare sul piatto della bilancia, se ne avessero la voglia ed il coraggio. La Puglia dipende fortemente dalla provincia di Foggia per almeno due aspetti: quello idrico (senza l'acqua di Occhito l'acquedotto pugliese chiuderebbe per fallimento) e quello energetico (dal metano degli anni Sessanta, che fu fatto partire per Taranto, all'energia prodotta dai parchi eolici degli ultimi anni). Se la Capitanata chiudesse i rubinetti e gli elettrodotti, sarebbe un bel guaio per il resto della Puglia. Da questi propositi reazionari nasce la provocazione successiva, paventata al governo regionale come reazione del popolo della Daunia contro la posizione di assoluta dipendenza in cui esso è tenuto a causa della prevalenza degli interessi del capoluogo Bari. Alla provincia di Foggia "conviene" stare con la Puglia? Questo è l’interrogativo che ripropone “il quotidiano di Foggia”. Non sarebbe più utile dire addio alla Puglia e migrare verso altri orizzonti geografici ed istituzionali? E si è subito rispolverata una vecchia idea: la Moldaunia, vale a dire un vecchio progetto di autonomia della Daunia, da realizzarsi con l’aggregazione della Provincia di Foggia alla Regione Molise. Ciò in considerazione del fatto che quest'ultima, essendo la regione più piccola d’Italia a statuto ordinario, sicuramente non sarebbe in grado di sopravvivere alle difficoltà finanziarie derivanti dal nuovo ordinamento federalista regionale, senza un’integrazione del suo territorio e della corrispondente popolazione con altri territori limitrofi.

Il progetto Moldaunia è legato ad un cultore di storia, Gennaro Amodeo, molisano di Venafro. Chi volesse saperne di più può consultare il sito web www.moldaunia.it

Quindi, una Regione che metta assieme Capitanata e Molise, sembra a quelli del 'quotidiano’ “la soluzione migliore (oramai anche politicamente!) per un rilancio". Un rilancio di Foggia, riteniamo. Ma dell’economia foggiana o di quella politica malridotta di cui si discuteva? Perché se pensiamo al quadro delle persone politiche e dei dirigenti foggiani di quest’ultimo decennio, non è certo facendogli cambiare aria e portandoli in Molise che miglioreremmo il loro rendimento in favore della popolazione dauna. Serve invece che il nostro popolo, prenda esempio da quello barese e si svegli, specie nel periodo delle elezioni, per farsi rappresentare al Governo regionale da persone autorevoli, anche poco pavide, certo amanti del popolo che rappresentano ed orgogliosi dell’incarico politico loro affidato. Quanto al ‘successo impetuoso' (o impietoso) che avrebbe fatto registrare il provocatorio sondaggio sull’opportunità o meno per la provincia di Foggia di restare in Puglia, ci rallegriamo per le copie in più che avrà venduto “il quotidiano di Foggia”. Quanto alle tante risposte ed ai tanti commenti seguiti al ‘sondaggio’ e giunti in quella Redazione, bene, prima che essi assurgano a testimonianza di come l'argomento ( quello dell’integrazione con i molisani o quello del rinnovamento dei nostri rappresentanti politici? ) sia parecchio sentito dai lettori e dai cittadini, ci chiederemmo a chi è indirizzata la provocazione costruita ( ad arte e ragione? ): a quel popolo di dauni che è campione di tante trascuratezze, tra cui anche quella di leggere poco e male l’informazione, oppure quella di lamentarsi subito e bene senza farsi pentimento della propria leggerezza. Meditate gente... meditate. gma

martedì 22 settembre 2009

Buongiorno FOGGIA -Martedì 22 settembre 2009

Foggia T min T max Vento Prob. Precipitazione [%]
Martedi' 22 pioggia e schiarite 17 25 ENE 11 km/h
70%
Mercoledi' 23 nubi sparse 16 26 ENE 13 km/h

20%



Pensieri.

Una fiaccolata contro il degrado urbano.


