lunedì 29 giugno 2009

GOOD MORNING FOGGIA -lun 29 giugno 2009

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NOTIZIE

SAN PIO: IL FLUSSO DEI DENARI DEL CULTO E I SOLITI AVIDI CHE SI CELANO IN VATICANO.

E’ trascorsa una settimana dalla comparsa del Pontefice a San Giovanni Rotondo. La visita alle spoglie del Santo è stata esaltata con la verbosità dei numeri, con uno sproloquio di sacralità spicciola, con l’immagine abusata e scontata della venerazione popolare. Mentre alcuni (mal?)pensanti, mantenuti in disparte, si chiedevano, ancora questa volta, se stessero ritentando l’assalto al luogo in cui, la storia di sofferenza e di morte di un umile frate ha guadagnato ricchezze terrene tante da reiterare in segreto l’avidità dei capomastri di cartelli per delinquere. I buoni frati di Padre Pio pregavano ed esortavano affinché non venissero fuori diabolici pensieri, mentre il Papa visitava e venerava le spoglie del loro santo. Ed il momento di spiritualità delle preghiere che si sono levate attorno al Santuario, provvidenzialmente ha tenuto sommesse quelle voci inopportune. Le immagini forti di San Pio e di Benedetto XVI, insieme sorridenti, hanno poi provveduto all’auspicata provvidenza. Pochi giorni dopo, scoppia la ridda delle ipotesi su cosa si celava sotto la venuta del Papa a San Giovanni Rotondo. Prima che succeda la discussione mediatica, aperta da questo o quel personaggio televisivo; prima che si allineino gli schieramenti: quello dei difensori del Papa e della Santa Chiesa, contro quello dei demoni, dei non credenti, dei laici d’ogni prezzo, tentiamo di esaminare le tesi che vengono allo scoperto.

Benedetto XVI, il Papa teologo, quello che ha liberalizzato nel 2007 l'antico rito della Messa in latino, vede in San Pio, il Santo più attuale, che gli effigia la politica di conciliazione e di unificazione della Chiesa, che egli sta conducendo in Europa e nel mondo. Il cappuccino Padre Pio, infatti, nella sua misticità genuina ha sempre usato la liturgia tradizionale, precedente il Concilio Vaticano II: la messa detta in latino e non italiano, l’uso del messale e del calice risalenti al 1962. E fino a qui, niente di male... Se non comparisse dietro questa storia di concili e di liturgia, quella della “Massoneria in Vaticano”. Storia questa (non leggenda) già scritta e de-scritta. Vengono fuori invece le simbologie massoniche che conterrebbe la Chiesa santuario in San Giovanni Rotondo, progettata da Renzo Piano: la forma a spirale del tempio, l’altare a forma di piramide capovolta, la ripetizione di lettere e di simboli massonici. Per i quali ci chiediamo quale potere fu quello che impedì, nel periodo che dal progetto portò alla sua realizzazione, di scoprire queste anormalità. Tanto gravi che lo stesso Pontefice ha evitato di celebrare l’eucarestia dentro quel tempio. Le stesse ragioni per le quali oggi c’è chi si oppone al trasferimento delle spoglie di San Pio, dalla Cripta ch’è nel vecchio Monastero alla nuova costruzione. Comunque, scriviamo dell’immoralità e della corruzione che il denaro disfrena in menti banditesche, di soggetti avidi di potere, che spesso, quasi sempre, anzi, sono attori importanti della società civile, pubblica, ecclesiastica. E qui, a San Giovanni Rotondo, sulla scia della santità di Padre Pio, s’è creato un flusso incessante di denaro, che fa gola a tanti. Per gli spiccioli, a mercanti, lestofanti e fanti dell’arricchimento. Per le grosse cifre, fa gola alle organizzazioni a delinquere, delle quali quelle più pericolose sono certo quelle che da tempo, con furbizia, si sono ‘introdotte’ nascostamente nello Stato Vaticano. Contro queste, la giustizia degli uomini farà sempre poco o niente. Ci vorrebbe un miracolo, questo sì, certamente. Padre Pio, pensaci tu... gma



IL PAPA CONFERMA: SONO I RESTI DELL'APOSTOLO PAOLO.


