lunedì 6 luglio 2009

GOOD MORNING FOGGIA -lun 6 luglio 2009

Foggia T min T max Vento Prob. Precipitazione [%]
Lunedi' 6 pioggia e schiarite 20 32 ENE 10 km/h
70%
Martedi' 7 sole e caldo 19 33 NNE 4 km/h

5%


NOTIZIE


COSI’ NON VA... FOGGIA ED I FOGGIANI NON VIVONO UN BUON MOMENTO.

l’ASL HA UN DEFICIT RECORD DI 35 MILIONI DI EURO.

LE CASSE COMUNALI SONO ANCORA UN OGGETTO MISTERIOSO.

LA CRIMINALITA’ INCALZA TUTTI PER CONTINUARE I SUOI AFFARI.

LA SICUREZZA SOCIALE E’ SOTTO ATTACCO.

QUESTO VIVERE E’ CIVILE?

L’assistenza sanitaria erogata ai cittadini di Foggia presenta tanti deficit di servizio, eppure essa costa alla comunità locale una cifra record, appena certificata dalla Corte dei Conti nella cifra di 35 milioni di euro. Il record sta nel fatto che l’Asl di Foggia supera il totale del deficit di spesa di tutte le Asl pugliesi, che insieme totalizzano 27 milioni di euro.

Il Comune di Foggia continua a non pagare con puntualità, neppure i suoi dipendenti. Perciò lungo le vie non centrali della città, s’aggiunge immondizia all’immondizia preesistente. Le finanze della cassa comunale, appena consegnata al sindaco eletto, sono ancora un mistero, anzi, si dice che i suoi numeri sono indecifrabili con una ordinaria lettura.

La sicurezza dei cittadini sta subendo l’assalto della criminalità spicciola.

La criminalità organizzata, quella che s’occupa d’affari consistenti, addirittura arriva a minacciare apertamente la Procura della Repubblica. Perché se è vero che gli affari pubblici sono in stato d’illiquidità fallimentare, evidentemente quelli ai quali essa sta avvinghiata continuano ad emettere ancora tanto di quel danaro, che vale bene il rischio di una pericolosa minaccia: “lasciateci fare, altrimenti...”. Insomma, Foggia, il vivere urbano (non parliamo di qualità della vita), continuano a degradare. Mentre la cittadinanza arretra dentro i confini del silenzio, dentro le mura di casa, dove si sente al sicuro. Fuori, il solito coro di voci, le solite maschere inespressive. Questa città sta morendo. Nonostante le feste offerte, nonostante il moltiplicarsi d'associazioni e di circoli culturali. Qui si tace, qui per prudenza di parte si parla in positivo, cioè del nulla. gma


Le minacce al procuratore capo di Foggia.

«Frena i tuoi scagnozzi. Noi colpiamo dove vogliamo e quando vogliamo». Il tutto accompagnato dal disegno di una bara con una croce sopra e un proiettile calibro 6.35 attaccato con nastro adesivo. E’ la pesantissima lettera di minacce - scritta in stampatello e in dialetto campano - che ignoti hanno depositato nella cassetta della posta dell’abitazione del procuratore capo di Foggia, Vincenzo Russo, che ha assunto la carica nel maggio del 2005. In questi quattro anni di lavoro ha sempre condotto in prima fila, al fianco dei sostituti procuratori, indagini sulla criminalità che hanno portato in carcere centinaia di persone tra spacciatori, estorsori, assassini e colletti bianchi. «Se qualcuno pensa di farmi paura, a me oppure ai miei colleghi, si sbaglia di grosso» commenta il magistrato.

Il procuratore capo è sotto scorta dal marzo 2007 in seguito ad altre minacce e avvertimenti, ed è sottoposto alla cosiddetta «tutela di quarto livello»: un’auto non blindata lo accompagna nei suoi spostamenti e un sottufficiale dei carabinieri lo segue passo passo. Chissà che ora - alla luce delle nuove pesati minacce di morte recapitate a casa del giudice - il comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico non chieda all’ufficio centrale interforze per la sicurezza del ministero dell’Interno di rinforzare il tipo di tutela, a cominciare dall’utilizzo di un’auto blindata.

Sarebbe stato lo stesso procuratore capo a ritrovare lunedì scorso la lettera di minacce, aprendo la cassetta delle lettere nel rincasare nell’appartamento in centro dove vive. E’ scattata immediatamente la segnalazione alle forze dell’ordine, e sul posto sono intervenuti i vertici della Polizia e dei carabinieri per i rilievi: il prefetto è stato ovviamente subito informato. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Lecce, competente a indagare quando vittime di reati sono magistrati del distretto della corte d’appello di Bari. La notizia sulle pesanti minacce ai danni del procuratore capo (originario di Napoli) è trapelata soltanto ieri, cinque giorni dopo l’arrivo della lettera di minacce. Vi si cercheranno impronte digitali o tracce biologiche (saliva) da cui ricavare il dna per confrontarlo con quello di eventuali sospettati.