E’ successo a Casamassima (Bari) il 21 settembre scorso –Oltre mille persone hanno sfilato per le vie della città per protestare contro il degrado urbano. La fiaccolata è nata dopo che su Facebook tanti cittadini hanno cominciato a discutere ed a lamentarsi delle condizioni di sporcizia in cui da tempo versava la loro cittadina, nonostante i ripetuti appelli rivolti alla pubblica amministrazione. In breve tempo da questo contenitore è venuta fuori l’idea di scendere in piazza, sfilare in fiaccolata, per manifestare contro l’inerzia del Comune. Oltre mille persone ieri hanno sfilato per le vie di Casamassima con l’obiettivo di sensibilizzare l’amministrazione comunale, le forze d’opposizione e i cittadini a rispettare il territorio. «Le questioni ambientali – hanno affermato i promotori – devono essere in cima alle priorità. Alle nuove generazioni va consegnato un paese vivibile che offre servizi adeguati. Perciò anche i cittadini hanno il compito di controllare l’operato di chi amministra la cosa pubblica».
Perché un’iniziativa simile non accade a Foggia? Eppure i cittadini foggiani si trovano a vivere la stessa situazione di degrado: strade sconnesse e sporche; aiuole col verde inaridito e pure, manco a dirlo, sporche; autisti che non rispettano la segnaletica e sono un pericolo per i pedoni; mercati rionali senza controllo della polizia municipale dove si vendono pane, altri alimenti, senza il rispetto d’una comune igiene. Che dire? Forse la Città di Foggia è più grande di Casamassima. Da noi la munnezza passa inosservata. I cittadini sono tanti di più e non tutti la vedono. Anzi, forse, la loro mentalità è meno paesana, per pensare di sfilare in fiaccolata lungo le strade del centro per protesta. Perciò è improbabile che quanto è accaduto ieri a Casamassima succeda a Foggia. Eppure quel senso civico che trova spazio e si ritrova su Facebook è segno di modernità, oltre che della volontà d’avviare una discussione su un problema cittadino, per poi tentare di risolverla democraticamente o comunque in gruppo. Qui a Foggia è evidente come in pochi navigano su internet e quei pochi che frequentano Facebook lo fanno per passare il tempo. Invece proliferano associazioni d’ogni tipo, per ogni categoria di persone. Ognuna impegnata, coi suoi direttivi, a preparare il prossimo convegno d’autocelebrazione. Comunque, riconosciamolo, noi foggiani siamo bravi a ricalcare le orme, anche quelle di tradizioni gusti e sapori altrui. C’è da sperare che, a breve, una piccola ‘fiaccolata’ per dare una mossa ai nostri amministratori, la vedremo anche nella nostra Città. gma
Dimensione carattere

PADRE PIO. LA SALMA NON TRASLOCA NELLA MEGACHIESA.

Le spoglie del santo di Pietrelcina nel vecchio santuario

Non verrà spostato, almeno per il momento, il corpo di Padre Pio: rimarrà nella cripta del Santuario di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo. Ne dà notizia, nell’edizione odierna, il quotidiano «La Stampa».
La teca che custodisce il corpo del santo, però, verrà oscurata da pannelli realizzati dal maestro georgiano Goudji, lo stesso che ha realizzato il reliquiario: la sera del 23 settembre, infatti, si conclude l’ostensione cominciata il 24 aprile 2008. Una data non casuale: il 23 settembre è il giorno in cui, nel 1968, morì, a 81 anni, Padre Pio, divenuto ormai una delle figure più amate e popolari della Chiesa cattolica contemporanea.
«Fermo restando che la nuova Chiesa è stata costruita per contenere il corpo di San Pio – precisa il portavoce dei Cappuccini, frate Antonio Belpiede – non è stata ancora fissata la data il cui avverrà il trasferimento». La nuova chiesa alla quale fa riferimento Belpiede è quella realizzata dall’architetto Renzo Piano e dedicata al Santo, la cui cripta è stata benedetta da Papa Benedetto XVI durante la sua visita pastorale a San Giovanni Rotondo, il 21 giugno scorso, e che tante polemiche ha provocato durante l’estate in merito allo sfarzo ritenuto eccessivo da alcuni fedeli e blog cattolici.
Oggi, intanto, si terrà nel Tribunale di Foggia un’udienza nella quale si discuterà dell’istanza di un pronipote di Padre Pio e dell’associazione pro Padre Pio che il trasferimento del corpo lo vogliono impedire"

Ecco l'ambiente in cui i frati vogliono riporre le ossa del santo.
I blog cattolici: tradito lo spirito francescano.






