giovedì 18 novembre 2010

UNA SPERANZA DI RINASCITA PER FOGGIA.


DALL’UNIVERSITA’ UNA SPERANZA DI RINASCITA. MENTRE LA POLITICA abbatte FOGGIA.





Si laurea a Foggia Dacia Maraini, una tra le più conosciute scrittrici italiane.

La città di Foggia, allo stato odierno, non ha molto di che vantarsi. Le sue istituzioni sono allo sfascio. Il Comune è ad un passo dal dissesto. La Provincia spulcia gli ultimi euro. Altre istituzioni ed associazioni tengono convegni che nessuno segue. Ci rimangono: un po’ di teatro popolano, la squadra di pallone e…, dite voi cos’altro.

Un po’ di luce, che è pur sempre tanta, in mezzo al buio profondo che ci circonda, viene dall’Università degli Studi di Foggia. Dove, una delle più brave e conosciute scrittrici italiane, Dacia Maraini, oggi, ha preso la Laurea Honoris Causa. Se una scrittrice di tale calibro, per altro dotata di un talento spontaneo nel leggere interpretare e trattare i fenomeni sociali, analizzando sentimenti, persone, ruoli, decide di venire a Foggia, per ottenere un titolo di laurea che altre Università sarebbero state felici ed onorate di offrirle, ci sarà un motivo. Ed esso non può essere altro se non quello che la nostra Università ha un grande prestigio, tale da esaltare finanche la sensibilità personale e culturale di sì famosa scrittrice.

Un plauso, quindi, al Magnifico Rettore dell’Università di Foggia, Giuliano Volpe, ed all’infaticabile Franca Pinto Minerva, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione, fautori di questa encomiabile iniziativa. E’ stata la Preside a proporre di conferire a Dacia Maraini la laurea ad honorem in Scienze della Formazione – Laurea specialistica in Progettista e Dirigente dei Servizi Educativi e Formativi, ‘per la funzione altamente educativa dell’impegno di donna scrittrice e di cittadina del mondo’. Laurea questa che, come sottolinea il Magnifico Rettore, viene conferita dal nostro Ateneo, solo a personalità davvero eminenti. La scrittrice Maraini è certo una di queste, nel panorama letterario italiano ed internazionale. Anche per avere elaborato, nella sua letteratura, studio e riflessioni sul ruolo innovativo che oggi la scrittura può e deve assumersi, nell’intero ambito culturale e d’espressione della società. Il che non è poca cosa, considerate le influenze devianti che internet, i media, il sistema in generale della comunicazione, esercitano negativamente sui giovani, sulla società futura. Le parole scritte dalla Maraini, le sue opere, e sono tante, tutte tradotte in gran numero di lingue, denunciano i conformismi, gli ideologismi di quel tipo di società che, per consumismo e per profitto s’è oggi estesa nel mondo, provocando il conformismo più grave che l’uomo possa esercitare, giacché in esso si smarrisce la ragione ch’è essenza dell’individuo, giacché da essa provengono mali infettanti come la violenza fisica e psicologica con cui s’attenta alla libertà dei popoli, all’integrità della famiglia, delle donne, al futuro dei giovani. La Maraini, le sue opere, anzi, il loro successo, il suo linguaggio descrittivo, sono la testimonianza certa che una cultura impegnata a risvegliare scienza e coscienza della società, pone in atto quel dialogo, ch’è ancora oggi la medicina migliore, la più adatta per riunire società differenti, lingue, religioni dissimili, in una cultura solidale, di responsabilità sociale globale. Altro che la globalizzazione incentrata sul consumismo, sull’interesse, sul mercimonio: stimoli quanto mai oggi nefasti per la convivenza virtuosa tra uomini e popoli.

Torniamo all’Università di Foggia, al suo Magnifico Rettore, alla docente Franca Pinto Minerva, preside della più giovane e dinamica Facoltà locale, quella in Scienze della Formazione. Ebbene, pensiamo che conferire una Laurea Honoris Causa, trasferendo lustro d’eccellenza dall’unica vera possibile missione dell’Università, che è quella di cultura ordinata nel concepimento reale d’una società sciente e cosciente, è un compito difficilissimo di responsabilità, deviando dal quale, si precipita nella banalità più cerimoniale. E davvero, per questa scelta, per la laurea oggi conferita alla Maraini, riteniamo che la nostra Università abbia dato lustro e parvenza di eccelsa cultura alla nostra Foggia.

Ciò, mentre noi foggiani viviamo motivi di forte apprensione per lo stato di degrado che corrode il benessere della comunità. Per apatia generazionale, per incapacità e corruttibilità dei nostri politici la nostra civiltà si ritrae sempre più dalle vie e dalle piazze, si riduce com’è, tra le mura domestiche.

L’Università di Foggia è l’unica a lasciarci la speranza di un recupero culturale e civile.

Che sia essa il cardine del progetto di ricomposizione dei pezzi culturali, politici, della civiltà dauna? gma