sabato 6 novembre 2010

UNA POLITICA INESATTA COMMENTA LA COSTITUZIONE INESATTAMENTE.

La Carta Costituzionale Italiana è lo schema del nostro Stato. Essa stabilizza in sistema di legge l’accordo con il quale i territori e le relative popolazioni italiche si costituirono in Stato: la nostra Italia. Nella Costituzione vengono fissati i principi, le prassi di governo, le esigenze dello Stato, nonchè le azioni pubbliche e sociali fondanti la vita della nostra nazione, sebbene essa sia composita nelle sue genti, quanto alla provenienza, alla cultura, alla ideologia sociale e politica.

L’accordo sta nella scelta della popolazione di farsi cittadina nel sistema Stato e quindi di assoggettarsi alle leggi statali in cambio del miglioramento della propria vita. La libertà dell’individuo, qualità essenziale dell’esistenza individualistica, viene liberamente ridimensionata rispetto all’autorità dello Stato. Questo momento-condizione, questo ricondizionamento, è l’aspetto oggetto che motiva la scelta della Carta Costituzionale: il passaggio da popolazioni territoriali alla forma di Stato nazionale.

I valori etici, religiosi, sono fuori dalla forma concreta che ha questo accordo, tra gente e sistema statale. La forma del Governo nazionale italiano, il concreto della Politica, come momenti elettivi e decisionali del sistema democrazia che sintetizza le scelte e le aspirazioni di sviluppo del popolo unitario, non presuppongono forme d’aggregazione e di comportamento indicate e vincolate dall’etica e dalla religione. Il fine concreto ed immediato del patto legiferato tra popolazione e Stato, sta semplicemente nelle esigenze di sviluppo comune elencate nello statuto ordinamento.

Alla Politica va legata la funzione di rappresentare le esigenze del popolo elettore e di realizzarle in modo democratico, uguale per ogni cittadino.

La Carta Costituzionale Italiana è ritenuta ancora oggi un modello di coesione democratica. Purtroppo, ad un progetto costituzionale eccellente non sempre corrisponde una Politica d’eccellenza. In alcuni periodi la popolazione soffre le conseguenze di uno sviluppo involutivo: la recessione dell’economia e dello sviluppo nazionale, l’aumento della disoccupazione, la perdita del valore d’acquisto della moneta in corso, la diffusione della povertà sociale. Sono tutte le condizioni messe alla base dell’accordo costitutivo tra popolo e Stato che vanno in sofferenza e confusione.

Ma, una Politica che degenera è il prodotto conseguente a una società sofferente e confusa? Forse No! Fin quando la Politica è eletta ed i governanti sono la parte distinta, onorevole, della nostra società. Ma succede anche che alle elezioni si propongano sempre più dei soggetti poco distinti, poco onorevoli. Quando essi sono tutti tali e quali da non avere arte né parte, finisce che il popolo sceglie i meno peggio, che poi sono sempre peggio, perché al peggio non c’è limite di svalutazione.

La Politica italiana è oggi impersonata da ‘animali vacanti’; vale a dire da esseri ignoranti, che vagano fuori d’ogni direzione sensata, ingombrando inerti l’area di sviluppo della popolazione. Insomma, questi individui sono vuoti d’ogni qualità che si vuole distingua i soggetti politici. E, come dice il cartello a lato, è consigliabile ‘antare atacio’ (andare adagio), perché la situazione è realisticamente di pericolo per la salute della popolazione.

Certamente, rispetto allo ‘stato’ deprimente, in cui versa la politica italiana, c’è poco da ridere. Al punto che noi cittadini non sappiamo come la satira riesca ancora a farci ridere, quando prende a deridere questi politici dementi.

E’ conseguente a questo stato di cose, che la Carta Costituzionale, le sue leggi, che disciplinano l’attività del governo, siano correntemente il manuale, il libro con le nozioni fondamentali per gli uomini politici di governo e per i politici in genere. E siamo al punto critico. E’ ovvio che questi nostri politici, che sono inesatti, imprecisabili, terra-terra, non comprendano il dettato costituzionale. E’ probabile che non riesca loro facile neppure la sua lettura. Ed allora, via il ‘libro’ delle regole da interpretare e da rispettare nel rispetto dell’interesse generale. Si va avanti come gli animali: si vaga sulla scia degli odori; in direzione del cibo da arraffare. Altro che scienza della Politica.

Anche se ci sono alcuni soggetti politici che in base ad una dignità minima effusa dal ruolo sentono l’utilità di studiarsi la Carta costituzionale del nostro Paese. E pure in questo caso, a venirne fuori, come risultato di una lettura personale, leggera, impreparata, sono soltanto interpretazioni inesatte, corrispondenti al personaggio, alle sue trovate, più che ad uno studio appropriato. Forse è questa confusione(?) interpretativa che stimola tanti a parlare di religione, di morale, piuttosto che di scienza del fare l’interesse pubblico. Come titolavamo: “UNA POLITICA INESATTA COMMENTA LA COSTITUZIONE INESATTAMENTE”. Con grave danno della democrazia, degli interessi fondamentali e primari di noi italiani. In questo modo, a piè sospinto, nei salotti dei media, sindacalisti, politici e politicanti, si buttano, a parlare di diritto al lavoro, di imprenditoria da speculatori, di diritto di famiglia, senza farsi scrupolo di citare, a modo loro, la ‘santa’ Carta Costituzionale dell’Italia. Per noi cittadini, da questo scenario scellerato, venga fuori un impegno dignitoso: Studiare la nostra Costituzione, servendoci del commentario di un bravo costituzionalista. gma