lunedì 9 luglio 2012

Amica: fallimento di Mongelli - Nota stampa firmata da Bruno Longo e Paolo Agostinacchio

Foggia&Foggia n.429  -news del 06/07/2012 13.27.00

La lunga agonia di Amica spa è ingloriosamente terminata, con una perdita secca, oltre che patrimoniale, anche di idee, di lavoro, di tradizione e cultura del territorio che durava da oltre mezzo secolo.

E´ una realtà riscontrabilissima, che l´Amica negli ultimi tempi, era diventata la 'terra di nessuno', un´entità 'borderline', stando ai dati appresi dalla lettura delle decisioni degli Organi Giudiziari interessati al caso, dove tutto era possibile fare  -  con grande superficialità  -  lontano dai riflettori del Consiglio Comunale e spesso con inaccettabili interpretazioni della norma, dove tra errate e non comprensibili scelte aziendali, tra assunzioni con metodi di gestione opinabili, tra vertiginose spese correnti ed investimenti assurdi e improduttivi, si è consumato, in colpevole assenza di strategia e di controllo di chi di dovere, la fine di una azienda, che ora apre inquietanti risvolti sul futuro occupazionale dei dipendenti e sull’assicurazione di un servizio efficace per l´igiene cittadina.

Il fallimento dell’Amica è l´immagine speculare del fallimento politico - amministrativo del sindaco Mongelli, nonché del centro-sinistra, e delle dubbie e apparentemente confusionarie scelte gestionali e amministrative.

Il sindaco Mongelli deve dare spiegazioni sui motivi che indussero nel gennaio 2010 l´arch. Aimola, all’epoca Presidente dell’Amica, a non consegnare i libri contabili al Tribunale con la richiesta di amministrazione controllata, che poteva essere ottenuta sulla base della debitoria all’epoca esistente, non certamente quella di oggi.

Il sindaco, inoltre, dovrà chiarire alla luce di quanto scritto nelle motivazioni del Tribunale di Foggia e della Corte di Appello di Bari, in relazione al Fallimento Amica, i motivi della richiesta, con notevole ritardo, della procedura per l´ammissione ai benefici della legge fallimentare (Prodi-bis) ed i criteri del piano di risanamento, a base del bilancio aziendale, ritenuti inaccettabili dagli Organi Giudicanti. Il Primo cittadino, tra l´altro, dovrà chiarire le ragioni della opposizione alla sentenza di non fallibilità pronunciata dal Tribunale Fallimentare di Foggia: opposizione che, come è noto, fu accolta ed al seguito oggi l´azienda è definitivamente fallita con ricaduta della debitoria sull’avvenire dei lavoratori, sulla qualità del servizio, sui cittadini tutti.

Deve essere motivata dal Primo cittadino la scelta di nominare responsabili unici, consulenti, di varare consulenze ad hoc, come quella per i rapporti con il Ministero dell’Economia, con un costo di migliaia di euro a carico delle casse comunali.

Alla luce del fallimento su tutta la linea dell’azione del sindaco e del centrosinistra, registriamo dichiarazioni del Primo cittadino sconcertanti, come quella di attuare le direttive del consiglio comunale per un gara, con l´ingresso del 40% di imprenditori privati, quando questo sarebbe dovuto accadere già 14 mesi orsono, quando appunto l´Aula approvò il provvedimento.

C´è da chiedersi a questo punto perché il sindaco ed il partito egemone della coalizione, il PD, abbiano atteso tutto questo tempo per iniziare l´importante ed indispensabile iter?

La Destra, in data odierna  -  anche telegraficamente  -  ha chiesto la convocazione del Consiglio Comunale, per porre e discutere in Aula di questi ed altri inquietanti interrogativi riferibili alla vicenda della ormai, purtroppo, defunta azienda Amica.

