domenica 6 maggio 2012

NON TEORIZZIAMO SOLTANTO SULLA CORRUZIONE. PUNIAMO I CORRUTTORI.

La corruzione è un problema “storico” nel settore politico-amministrativo del Paese Italia.

Ricordiamo lo scandalo della Banca Romana (1889-1893), che coinvolse il governo Giolitti. Poi Tangentopoli (1992), quando una serie d’indagini giudiziarie portò alla luce un sistema di corruzione, di concussione e di finanziamento illecito ai partiti.

Questi momenti sono i peggiori della cattiva amministrazione del denaro pubblico. Espressi dalla politica italiana peggiore, che è quella di governanti servi del denaro e traditori del popolo che li elesse a sua rappresentanza. E’ evidente che gli episodi sintetizzano periodi più o meno lunghi di corruzione, per cui bisogna analizzare i cicli di governo che li procurarono e i soggetti di parte politica che ne fecero parte colpevolmente. Deve essere chiaro che questi momenti sono l’espressione di una società altrettanto corrotta, schiava del potere del denaro, fuori dei comportamenti morali.

A diffondere la corruzione, nella società e nei suoi apparati istituzionali, è il classico ed antico familiarismo, il clientelismo più selvaggio, favoriti dagli stessi rappresentanti politici, sia di piccoli partiti sia del governo nazionale.

Senza una coscienza dei doveri di cittadino, è inevitabile che la società ‘produca’ dei rappresentanti politici corruttibili. Anche se essi dovrebbero essere onorevoli, ovvero onesti e dignitosi, pure in presenza di una società viziata.

Il tema corruzione, va considerato in scuole, ospedali, uffici, aziende, in tutto il Paese. Non dimenticando gli enti e le istituzioni in ogni modo legate al governo pubblico, definiti da tempo carrozzoni di corrotti e di concussori.

Noi riteniamo che piuttosto che generalizzare o teorizzare su questo male, che corrode il sistema dello Stato ed anche la società organizzata, occorra stabilire provvedimenti certi e severi, che dissuadano chiunque, soprattutto i rappresentanti del pubblico, dal praticare la corruzione.

La corruzione c’è, sia chiaro. C’è sempre stata. Non bisogna, però, lasciarsi tentare dal parlare d’essa senza indicare i corrotti ed i corruttori, che vanno messi in condizione di non danneggiare la democrazia nazionale. Perché oggi non è più tempo di filippiche, di censori, tanto meno di una informazione generalizzata e veloce, che finisce col pubblicizzare e diffondere un male dalle cui conseguenze tutti si sentiranno immuni. La corruzione del sistema Stato va studiata, individuata in ogni suo aspetto, per poter intervenire sui soggetti pubblici amanti di tale pratica.

A tal fine, è utile sapere che la Commissione Europea aggiorna e pubblica un ‘Eurobarometro’ sulla corruzione in Europa. E’ un’indagine condotta periodicamente, attraverso interviste a decine di migliaia di cittadini della Comunità Europea, che chiarisce come, sia a livello europeo sia in ognuno dei 27 Stati membri, la corruzione viene percepita dai cittadini stessi. Riportiamo integralmente il comunicato stampa della C.E. sul tema corruzione:

Eurobarometro: la corruzione è in aumento?

Bruxelles, 15 febbraio 2012 - La corruzione resta un grave problema nei paesi dell’Unione europea, con livelli che sono aumentati negli ultimi tre anni. Dai dati raccolti emerge che quasi tre quarti degli europei ritiene ancora che la corruzione sia un grave problema e che sia presente a tutti i livelli di governo. L’8% dei rispondenti afferma di essere stato oggetto di richieste o di aspettative di tangenti nell’ultimo anno.

La corruzione rimane una delle sfide maggiori che l’Europa deve fronteggiare. Benché sia di natura e di portata diverse nei vari Stati membri, la corruzione danneggia l’UE nel suo insieme, perché riduce i livelli di investimento, ostacola il corretto funzionamento del mercato interno e si ripercuote sulle finanze pubbliche. Si stima che la corruzione costi all’economia dell’UE circa 120 miliardi di euro l’anno.