Ecco la cripta della nuova chiesa di San Pio da Pietrelcina, a San Giovanni Rotondo. Ecco lo stanzone realizzato interamente in oro massiccio dove i monaci vogliono riporre le ossa del frate dei miracoli.
Una cripta inaugurata dal Papa durante la recente visita e che conta sui meravigliosi affreschi realizzati da padre Marko Rupnik, uno dei più grandi esperti di arte sacra. L'opera è praticamente pronta e presto la salma di padre Pio dovrebbe venire trasferita. I fedeli potranno così sfilare davanti al sarcofago e toccarlo; davanti verrà allestito l'altare, l'ambone e un leggio.
Un'opera mastodontica, realizzata con l'oro regalato dai fedeli di tutto il mondo in 20 anni di pellegrinaggi, e che però non manca di suscitare polemiche. Su alcuni siti cattolici, tra cui www.cattoliciromani.com, sono diversi i fedeli che lamentano il «tradimento» dei valori che impersonava il santo. «Tutto questo lo trovo lontano anni luce dalla spiritualità francescana e dal modo di vivere ed essere di Padre Pio», scrive un utente. E ancora: «Credo che questa luce sia un bell'esempio di arte e passerà alla storia ma sicuramente San Francesco e San Pio non avrebbero mai voluto, anche perché la loro vita è stata ben lontana (anni luce) da questi mosaici».
Polemiche a parte, restano i numeri della struttura. Sulla rampa che conduce alla cripta ci sono 36 nicchie che rappresentano alla sinistra la vita di san Francesco e a destra quella di San Pio da Pietrelcina. Al termine del percorso della rampa, il pellegrino arriva alla soglia della chiesa inferiore accolto dalle immagini che testimoniano la vita di Cristo. Sono 16, scelte come fondamento della vita di Francesco e di Pio. I mosaici ricoprono una superficie complessiva (tra rampa e chiesa inferiore) di circa 2mila metri quadrati. Complessivamente sono state realizzate 54 scene e utilizzate milioni di tessere.

San Giovanni Rotondo, Amii Stewart canterà per Padre Pio

Mercoledì 23 settembre, ultimo giorno dell'esposizione del corpo del santo

Amii Stewart ha presentato nel Municipio di Olbia il suo nuovo lavoro "made in Gallura". Il brano originale, intitolato "Con te", sarà interpretato dalla cantante americana il prossimo 23 settembre, ultimo giorno dell'esposizione del corpo di Padre Pio, a San Giovanni Rotondo sul sagrato della chiesa disegnata da Renzo Piano.


lunedì 21 settembre 2009

BUONGIORNO FOGGIA, Lunedì 21 settembre 2009

Foggia T min T max Vento Prob. Precipitazione [%]
Lunedi' 21 temporale 19 22 E 8 km/h
90%
Martedi' 22 pioggia e schiarite


18
24 ENE 9 km/h
70%
Mercoledi' 23 nubi sparse 17 25 ENE 12 km/h

20%


Pensieri

Le aree di potere che tartassano i cittadini.
Si mascherano dietro sigle e acronimi. Inventano servizi in favore del cittadino. Invece si fanno potere e business, col denaro del pubblico.

