martedì 11 gennaio 2011

I PANNI SPORCHI DI FOGGIA...

QUI A FOGGIA SINDACI E POLITICI VANNO GATTONI COME GLI ANIMALI PREDATORI ...

I foggiani mirano i panni stesi di questa città tra tetti e balconi, ma non è là che stanno i panni sporchi.





A rimirare dall’alto tetti e comignoli, terrazzi e balconate, piazze e vie, della parte antica di Foggia, pensi alla gente che là in basso vi vive, rifletti sullo spirito della foggianità più essenziale che accomuna quelle persone. Questa città è abitata da gente operosa, volenterosa; talvolta piccata nei sentimenti e piagnona e lenta nelle reazioni. E’ gente che dopo il disastro della guerra ha saputo ricostruirsi una vita urbana. Riedificandosi la casa. Recuperando con i beni familiari anche le ragioni del vivere la cittadinanza. Risalendo e migliorando ogni giorno la propria posizione sociale. Con ostinazione.

Peccato che le sia mancato il sostegno della politica territoriale.

“Sti quatt’ mariull’ (questi quattro ladroni)”. Così i foggiani apostrofavano i poli

tici e gli amministratori locali. Ritenendoli evidentemente poco capaci di programmare e poco intenzionati a realizzare uno sviluppo ordinato per la loro Foggia.

Quanti, di quella gente, laggiù, sanno che, nei giorni scorsi, gli amministratori del Comune di Foggia hanno svenduto al miglior offerente terreni del patrimonio comune dei foggiani? Quanti sanno che il loro Comune ha messo su una massa di debiti prossima al dissesto finanziario? Quanti sanno che negli ultimi sette anni, le amministrazioni comunali di questa nostra Città hanno ritenuto di potere e dovere spendere nel governo del bene e del benessere cittadino, somme spropositate rispetto a quella che entrava nelle casse comunali? Quanti sanno, perché il loro sindaco lo ha detto pubblicamente, a quanto ammonta esattamente (è cosa onesta) il debito del Comune di Foggia? Quanti sanno se l’introito derivante dalle recenti svendite di beni del patrimonio comunale, sarà sufficiente ad evitare il ‘fallimento’ del Comune di Foggia?

Due sono i Sindaci ai cui nomi, alle cui amministrazioni comunali, si collegano questi atti vergognosi per Foggia, dei quali, tuttavia, non sono da ritenersi responsabili i cittadini foggiani.

Per ricordarli, eccovi, a fianco, la foto che li ritrae al passaggio delle consegne da sindaco: Orazio Ciliberti, sindaco di Foggia negli anni dal 2004 al 2009; Gianni Mongelli, attuale sindaco, dal 22 giugno 2009.

Ciliberti sindaco, la situazione economica del Comune della nostra Città va in rovina, accumulando una quantità tale di debiti, da non dovere essere certificata nei bilanci annuali d’esercizio di quegli anni. Si crea, anzi in verità viene creata, una situazione contabile ufficiale non veritiera, sullo stato dei conti e della gestione amministrativa del Comune di Foggia. Per nulla illegale, direbbero Ciliberti ed i suoi amministratori, visto che le voci contabili ordinate, o meglio, così aggiustate, rientravano nella tecnica contabile, se mai discutibile, da chi è un onesto e capace esperto in materia, ma in tanto pure ancora discutibile. E i foggiani? Che ne sapevano dei debiti accumulati in quel quinquennio cilibertiano? Ma come. L’interruzione dei servizi di fornitura elettrica, telefonica, d’acqua, che venivano interrotti al Comune, spesso? I foggiani dovevano capire che il loro Comune non aveva soldi in cassa, nemmeno per pagare dei servizi essenziali. E’ comunque Ciliberti sindaco che dalla Corte dei Conti di Bari, sulla base della verifica dei conti consuntivi, cominciano a partire richiami ufficiali sulla tenuta contabile dei conti del Comune di Foggia, seguiti dall’invito agli amministratori di risanarli. Cosa mai fatta. Gianni Mongelli, il sindaco seguito a Ciliberti, come appare nella foto che documenta il passaggio delle consegne, è del tutto sereno nel momento della successione. Si potesse fare di Mongelli la testimonianza che i cittadini foggiani all’epoca non sapevano nulla della situazione disastrata in cui versava il loro Comune, bene, basterebbe guardare nella solita foto come è sorridente il primo dei cittadini foggiani, come egli applaude il suo predecessore Ciliberti. Si potesse fare di Mongelli.... scrivemmo. Ma non si può. Egli non è cittadino comune. All’epoca era soggetto politico, prima candidato, poi eletto sindaco. Proveniva dallo stesso partito politico di Ciliberti. Egli sì che sapeva cosa l’aspettava nel momento dell’accettazione della situazione di cassa del comune che stava per amministrare. Anzi, la sua figura politica, fu senz’altro scelta dal Partito per ‘recitare’ e rappresentare il cittadino foggiano gabbato, ‘mazziato’ e che se ne deve sta’ pure tranquillo, come recita appunto il nostro Mongelli. Che continua a fare il povero diavolo, pure quando decide di svendere ‘gattone gattone’ beni del patrimonio cittadino dei foggiani. E ci chiediamo ancora: “Ma i foggiani, che sanno di tutto ciò? Che ne pensano?”

Quei foggiani che miriamo dall’alto, mentre continuano la loro vita operosa, paziente o apatica o sofferente ma onesta, rispetto ad una politica infamante. Più divertente, rasserenante, è la visione delle mutande dell’anziana signora, appese ad asciugarsi, al balcone, là sotto. Almeno sono pulite. A differenza dei panni sporchi e della faccia e dell’anima indecenti di certe persone. gma