Nel giugno dell’anno scorso la Commissione europea ha adottato un pacchetto di misure anticorruzione, ha inoltre istituito un meccanismo specifico di monitoraggio e valutazione – la relazione anticorruzione dell’Unione europea – mediante il quale verrà fatto il punto della situazione in materia di lotta alla corruzione in tutti e 27 gli Stati membri dell’UE. La prima relazione è prevista per il 2013.

Il sondaggio di Eurobarometro è stato condotto nei 27 Stati membri nel settembre 2011 e ha dato i seguenti risultati:

-la maggioranza (74%) degli europei ritiene che la corruzione sia un grave problema nel loro paese;

-quasi la metà dei cittadini europei (47%) pensa che il livello di corruzione del loro paese sia aumentato negli ultimi tre anni;

-la maggior parte degli europei pensa che la corruzione sia presente nelle istituzioni locali (76%), regionali (75%) e nazionali (79%);

-gli europei sono convinti che casi di corruzione e abuso di potere si verifichino in tutti i settori pubblici e che vi siano più probabilmente coinvolti i politici nazionali (57%) e i funzionari che aggiudicano gli appalti pubblici (47%);

-il 40% degli europei crede che rapporti troppo stretti tra il mondo imprenditoriale e quello politico contribuiscano alla corruzione; tra i fattori che vi contribuiscono vengono indicati: -l’inerzia dei politici (36%); -la scarsa trasparenza sulle modalità di spesa del denaro pubblico (33%);

-la maggioranza (68%) non ritiene che vi sia sufficiente trasparenza e vigilanza in materia di finanziamento dei partiti;

-la maggioranza degli europei (70%) ritiene che la corruzione sia inevitabile e che sia sempre esistita; due europei su tre (67%) sono convinti che la corruzione faccia parte integrante della cultura imprenditoriale del proprio paese;

-la maggioranza degli europei (67%) dichiara che il fenomeno della corruzione non li tocca nella vita quotidiana; soltanto una minoranza (29%) dichiara di esserne toccato personalmente; una percentuale ancora inferiore (8%) afferma di essere stata oggetto di richieste o di aspettative di tangenti nell’ultimo anno;

-di fronte a un caso di corruzione, per ottenere aiuto gli europei si rivolgerebbero con maggiore fiducia alle forze di polizia (42%) e alla magistratura (41%) piuttosto che ai rappresentanti politici (6%).

CORRUZIONE IN ITALIA: UN PROBLEMA DIFFUSO E SOSTANZIALMENTE POLITICO.

Analizzando in dettaglio i dati relativi all’Italia si può constatare come nel Paese la corruzione sia vissuta come un problema maggiore rispetto alla media europea (87% in Italia contro il 74% nell’UE): i ripetuti scandali che hanno occupato le prime pagine dei giornali e dei notiziari in questi anni hanno certamente avuto il loro peso, visto tra l’altro il peggioramento di questo dato rispetto a quanto rilevato, sempre per l’Italia, nel 2009 (+4%).

Più di un cittadino su 10 (il 12%) ha dichiarato di essere stato coinvolto in una richiesta di mazzette: anche in questo caso, purtroppo, l’Italia, pur non raggiungendo i picchi di alcune nazione dell’Est Europa (come la Romania con il 31%) è al di sopra della media europea, che registra l’8% di cittadini a cui è stata chiesta, almeno una volta nella vita, una mazzetta.

I cittadini italiani ritengano la loro nazione maggiormente afflitta dalla corruzione rispetto agli altri Stati europei (ne è convinto il 69% degli italiani intervistati). Ciò non toglie però che a livello nazionale prevalga un certo ottimismo: se infatti in Europa il 70% dei cittadini crede che la corruzione sia un male ineluttabile, la percentuale cala drasticamente del 10% (60%) in Italia.