Dalle associazioni di categoria a quelle culturali senza profitto; dalle Camere di Commercio agli ordini professionali; dai centri di assistenza sociale ai volontariati. E’ un lungo elenco di sigle, acronimi, dietro i quali si nascondono centri di potere: sono tutti finanziati col denaro del pubblico, nondimeno sono dotati di costituzioni autonome; tutti hanno organismi democratici e però spesso le elezioni dei loro direttivi sono addirittura estranee e sconosciute ai loro iscritti. Ai loro vertici vengono messi persone che vantano importanti appartenenze politiche, più che titoli professionali o di merito a causa delle esperienze praticate o dei master formativi che hanno conseguito. Tutti comunque percepiscono, per le nomine, cifre da capogiro, spropositate, se le rapportiamo con quelle che i loro iscritti si guadagnano col duro lavoro giornaliero. Cifre sconsiderate soprattutto se vengono pagate col danaro degli associati. Legalmente, sia ben chiaro. Perché è tutto istituito per legge: dalle sigle agli organi degli uffici, dalla dirigenza all’ultimo dipendente, dalle elezioni del presidente all’assunzione (tante, troppe) del più insignificante impiegato. Tuttavia, direbbe qualcuno, ci sono tutti i servizi che, riconosciuti dalla legge, essi rendono al pubblico in favore del quale essi furono costituiti e per il quale operano. Quante volte dovremo paragonare lo stato economico medio di uno qualsiasi dei dipendenti di questi enti, con quello dei loro iscritti? Per renderci conto che a vivere meglio, ad essere meglio retribuito non è certo l’iscritto? Ma non è solo questione di retribuzione, pur rimanendo della convinzione che dovrebbe essere calata ad un livello vicino a quello del medio impiego statale. Il fatto è che questi centri sono ramificazioni dei partiti politici, per la gestione di corpose liste di categorie, come quella dei commercianti, degli imprenditori, degli artigiani e chi più ne sa ne aggiunga. I quali associati, sono tenuti pure al pagamento di quote associative feudali, annue, che vanno a cumularsi con i già cospicui fondi che lo Stato assegna a queste corporazioni, fondi che, diciamolo, provengono sempre dalle tasche dei cittadini.
Grazie alla recente legge sulla trasparenza, possiamo riportare di seguito i trattamenti economici che percepiscono i dirigenti responsabili (responsabili di che? E quando essi sono perseguibili?) della C.C.I.A.A., vale a dire ‘Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura’ di Foggia:

CAMERA DI COMMERCIO ECC. ECC. DI FOGGIA
RETRIBUZIONE ANNUA LORDA RISULTANTE DAL CONTRATTO INDIVIDUALE

Responsabile - SEGRETARIO GENERALE

stipendio tabellare € 45.414,85
posizione parte fissa € 151.987,40
posizione parte variabile € 0,00
retribuzione di risultato € 104.220,50
altro € 0,00
TOTALE ANNUO LORDO € 301.662,75

Responsabile - SERVIZI ANAGRAFICI E CERTIFICATIVI E DI REGOLAZIONE DEL MERCATO

stipendio tabellare € 43.193,15
posizione parte fissa € 36.735,53
posizione parte variabile € 0,00
retribuzione di risultato € 32.592,59
altro € 0,00
TOTALE ANNUO LORDO € 103.521,27

Responsabile - AREA SERVIZI GENERALI E GESTIONE RISORSE

stipendio tabellare € 43.308,33
posizione parte fissa € 56.497,48
posizione parte variabile € 0,00
retribuzione di risultato € 42.994,12
altro € 0,00
TOTALE ANNUO LORDO € 142.799,93

Altro che la crisi economica che sta travagliando le attività degli imprenditori foggiani. Anche perché non crediamo che questi signori vengano strapagati in quanto hanno una mente così illuminata da saper risolvere i gravi problemi dei loro contribuenti o, quanto meno, siano in grado di fornire almeno la giusta lettura dei dati statistici ‘copia ed incolla’ che l’ente da loro diretto produce in soverchia abbondanza e fuori tempo. gma

giovedì 17 settembre 2009

BUONGIORNO FOGGIA, giovedì 17 settembre 2009

Foggia T min T max Vento Prob. Precipitazione [%]
Giovedi' 17 pioggia e schiarite 18 27 W 12 km/h
60%
Venerdi' 18 sereno 19 27 NW 10 km/h

5%
Sabato 19 sereno 17 29 NW 12 km/h

5%
Domenica 20 pioggia e schiarite 18 25 NW 12 km/h
70%


Notizie.