La prima ricognizione della storia sulla tomba di San Paolo, che si trova sotto l'omonima Basilica a Roma. E' stato il Papa stesso ad annunciarla, durante la liturgia a chiusura dell'Anno Paolino: sono stati trovati frammenti di ossa umane risalenti al primo-secondo secolo, grani d'incenso rossi e tessuti di lino. "Ciò - ha dichiarato Benedetto XVI - sembra confermare l'unanime e incontrastata tradizione che si tratti dei resti mortali dell'apostolo Paolo".
"Il sarcofago, conservato sotto l'altare papale della Basilica dedicata all'Apostolo delle Genti, è stato fatto recentemente oggetto di un'attenta analisi scientifica: Non è stato mai aperto in tanti secoli: è stata praticata una piccolissima perforazione per introdurre una speciale sonda, mediante la quale sono state rilevate tracce di un prezioso tessuto di lino colorato di porpora, laminato con oro zecchino e di un tessuto di colore azzurro con filamenti di lino".

La notizia dell'analisi - circolata l'anno scorso - era stata ripetutamente smentita dall'arciprete della basilica di San Paolo, cardinale Andrea Lanza di Montezemolo.
"Siamo qui raccolti presso la tomba dell'apostolo" ha detto il Papa. "Nel sarcofago - ha spiegato il pontefice - c'erano anche piccolissimi frammenti ossei, sottoposti all'esame del carbonio 14 da parte di esperti ignari della loro provenienza: sono risultati appartenere a persona vissuta tra il primo e il secondo secolo". "Cio ' sembra confermare l'unanime e incontrastata tradizione che si tratti dei resti mortali dell'apostolo Paolo. Tutti questo riempie il nostro animo di profonda emozione".

Ed è di ieri la notizia dell'Osservatore Romano: durante gli scavi nelle catacombe di Santa Tecla, è stata trovata l'icona più antica di San Paolo. La più antica icona dell'apostolo Paolo è stata ritrovata nella catacombe di Santa Tecla in via Ostiense a Roma. L'importanza della scoperta non va sottovalutata: anche se 'altre immagini di San Paolo erano note nelle catacombe e nei sarcofagi romani, il busto appena scoperto meraviglia per la sua espressione suggestiva e ha lasciato senza fiato i restauratori che lo hanno rinvenuto.


L'ANCI ACCOGLIE LA RICHIESTA DELL'EX SINDACO DI FOGGIA, SUL DISTINGUO TRA RESPONSABILITA' DEL SINDACO E AZIONE AMMINISTRATIVA DELL'ENTE.

Il consiglio nazionale dell'Associazione Comuni Italiani ha approvato all'unanimità la proposta dell'ex sindaco di Foggia, Orazio Ciliberti, d'attivarsi per la riforma del funzionamento del potere giudiziario, per contrastare alcuni suoi abusi e disfunzioni, in favore di un più corretto equilibrio tra potere politico esecutivo legislativo e potere giudiziario. L'ANCI nel riconoscere come cruciali gli aspetti evidenziati da Ciliberti, si propone di richiamare l'attenzione del Ministero competente sull'impropria applicazione del principio costituzionale della personalità (soggettività) della responsabilità penale se esso non va commisurato con i principi sulla presunzione di non colpevolezza, sulla divisione dei poteri, nonchè con quei principi dell'ordinamento riguardanti la separazione fra indirizzo politico ed attività di gestione. Insomma, sostiene Ciliberti, che si porta dietro la condanna del Tribunale di Foggia ad un anno di reclusione per falso e frode processuale, riferentesi ad atti compiuti quando egli era Sindaco di Foggia, non si può rispondere personalmente di atti amministrativi conclusi nell'esercizio delle funzioni ricoperte, o per fatti commessi da terzi, organi municipali consiliari o di controllo interni.
Punto fondamentale della relazione inoltrata da Ciliberti è quello relativo alla riforma della pubblica amministrazione, al punto in cui essa delinea e precisa il rapporto tra responsabilità dell'organo politico e responsabilità dell'ufficio. Le responsabilità in questione devono essere separate. Gli amministratori pubblici, specie quelli comunali, sono frequentemente colpiti da procedimenti per l'accertamento di responsabilità amministrative, penali, civili, causate da errori amministrativi ascrivibili alla condotta di dirigenti e di uffici. In questi casi non è giusto applicare il criterio della responsabilità personale, giacchè s'è in presenza dell'esercizio dovuto dalla gestione della carica rivestita. gma



ALL'ABOLIZIONE DELLO SCALO MERCI DI FOGGIA LA CONFESERCENTI E LE IMPRESE RISPONDONO ATTACCANDO TRENITALIA.