I cittadini italiani si ritengono anche meglio informati sulla corruzione, laddove il 52% degli intervistati dichiara di essere totalmente a conoscenza dell’entità del problema, contro il “solo” 33% della media UE.

Corruzione, una “malattia” della politica? Scorrendo i risultati dell’Eurobarometro sembrerebbe proprio di sì.

Che la corruzione permei l’economia nazionale è difatti ampiamente riconosciuto: l’89% dei cittadini intervistati ne è convinto; una percentuale inferiore, in Europa, solo a quella riscontrata a Cipro e ben superiore di quella media europea (al 67%, +22% in Italia!). Protagonisti del malaffare sono ritenuti soprattutto i politici, sia a livello nazionale (per il 67%), sia regionale (57%), sia locale (53%), mentre vi è maggiore fiducia nelle forze dell’ordine (34%) e nei magistrati (38%).

Gli italiani danno inoltre un giudizio positivo al settore privato: solo il 27% degli intervistati ritiene infatti che la corruzione sia diffusa fra chi lavora in aziende private, contro una media europea del 32%.

Per quanto riguarda i partiti politici ed in particolare la loro propensione alla trasparenza delle fonti di finanziamento, gli italiani si dichiarano ampiamente insoddisfatti: il 79% ritiene che le pratiche di rendicontazione e trasparenza utilizzate dai partiti siano inadeguate e insufficienti. Bisogna comunque constatare che tale preoccupazione è diffusa in tutta Europa (la media UE dei cittadini che ritengono insoddisfacenti le modalità di rendicontazione dei partiti è del 68%). La corruzione, per noi italiani, è fortemente collegata alle attività della criminalità organizzata: ne è convinto il 79% degli intervistati. Forse anche per questo la stragrande maggioranza (85%) ritiene che le pene previste per i reati di corruzioni siano troppo leggere.

CHE FARE PER CONTRASTARE LA CORRUZIONE?

Ecco le principali proposte di Transparency International Italia (TI-Italia), società che opera da più di 15 anni nel settore della prevenzione della corruzione e della diffusione della trasparenza:

o L’adozione di speciali Codici di Condotta per i membri del Parlamento e del Governo;

o L’istituzione di un’Autorità Anticorruzione indipendente, stabile, efficace, come previsto dalle convenzioni;

o L’introduzione di protezioni efficaci per coloro che segnalano negligenze e malversazioni (vedette civiche) come stabilito nell’ultimo G20.

o Introduzione dei Patti di Integrità – studiati da Transparency International - nei bandi di gara pubblici. La mancata sottoscrizione o il mancato rispetto dell’impegno comportano l’automatica esclusione dalla gara per il concorrente.

o La ratifica e l’implementazione della Convenzione Civile e Penale sulla Corruzione del Consiglio d’Europa.

o L’approvazione del Disegno di Legge anticorruzione con le correzioni coerenti agli impegni internazionali.

Ecco le proposte dalla commissione ministeriale del Governo italiano:

o Valorizzare la professionalità e competenza dei Prefetti, affidando loro il compito di supportare i Comuni nell’elaborazione dei Piani di prevenzione della corruzione, nonché monitorare che i Piani siano adottati da ciascuna Amministrazione comunale e siano coerenti con le linee-guida elaborate dall’Autorità nazionale anticorruzione;

o Valutare la possibilità di estendere all’ipotesi di mancata adozione del piano comunale di prevenzione della corruzione (attesa la sua natura di atto amministrativo fondamentale nella vita dell’Ente), della disciplina già prevista dall’art. 141, lettera C, TUEL per l’ipotesi di mancata adozione del bilancio (diffida, sostituzione, scioglimento);

o Affidare nei Comuni la responsabilità della prevenzione della corruzione ai segretari comunali;

o Irrobustire, conseguentemente, l’indipendenza statutaria del segretario comunale, con la revisione delle odierne regole riguardanti la sua nomina e revoca, tenuta comunque ferma l’autonomia del Sindaco.

° Avviare un piano di controlli sui settori: Sanità, Appalti, Urbanistica.