Foggia, si rischia una nuova emergenza rifiuti.

“La situazione, di per sé già grave, potrebbe peggiorare a breve”. Non usa mezzi termini il presidente di Amica, Elio Amila, in riferimento alla grave crisi finanziaria dell’ex azienda municipalizzata. I lavoratori addetti al servizio di nettezza urbana della città capoluogo, infatti, non hanno ancora percepito gli stipendi del mese di agosto, ma la mancanza di liquidità, inoltre, non permette ai compattatori (ormai obsoleti e non più adatti, ndr) di poter ottenere i pezzi di ricambio necessari per pulire la città. Ad oggi, su una disponibilità totale di 40 mezzi, appena due sono in grado di poter raccogliere i rifiuti, con i conseguenti disagi che ne derivano per i cittadini foggiani. Dal Comune di Foggia, azionista unico dell’azienda, fanno sapere di aver erogato la somma dovuta per garantire gli stipendi dei lavoratori, ma ad oggi il mandato bancario non è ancora arrivato. La situazione ha spinto i lavoratori aderenti alle sigle sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl a protestare, ieri mattina, davanti a Palazzo di città in occasione del Consiglio comunale, ma è bene ricordare che l’Amica è creditore nei confronti del Comune di Foggia di circa 14 milioni di euro solo nell’ultimo anno. Tuttavia il cda dell’azienda di corso del Mezzogiorno ha proposto al sindaco Gianni Mongelli un prestito obbligazionario, così come hanno fatto altre aziende più importanti come la Fiat e l’Enel, in considerazione delle prospettive dell’azienda che tra circa un mese potrà attivare l’impianto di biostabilizzazione che produrrà reddito per l’azienda in quanto capace di smaltire ben 500 tonnellate al giorno di rifiuti, in attesa che entri in funzione anche la discarica per rifiuti speciali. L’altra ipotesi è smobilizzare il credito vantato, con il Comune che dovrebbe certificare il debito accumulato nei confronti dell’azienda per poter ottenere un finanziamento da parte di un istituto creditore ad un tasso del 6%, così come prevede il Decreto Legge 185/2009. Con quest’ultima soluzione l’Amica inizierebbe a pagare tra tre anni, per sette anni, avendo però già a disposizione degli utili di sicuro provento, ma soprattutto per pagare le spettanze ai lavoratori ed ai creditori. Dal Comune di Foggia, però, ancora tutto tace, e tra qualche giorno in città si potrebbe ripresentare una nuova emergenza rifiuti a causa del mancato utilizzo delle macchine che hanno bisogno di manutenzione e gasolio. Anche il carburante, infatti, comincia a scarseggiare nell’azienda foggiana, che spesso è costretta ad usare le macchine della raccolta differenziata per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Da il quotidiano di foggia 17 set 2009

Le mani del Molise sulle Tremiti.

