giovedì 11 novembre 2010

PROTEZIONI & FAVORITISMI PRO DONNINE DEI DIRIGENTI ‘DON’(GIOVANNI) DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE DI FOGGIA. ALLA FACCIA DELLA MERITOCRAZIA.

Le donnine prendono d’assalto il tempio della Politica, dopo avere scoperto, tramite i media, che quei suoi sacerdoti non fanno voto di castità, anzi…, che essi sono molto sensibili alle grazie delle sirene del sesso. C’è poi il particolare, non trascurabile, che a stringere rapporti intimi con questi dongiovanni potenti della politica, non c’è soltanto da arraffare denaro. Questi politici, per fare sesso, sono disposti a promettere di tutto: carriere prestigiose in televisione, nelle pubbliche amministrazioni, nel loro partito. Tale pratica non è che sia nuova. Ma sì: Historia docet… Soltanto che, al giorno d’oggi, affrancata da ogni moralismo, giacché fa ascolto nei salotti tv e fa vendita eccezionale di copie per i giornali, detta attività fa notizia, normale discussione, tra moralisti e liberisti. E non è dubitabile che, almeno oggi, a prevalere siano i liberisti, i libertini, gli uomini politici che vogliono poter fare sesso, senza sentirsi ‘votati’ ad una vita austera, che nemmeno conducono cardinali, prelati, monaci, nonostante il loro voto sacrale di castità.

Il problema, se esiste, è della donna, del suo modo d’intendere e di praticare la libertà personale.

Quanto alla Politica ed ai suoi officianti… Che dire? Anzi, che si dice? Che se non c’è reato di favoreggiamento della prostituzione, prevalga la privacy anche per l’uomo politico. Che se il fare sesso stimolasse questi signori a fare un po’ più di pubblico interesse… Poi, si dice, che i problemi legati al potere politico sono altri. I danni attuati dalla Politica contro il benessere del popolo sono sì quelli gravi.

C’è però un aspetto che fa riflettere. Su come, in definitiva, la spettacolarità di questa ‘nuova entrata’(?), il sesso, nel mondo della politica, stia a dimostrare che da questo spazio è scomparsa la figura dell’uomo rappresentativo, riservato, rispettato, dignitoso, del tutto Onorevole.

Se questo particolare di dignità nei rappresentanti la dignità del Popolo non deve esserci più, che sia il Popolo a deciderlo: fissando se certi valori, di comportamento, finora applicati ai soggetti istituzionali siano superati. C’è però l’evidenza che questi episodi di sesso, non sono accaduti naturalmente. Abbiamo scritto di un attacco delle sirene del sesso al mondo della politica: che di questi tempi è certamente più debole che non in passato.

Come non considerare che c’è un elemento di scambio in questo rapporto? Le export del sesso chiedono ai politici di abusare del potere concessogli democraticamente dal popolo, per un uso democratico. Pretendono raccomandazioni-assicurazioni, per agguantare un posto importante di lavoro. Questa occupazione, qualunque sia il settore lavorativo, comporta un danno, un abuso, verso chiunque ha titoli, meriti, necessariamente richiesti, per avere quel posto di lavoro.

Questo accade anche nel piccolo, piccolo, della nostra politica cittadina. Anche nei luoghi istituzionali della nostra Foggia c’è export di sesso. Abbiamo anche qui delle donnine graziose, bellocce, che volteggiano intorno ad assessori, a consiglieri, a dirigenti, tutti don (abbreviativo di dongiovanni) e certo non doc, per farsi e farseli, amanti, allo scopo di predare un posto di lavoro a chi ha titolo, merito e capacità. ALLA FACCIA DELLA MERITOCRAZIA.

Riandando con la memoria a ciò che la popolazione motteggiava sui politici foggiani: “sono arrivati con le pezze sul culo, mò tengono l’amante…”, si ricava che molti nostri rappresentanti hanno sempre tenuto lungo il loro potere e le loro mani verso il sesso femminile. Peccato che questo loro potere, più passionale che pratico, sia servito ai loro piaceri personali, non agli interessi della cittadinanza. Basta vedere Comune e Provincia. Tra quel passato, in cui la donna era vittima delle attenzioni programmate dal politico di turno per conquistarle, ed il presente, è cambiato che oggi sono le donne, del tipo disegnato in apertura di scritto, ad andare all’attacco per irretire in punto di sessualità i nostri politici. Che, stanti gli episodi che si descrivono nelle stanze e nei corridoi e nei bagni istituzionali, non sappiamo se per eccesso di mitomania o di imbecillità ormonale, sono sempre più vittime di queste partecipazioni di sesso.

Giorni or sono un certo presidente, di un incerto ente istituzionale, ha detto che anche gli ormoni, la pratica del sesso, sono fatti di cultura. Forse perché egli s’è sempre ritenuto uomo di cultura, persona umana, ma d’una spanna in più rispetto alla bassa platea delle persone di cui è solito circondarsi. Sembra che stiamo scrivendo d’umanità, non di sesso. Però… l’umanità di questo dirigente non a caso si fissa su una donna… alle sue dipendenze, nel suo pubblico ufficio. Guarda caso, egli la eleva arbitrariamente al ruolo superiore di funzionario, con relativo aumento della retribuzione, con la concessione di un non giustificato numero di ore mensili di straordinario che l’ente da lui diretto dovrà retribuire. Umanità, prurito…? Sta di fatto che la pretesa cultura di questo dirigente pubblico, diventa idea passionale: che una donna belloccia fa carriera a prescindere dalle sue capacità di svolgere funzioni per l’esercizio delle quali è richiesto un titolo superiore. Che vogliamo dire? Che se non sono le donnine a prostituirsi, sono gli uomini a fare mercimonio. Questo accade anche nei corridoi, negli uffici della pubblica amministrazione. Accade sovente negli enti istituzionali, qui a Foggia. Alla faccia della Cultura della Meritocrazia. Per la ‘faccia’ di una dirigenza politica, che non ha nerbo necessario per occuparsi del bene pubblico, che è capace solo di grattarsi sullo stimolo di un prurito personale. gma