Quanto successo il 29 giugno scorso al procuratore Russo, segue una serie di avvertimenti ai danni del magistrato che avevano portato alla decisione del ministero dell’Interno di disporre la scorta nel marzo 2007, quando tra l’altro venne alla luce - grazie alle rivelazioni di un pentito - un progetto della criminalità organizzata foggiana per uccidere un pm foggiano che indagava sugli appalti nel mondo della sanità dauna.

Nel corso degli ultimi anni ignoti (non una volta si sono scoperti gi responsabili di questi episodi) hanno cerchiato il nome del procuratore capo Russo sul citofono di casa; hanno preso a sassate l’auto privata del magistrato; gli hanno inviato una lettera anonima che l’ha particolarmente addolorato, visto che si scriveva con crudeltà che avrebbero pensato loro alla tomba del figlio, morto qualche anno fa. Adesso si aggiunge questo nuovo episodio, il più grave. Non soltanto per il proiettile e il tenore delle minacce ma anche perché non si è di fronte ad una lettera spedita per posta: qualcuno è entrato nel portone dello stabile del magistrato ed ha lasciato la missiva nella cassetta delle poste. Considerate le numerose indagini condotte dalla Procura e quelle tutt’ora in corso, impossibile al momento comprendere a cosa si riferisca chi ha scritto: «frena i tuoi scagnozzi».


La solidarietà del Presidente della Provincia Pepe, al procuratore capo Russo.


“L’impegno a favore della legalità non potrà essere scalfito o condizionato da vili atti intimidatori, che non potranno avere altra conseguenza se non quella di rendere ancor più intensa l’attività di ricerca e di repressione di qualunque forma di criminalità presente sul nostro territorio”. Così Antonio Pepe, presidente della Provincia di Foggia, esprime la solidarietà dell’Amministrazione provinciale al Procuratore Capo della Repubblica di Foggia, Vincenzo Russo, ed al suo ufficio, nei giorni scorsi vittime di atti intimidatori.“Al Procuratore Russo ai suoi più stretti collaboratori assicuriamo il sostegno e la completa vicinanza delle Istituzioni – afferma il presidente della Provincia – che hanno trovato nella loro irreprensibile azione un baluardo a difesa della legalità e a favore dello sviluppo del nostro territorio. Non saranno questi gesti vili e sconsiderati – aggiunge Antonio Pepe – a determinare un arretramento nella lotta alla criminalità e nel lavoro finalizzato a dare risposte concrete alla crescente richiesta di sicurezza che arriva dalle nostre comunità”. (Teleblu 06 luglio 2009)


SALDI: UNA NOTTE IN BIANCO. POCHE LE VENDITE, MOLTA LA GENTE CHE S’E’ DIVERTITA.

I commercianti foggiani ci contavano molto. Iniziare i Saldi il Sabato, giorno in cui le famiglie si riversano nei corsi del centro, tenere i negozi aperti sino a mezzanotte, come è già stato fatto in altre città, dove però gli incassi si sono moltiplicati, sembrava potesse essere un buon avvio della stagione saldi. Certamente i commercianti avevano bisogno di fare buoni incassi, dopo una stagione estiva le cui vendite hanno fatto registrare cali sino al trenta per cento. Comunque l’affluenza del pubblico per le vie c’è stata. I commercianti dicono che anche l'interesse per i capi offerti con sconti allettanti è stato elevato. La gente interrogata, ha lamentato di non trovare le taglie richieste oppure ha dichiarato che anche con i prezzi scontati, i capi ai quali erano interessati, costavano oltre la somma preventivata. Invece, hanno incentivato i loro affari i bar, le solite bancarelle da festa patronale. Ed in effetti, come sovente accade in questa città, anche questa notte bianca è finita a risate, tarallucci e gassose… Non è questo che s’attendevano i nostri commercianti, che certo hanno investito ulteriori soldini per questa serata di promozione dei saldi, in energia elettrica e straordinari per i loro dipendenti. Il presidente della Confcommercio, settore abbigliamento, però la pensa diversamente. Non sappiamo se per giustificare una iniziativa sulla quale ha puntato molto. Secondo lui bisogna insistere con iniziative di questo tipo, tenere le vetrine illuminate oltre l’orario di chiusura, perché una Foggia by night, appare città più moderna, che attira la gente, l’abitua agli acquisti. Noi, pensando al calo delle vendite che il comparto dei negozi d’abbigliamento, pelletteria, accessori, si porta avanti, stagione dopo stagione, campionario dopo campionario, riteniamo che, tra le tante cose da analizzare seriamente, quella del commercio abbia una urgenza particolare, per evitare che d’una crisi strutturale che dura da decenni facciano le spese dolorose (avvocati, giudizi, pignoramenti, espropri) tante famiglie foggiane brave ma inesperte. gma