La proposta è seria, più seria di quanto non sembri a prima vista. La questione di un possibile passaggio delle Isole Tremiti al Molise torna a riproporsi ciclicamente. Questa volta, però, non si tratta di una boutade e che l'iniziativa potrebbe tradursi in qualcosa di concreto è confermato proprio dal clamore suscitato dall'iniziativa del vicesegretario nazionale di Alleanza di Centro, Alberto Montano, che, il giorno dopo l'approvazione unanime in consiglio comunale dell'odg sull'impegno dell'Amministrazione comunale di Termoli alla permanenza del collegamento via mare tra il porto della cittadina molisana e l'Arcipelago, a rischio soppressione, ha lanciato quella che è stata definita come una proposta di annessione delle Isole Tremiti al Molise. In realtà, non si tratterebbe di annessione, in quanto una Regione non può decidere unilateralmente di impossessarsi di un territorio che non le compete, ma piuttosto di un trasferimento, che potrebbe diventare d'attualità qualora i diretti interessati, i cittadini tremitesi, fossero d'accordo. E’ proprio questa la strada delineata da Montano che, commentando la proposta, ha fatto rilevare come le isole Diomedee siano già di competenza della Capitaneria di porto di Termoli, "e potrebbero entrare a far parte della provincia molisana, visti i rapporti turistici e di trasporto molto stretti con il litorale locale. L'iniziativa - ha precisato il vicesegretario nazionale di Alleanza di Centro - dovrà essere vagliata dal primo cittadino isolano, Giuseppe Calabrese, anche in virtù della riforma sul federalismo in atto da parte del Governo." "La mia è un'idea - ha concluso Montano, consigliere di minoranza del Comune di Termoli che dovrà essere valutata dall'amministrazione interessata e dagli stessi isolani attraverso l'indizione di un referendum popolare con il quale decidere se passare al Molise o restare sotto la giurisdizione pugliese". Non si sono fatte attendere le reazioni da parte pugliese e dauna. Il primo ad intervenire è stato l'assessore provinciale al Turismo, Nicola Vascello, che ha puntualizzato che "le Isole Tremiti sono un patrimonio inestimabile della provincia di Foggia. La loro storia affonda le sue radici in quella della Daunia e della Puglia. La loro appartenenza geografica coincide con un'appartenenza di ordine culturale. Chi pensa di poter avviare una battaglia politica tesa a spostare questa perla del nostro territorio al Molise è completamente fuori strada: le Isole Tremiti non si toccano". A volerla dire tutta, anticamente faceva parte del territorio della Daunia, e successivamente della Capitanata, anche la stessa Termoli. La classe dirigente della provincia di Foggia non fu solerte quando si trattò di stabilire i confini tra le due Regioni, e così Termoli finì al Molise (che ne aveva peraltro assoluta necessità, in quanto rappresentava il suo naturale sbocco sul mare". Vascello va oltre, alzando la posta: "La comunità delle Tremiti, inserita in un sistema turistico che fa registrare qualcosa come 4 milioni di presenze ogni anno, è infatti legata al nostro territorio da un vincolo comunitario che le sortite esilaranti di Montano non possono neppure scalfire. Proprio in virtù di questo convincimento pensiamo sia arrivato il momento di intraprendere un'azione che sottragga le Isole Diomedee alla competenza della Capitaneria di Porto di Termoli, per portarla sotto l'egida di quella di Manfredonia. Un'idea - conclude l'assessore provinciale - che siamo certi sarà ampiamente condivisa dalla popolazione delle Isole Tremiti e dal sindaco Giuseppe Calabrese, al quale ci unisce un'amicizia sincera e verso il quale proviamo stima ed apprezzamento per il lavoro che egli svolge quotidianamente al servizio della sua comunità". Insomma, la palla passa adesso tra le mani del sindaco Calabrese e della comunità tremitese, che dovrà pronunciarsi, qualora prenda corpo l'idea di un referendum. Se la replica di Vascello costituisce un fatto senza dubbio positivo, che mostra una qualche inversione di tendenza nell'attenzione della classe dirigente quando si tratta di maneggiare argomenti scottanti come questi, converrà comunque non abbassare la guardia. Il passaggio di Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli nella sesta provincia pugliese è avvenuto quasi... senza colpo ferire, perché allora la politica restò a braccia conserte, facendosi prendere dagli eventi. Questa volta le cose sono un po' diverse, ma non si deve dimenticare che già in passato si erano profilate iniziative del genere. La maggior parte dei cittadini tremitesi, durante la stagione invernale, risiede infatti a Termoli, e l'esito di un referendum che contrapponesse Puglia e Molise non sarebbe per niente scontato. Più che archiviare l'iniziativa di Montano come una boutade, vanno dunque immediatamente intrapresi gli opportuni contatti con il sindaco Calabrese e con il consiglio comunale del Comune isolano, affinché l'iniziativa si sgonfi sul nascere. Da il quotidiano di foggia 17 set 2009

I commercianti guadagnano, i foggiani si fanno spremere.