Dopo la sua decisione d'eliminare lo scalo merci, Trenitalia questa volta si trova a dover subire l'attacco del tessuto sociale di una Provincia unita, quello della Copagri (gli agricoltori) e della Confesercenti. Questa volta Trenitalia non ha tenuto conto degli enormi interessi che metteva a rischio con la sua decisione. Interessi economici, in questo caso, fondamentali, riguardanti l'intero comparto industriale della nostra Provincia. Non si tratta dell'abuso in danno di viaggiatori. Cosa questa pur grave e deprecabile. E' ben altro. Trenitalia, unilateralmente, ha deciso d'eliminare lo scalo delle merci a Foggia, per spostarlo a Sud, a Bari, senza consultare il Comune, la Provincia, i sindacati e le categorie imprenditoriali del luogo. Per questo, l'intera Provincia di Capitanata fa bene a reagire, con decisione.

A parere della Confesercenti di Foggia, del suo Presidente provinciale Carlo Simone, non si può pensare di gestire infrastrutture rilevanti per lo sviluppo economico con la semplice formula del risparmio, ma occorre sviluppare la rete e accrescere l’efficienza del servizio per conquistare il mercato che, risolti i problemi di inefficienze, è fortemente orientato ad utilizzare il trasporto merci su rotaie. E’ impensabile che la provincia di Foggia possa utilizzare il traffico merci su rotaie se, pur essendo un nodo ferroviario geograficamente importante, per spedire la merce nell’area nord del paese o in Europa questa dovesse essere trasferita a Bari, per poi transitare di ritorno su Foggia, per proseguire verso il nord. Nè si può accettare la tesi semplicistica che, se una struttura non riesce a recuperare i costi, invece di sviluppare l’attività risolvendo le inefficienze, la si chiude cedendo fette di mercato al sistema concorrente. Confesercenti condivide le preoccupazione della Federazioni dei Trasporti di CGIL, CISL e UIL che se si non si mantiene e si sviluppa in provincia di Foggia un sistema efficiente di traffico merci su rotaie si rischia di cancellare completamente tale sistema e la Capitanata sarà ingolfata e inquinata dal solo sistema disponibile per il traffico merci che resta quello su gomma, con tutte le conseguenze che ciò comporta. Trenitalia deve quindi impegnarsi a potenziare lo scalo merci di Borgo Incoronata, che può diventare una grande piattaforma logistica al servizio dell’export agro-alimentare di Capitanata.

Secondo la COPAGRI di Foggia, La decisione di chiudere lo scalo merci della Stazione di Foggia è un’ulteriore colpo inferto alla logistica di Capitanata. Quanto più il territorio di Foggia ha bisogno di logistica tanto più si procede nella direzione opposta, denuncia il presidente Copagri. Ancor più grave, da parte dell’azienda ferroviaria, sarebbe non procedere all’indispensabile rafforzamento logistico della struttura ferroviaria di Borgo Incoronata, su cui è ormai inevitabile nonché auspicabile far convergere tutto il traffico merci provinciale. Si tratta di un’azione necessaria giacché lo scalo d’Incoronata è in una posizione strategica: in prossimità dell’interporto di Cerignola ed al centro di una vasta area agricola, in cui insistono le produzioni d’orto-fresco, vigneti ed altre importanti coltivazioni agricole. Inoltre, nella stessa zona – evidenzia Inneo - è entrato da poco in produzione lo stabilimento di Futuragri e, prossimamente, entrerà in funzione lo stabilimento di Antonio Russo, cioè il più grande conservificio d’Europa. Secondo Copagri “nel comparto agro-alimentare di Capitanata vi sono numerosi ed importanti potenziali utenti del trasporto merci su rotaia, ed anche di quello aereo. Tra l’altro, si fa un gran parlare – continua Inneo – della necessità di ridimensionare il trasporto su gomma, sia per ridurre gli scarichi da combustione, sia per evitare una massiccia presenza di tir sulle strade, sempre più pericolose ed insicure”. Pertanto, Copagri “sollecita Trenitalia, unitamente a RFI, a riconsiderare opportunamente la questione ed invita il nuovo sindaco del capoluogo a farsi carico, appena possibile, di questa battaglia per il potenziamento dello scalo merci di Borgo Incoronata, che è strategica – conclude il presidente Inneo - per lo sviluppo del territorio di Foggia e provincia”.