Bruno Longo  -  Capo Gruppo La Destra
Paolo Agostinacchio  -  Consigliere Comunale

Foggia&Foggia n.494

L´Amica tra fallimento e inchieste mette la città sempre più in ginocchio

di Christian Danza

Asl, Gema, Amica, Us Foggia, Teatro Giordano, Mediterraneo, Cattedrale, degrado, decoro, prospettive. In una parola fallimento.

      Il fallimento delle speranze e delle ambizioni, della voglia di credere ancora alla politica e a certi dirigenti, l´assuefazione al malaffare e agli interessi individuali, l´incapacità di predisporre strategie lungimiranti, togliere i rami secchi, dotarsi di amministratori, in ogni ambito della società, capaci, coraggiosi, dotati di attributi. Foggia è stanca, Foggia è in ginocchio, si lecca le ferite, conta i disastri e vive, ormai da tempo, all’insegna del salviamo il salvabile.

Anche se ormai sembra davvero troppo tardi.

L´Amica è fallita. Non è una notizia dell’ultima ora, nel senso che il fallimento dell’azienda foggiana dedita alla raccolta dei rifiuti in città era ormai sentenza scritta già da tempo.

In ogni caso, nella vicenda Amica tutto ruota intorno al degrado. Quello urbano, evidente, sotto gli occhi di tutti e subito da tutti. Il degrado morale, che vien fuori giorno dopo giorno dalle inchieste che gravitano sui vertici aziendali.

Dopo che grazie alla Procura erano emerse, inquietanti, le pressioni esercitate dalla mafia all’interno di Amica, oggi un nuovo filone di indagini, che prendono le mosse dall’inchiesta sul fallimento di Daunia Ambiente, riguarda la figura di Michele Simone, 57enne, commercialista e direttore dell’Amica, indagato per bancarotta fraudolenta perché, a detta dell’accusa, Simone avrebbe spinto affinché i vertici di Daunia Ambiente (fallita, sarà bene ricordarlo, nel 2010, la società si occupava della raccolta differenziata) non versassero ai propri dipendenti, un centinaio in tutto, i doverosi contributi Inps ed Inail. Decisione, quella di versare solo il netto degli stipendi, presa da Amica ma avallata dal Cda di Daunia Ambiente, che non ha mai denunciato formalmente la pratica illegale che, sempre secondo l´accusa, era utile a tenere buoni e soprattutto zitti e pacati gli stessi lavoratori, presi per la gola e per la legittima esigenza di mettere il piatto a tavola. Il caso Simone ha preceduto soltanto di poche ore la notizia, ufficiale, del fallimento dell’Amica. Ricorso rigettato in Corte d´Appello e all’orizzonte una nuova e forte crisi dentro e fuori Palazzo di Città.

Il sindaco assicura che sarà fatto di tutto per evitare conseguenze drammatiche, per la città e i lavoratori e in che modo dovrà spiegarlo il prossimo 11 luglio davanti al giudice delegato per il fallimento. Ma allo stato attuale il contratto di servizio per l´esercizio provvisorio fino a fine 2012 non potrebbe essere sottoscritto, poiché l´azienda è in fase di liquidazione e male si sposa con un´azienda comunque in fallimento. Inoltre il corrispettivo annuo è in diminuzione (ci sono i 140mila euro al mese destinati alla ditta Frisoli) e mancano quei 4 milioni in ballo già da qualche mese e che Mongelli aveva garantito grazie all’utilizzo da parte di altri comuni, della discarica.

Inoltre all’interno del contratto di servizio sarebbero indicate voci che, secondo la curatela, sarebbero troppo vaghe e generiche, con il pericolo di creare nuovi equivoci e ulteriori disagi. Per fare un esempio laddove si parla di decoro, questo potrebbe essere inteso anche come cura del verde, o operazioni di pulizia dei muri della città, prestazioni che non rientrano nelle competenze di Amica.

In più grava l´ulteriore termine del 20 luglio prossimo, giorno in cui scade l´ordinanza sindacale che permette all’azienda foggiana di occuparsi della raccolta dei rifiuti.