I conti non tornano. E non è soltanto perché i dati dell'indagine Altroconsumo sui prezzi nelle maggiori città italiane riservano un'amarissima sorpresa a Bossi ed a quanti altri vagheggiano le gabbie salariali. Allo stato delle cose, agganciare l'andamento salariale al costo della vita favorirebbe i meridionali, e soprattutto i foggiani ed i palermitani, le cui città l'indagine indica come "maglia nera" quanto a possibilità di risparmio. I conti non tornano, perché mentre tutti gli altri indicatori certificano che a Foggia e in provincia di Foggia la crisi economica generale si sta abbattendo in modo parecchio pesante (ricordiamo, per tutti, l'aumento esponenziale delle ipoteche legali, che sono cresciute del 471 per cento nei primi mesi del 2009), i prezzi non si arrestano, ma salgono. Il tutto nel più totale disinteresse della politica. Ci saremmo aspettati di fronte ad un dato così impietoso una levata di scudi da parte di amministratori comunali e provinciali, ed invece niente. Paradossalmente, ma non troppo, i foggiani sono costretti ad ipotecarsi la casa per pagare i debiti; in città ed in provincia circola meno danaro, anche per effetto della drammatica crisi occupazionale, tra licenziamenti e continuo ricorso alla cassa integrazione, che erodono i redditi. I consumi calano, ma i prezzi crescono, alla faccia di ogni regola e di ogni logica di mercato. Perché accade tutto questo? Naturalmente è difficile trovare delle risposte a partire dai dati, nudi e crudi, di Altroconsumo, ma qualche considerazione si può fare lo stesso. L'indagine è condotta essenzialmente sulla base di due parametri: lo scostamento, maggiore o minore, dei prezzi medi praticati in una certa città rispetto alla media nazionale, e la forbice tra i prezzi massimi e minimi che si registrano all'interno della stessa città. Il primo dato si riferisce ai prezzi in quanto tali, il secondo alla concreta possibilità che i consumatori hanno di risparmiare, scegliendo tra un punto vendita e l'altro. Per la spesa annuale, i foggiani sono costretti a sborsare circa 6.800 euro l'anno, mentre la spesa media nazionale delle famiglie � di circa 6.600 euro l'anno. Secondo quanto afferma Altroconsumo "a Foggia e Palermo va la maglia nera visto che sono le città in cui, anche scegliendo il punto vendita più conveniente, non è possibile risparmiare rispetto alla media nazionale". C'è dunque una risposta abbastanza precisa alla domanda che abbiamo posto prima, a Foggia: non soltanto a Foggia i prezzi sono alti, ma anche scegliendo quelli più bassi, restano sempre superiori alla media nazionale. La conclusione non può che essere una: a Foggia il libero mercato non esiste; non c'è quella concorrenza che avvantaggia i consumatori, che restano dunque vittima di un mercato che propende da una parte sola. Per avere una conferma a questa tesi è sufficiente peraltro scorrere la graduatoria dei supermercati presi in esame da Altroconsumo. In ordine di convenienza sono: Esselunga, Panorama, Bennet, Iper e Carrefour. Dei cinque "marchi" più convenienti soltanto uno è presente nel tessuto commerciale foggiano, e, se tanto mi dà tanto, par di capire che in assenza di una robusta concorrenza pratica prezzi ben superiori a quanto sarebbe se ci fosse una grande distribuzione più radicata, nel capoluogo dauno. L'analisi conclusiva di Altroconsumo si addice perfettamente a Foggia: "il gioco virtuoso della concorrenza non funziona davvero in tutte le città. Ci sono capoluoghi di provincia, tra gli oltre 60 che abbiamo visitato, dove il risparmio annuale delle famiglie può essere molto alto (fino a 1.500 euro) scegliendo il supermercato meno caro e abbandonando il più esoso. In altre città però questa differenza è assai più lieve e non supera i 300 euro". Non è del resto un mistero che il settore della grande distribuzione è largamente latitante a Foggia che è tra i capoluoghi pugliesi di provincia quello che presenta la minore superficie di vendita destinata agli ipermercati. Una situazione che dovrebbe essere se non sanata almeno normalizzata con l'apertura del grande centro commerciale nell'ambito della riconversione del vecchio zuccherificio di Borgo Incoronata. Prospettiva che non piace neanche un poco alla Confcommercio foggiana che ha mobilitato i suoi iscritti per protestare contro la concessione dello spazio decisa dal Comune di Foggia. Dell'argomento si è discusso molto anche in campagna elettorale. Il candidato del centrodestra si era apertamente schierato contro il centro commerciale di Incoronata, mentre Mongelli, poi divenuto sindaco, aveva auspicato una soluzione condivisa. Ma bisogna far presto, perché i dati di Altroconsumo dimostrano che a rimetterci sono soltanto i consumatori, costretti a sborsare, per la spesa annuale, assai più che nel resto d'Italia. Da il quotidiano di foggia 17 set 2009

