mercoledì 19 gennaio 2011

S' FANN' NNE' CAVEDE NNE' FRIDDE (Si fanno nè caldi nè freddi).

Questo è un altro modo di dire, in dialetto foggiano, che ascoltiamo frequentemente, per bocca della gente comune, dai foggiani che passeggiano, s’incontrano, discutono dei fatti correnti. Questo “S’ fann’ nnè cavede nnè fridde” se lo dicevano due noti professionisti foggiani, dinnanzi ad un’edicola, in pieno centro cittadino. Eravamo così vicini da capire, ascoltando la loro conversazione, che esso veniva riferito ai politici locali, i quali, stando alle loro opinioni, così come espresse, “Se ne fregano delle condizioni in cui stalla la Città, mentre pensano solo ad incassarsi i loro ricchi stipendi d’amministratori inutili oltre i soldi che prendono dalle lobby di potere di cui sono i servitori”.
Insomma, da questo modo di dire viene ancora fuori l’opinione generalizzata di una politica locale insensibile al suo dovere primario, che è quello di dover fare, per migliorare ordinatamente e sistematicamente le condizioni di vita della società foggiana. Un fare di fatti concreti, diciamo anche visibili, che migliorino a vista l’aspetto di Foggia, l’architettura, l’edilizia, le vie, gli spazi verdi, la viabilità, i servizi sociali di questa nostra Città. Non tralasciando l’ordine, la sicurezza, un modo di vivere insieme che sia inequivocabilmente affermato per tutti. Una declinazione più civile e rispettosa e onesta, del senso di democrazia cittadina che deve correlare la politica locale, l’amministrazione comunale, i rappresentanti del popolo cittadino con l’intera comunità di Foggia. Invece... E’ appena iniziato l’anno 2011. Un nuovo, altro anno. Quanto nuovo? Quanto altro? I fenomeni (e sono essi davvero fenomenali) che pesano negativamente sulla nostra Città ci sono tuttora e sono continuativamente gli stessi. D’altronde, se i fatti sono il prodotto dell’uomo dentro un movente sociale, è conseguenza che Foggia sia quella degli uomini che vi vivono: politici, amministratori, cittadini. E ciò sarà fino a quando la società foggiana non maturerà la ragione ed una volontà precisa di farsi cittadinanza civile, quindi progredita. Il che non è ancora. Basta leggere i giornali locali di questi giorni, per rendersene conto. La politica di questa città è impegnata a vendere suoli del patrimonio comunale alla solita cricca dei soliti ricchi della solita edilizia locale, per tapparsi qualche buco della grossa falla economica, debitoria, fatta dall’amministrazione comunale precedente. Precedente sì, ma ancora condizionante, politicamente e concretamente, l’operato dell’amministrazione oggi in carica. Il sindaco attuale non dorme la notte, perché deve studiarsi come aggirare, l’indomani, il dettato-controllo di chi vigila sulle regolarità amministrative dei Comuni nazionali. Povero Mongelli sindaco, continua a dire qualche foggiano sensibile ed emozionabile. Mentre in consiglio comunale l’opposizione, in rappresentanza di una parte di cittadini numericamente importante (vedansi i dati e i fatti delle ultime elezioni comunali foggiane), chiede ripetutamente le dimissioni della giunta, non ricevendo risposta sulla reale entità del debito del Comune, né sullo stato delle procedure di risanamento finanziario dichiarate, né sull’utilità delle alienazioni di suoli comunali attuate per evitare il dissesto finanziario già paventato dalla sezione di controllo della Corte dei Conti di Bari, il 26 luglio 2010. Intanto la contesa non impedisce a qualche politico di continuare a perpetrare i suoi interessi, di farsi assumere dentro le istituzioni cittadine i parenti, le amanti, i parenti delle amanti. Intanto aumentano i cittadini che protestano per lo scarso decoro delle vie cittadine: la sporcizia, il fondo stradale dissestato, l’immondizia non regolarmente svuotata dai bidoni della raccolta. Questa politica indifferente, “né calda né fredda”, riflette tuttavia il senso civico apatico e persino disonesto di molti foggiani. Pensiamo a quanto costa, qui a Foggia, assicurare un’auto o un motorino, a causa non tanto del numero d’incidenti causati da concittadini guidatori imprudenti, quanto dai foggiani ladri d’autoveicoli e da quelli associatisi a delinquere con truffe in danno delle società assicuratrici. Non ci rassicura la notizia recente della nascita on line di un gruppo di cittadini foggiani “Amici della Domenica”, interessati a smuovere il degrado urbano, a sollecitare i concittadini a ritrovarsi la domenica nelle piazze per verificarne lo stato urbano di vivibilità e per richiamare gli amministratori alla loro cura. Essi dicono che “s’ pote fà” (si può fare). Certo che si può, anzi ciò si deve fare. A condizione che su queste iniziative sincere e libere non si buttino i politici alla ricerca di consensi elettorali. A condizione che il campo (le piazze) non venga invaso, disturbato, occupato, dall’intervento delle associazioni locali che vanno al seguito della politica e dei soldi che vi girano intorno. Dal tempo che la politica foggiana maneggiona è a corto di soldoni, esse associazioni sembravano bloccate. Le ultime notizie le davano impegnate contro i proprietari dei cani che caccano per strade e giardini. Che gli Amici della Domenica aumentino, si moltiplichino e moltiplichino il senso civico della nostra cittadinanza. Che poi essi diventino semplicemente Amici, ogni giorno, ogni momento, in ogni situazione di crescita della nostra Foggia. Perché è urgente risanare la nostra città, senza dimenticare di moralizzarne la parte politica ripulendola dai soggetti nocivi, siano essi inetti o disonesti. Questi vanno tenuti lontani dalla politica del fare ed anche dalle piazze cittadine. gma