mercoledì 16 settembre 2009

BUONGIORNO FOGGIA, Mercoledì 16 settembre 2009

Foggia T min T max Vento Prob. Precipitazione [%]
Mercoledi' 16 temporale 18 24 ESE 14 km/h
70%
Giovedi' 17 poco nuvoloso 17 28 W 11 km/h

10%
Venerdi' 18 nubi sparse 19 28 ENE 7 km/h

10%



I si dice...

E' normale che accada.

Questo modo di dire è usato frequentemente dai giovani e rischia di venire frainteso. Esso può essere preso come un giudizio sui fatti ai quali si riferisce. Ad esempio, se discutiamo del degrado della vita urbana della nostra Città e qualcuno chiosa: “E’ normale che ciò accada”, è pensabile che così dicendo egli condivida questo stato di cose, anzi, che lo ritenga normale e giusto. Invece i giovani, con queste parole, vogliono esprimere realisticamente che una situazione esiste ed è ormai abituale per la società al punto che si verifica normalmente. Per cui non si tratta neppure di una valutazione, che andrebbe fatta soltanto dopo avere analizzato i contenuti reali dell’evento preso in considerazione, per esprimere quant’esso è utile o dannoso per la comunità urbana. Consideriamo, comunque, che ogni accaduto, è opera del comportamento di chi lo ha prodotto. Un comportamento voluto? Oppure ignaro? Sempre causato dall’uomo. Per cui anche la realtà di una società è sempre il prodotto della sua attività, il risultato della sua capacità di fare. Ciò vale per tutti i primati negativi che la società foggiana ha avuto negli ultimi dieci anni. L’inciviltà che ci contrassegna, è ben visibile, quotidianamente, al punto che tanti cittadini foggiani dicono d’una città insofferente verso ogni regola di vita ordinata. Ciò è opera non solo dei foggiani che commettono gli atti incivili, ma anche di coloro che sopportano lo stato dei fatti degradanti. Così i giovani si dicono tra loro che ciò ‘è normale che accada’, e già, perché in effetti quel che sta accadendo a Foggia, accade normalmente, senza che qualcuno si opponga. Senza che il buon cittadino si sdegni con coloro che sono incivili; senza che egli reclami con fermezza l’intervento delle autorità locali preposte a quel servizio. Ed ecco che il degrado urbano a Foggia è fatto normale. Proprio perché esso, oggi, è elemento costante del nostro vivere. Certamente sono tante e troppe le cose ingiuste ed insopportabili che oggi rendono poco qualitativa la vita che conduciamo nella nostra Città. Certamente noi foggiani dovremmo essere molto rigorosi nell’esigere una radicale inversione di questa tendenza al peggioramento. Soprattutto interessando le autorità che governano la nostra comunità. Fortunatamente, l’attuale sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, vuole dare un volto nuovo alla città, affinché essa diventi una città nuova e civile. Le parole “un volto nuovo per una città nuova” hanno ispirato ed accompagnato la sua competizione elettorale. Forse furono esse a convincere l’elettorato a preferirlo. Ebbene, oggi che la sua attività di governo è iniziata, ricordiamogli che tutti noi cittadini, anche coloro che non lo votarono, siamo al suo fianco, perché la nostra civiltà non vuole dismettersi a causa di una minoranza restia al rispetto delle leggi del buon vivere. Però, gli sia sempre chiaro che noi cittadini vogliamo sentirlo, partecipare ad ogni suo progetto, che miri a rivalorizzare la nostra vita urbana. gma