Per questo non dovrebbe neppure poter parlare. I fatti spiegano tutto …
Da mesi non scriviamo di Foggia. Eppure abbiamo
avviato ogni nostra giornata con l’augurio che essa fosse quella buona per questa
Città: quella in cui i foggiani si liberassero (ribellassero) dai soggetti di
potere che li vessavano e che li derubavano.
Insomma, poteva succedere una rivoluzione del
popolo: avviata dai cittadini anziani, coscienti di come la loro sia stata ogni
giorno una vita urbana degradata da quegli amministratori farabutti che essi
stessi avevano eletto con fare sconsiderato.
Insomma poteva esserci una reazione da parte dei
giovani foggiani; che so, in occasione del loro solito rimenare all’avvio
dell’anno scolastico. In considerazione del fatto che alla preoccupazione per
una Scuola nazionale resa ogni anno più provvisoria, dovessero anteporre e
comunque sommare la drammatica situazione del vivere nella loro città.
Insomma poteva ribellarsi quella società foggiana, intellettuale
e proclamatasi colta, che fino a qualche anno fa s’è iperautolusingata, concorrendo dai cenacoli
agli avvenimenti culturali gratis. Un periodo in cui a Foggia sono prosperati
tanti circoli cittadini, la cui migliore attività culturale si ricorda con
quella della lotta alla merda dei cani, mentre nelle edicole e nelle librerie
cittadine diminuivano le pubblicazioni in vendita.
Da tempo non scrivevamo di Foggia e degli
amministratori pubblici che l’hanno dissestata in ogni modo.
Perché ci chiedevamo se la realtà che ci
sensibilizzava, non ci rendesse sclerotici.
Potevano pure avere ragione quei foggiani che non
si lamentavano dello stato disurbano della città, non sappiamo se essi
corrispondessero con quanti si dicevano convinti di una Foggia la più bella
delle città, la più vivibile, la più colta, la più ricca… Dando ragioni da vendersi al primo cittadino
di Foggia, quel sindaco Gianni Mongelli di cui male si dice mentre egli stesso
si dice…: "Non mi sento l'ultimo
sindaco del Paese e Foggia non è l'ultima città d'Italia".
Sì,
nel 2012, nella classifica sulla qualità della vita delle città italiane,
mentre la nostra Città è risalita di qualche posizione, rispetto all’ultima
assegnatale l’anno 2011, il nostro sindaco (con i suoi amministratori) rimedia l’ultimo
posto nella classifica sul gradimento dei sindaci italiani da parte dei loro
loro cittadini. Insomma, da qualche giorno, il sindaco di Foggia è il meno
apprezzato dai concittadini, tra tutti i sindaci d’Italia. Il sondaggio, che si
intitola «Governance Poll 2012», è stato realizzato da Ipr Marketing per Il Sole 24 Ore. Le interviste sono
state effettuate tra il 15 settembre e il 15 dicembre 2012. Agli intervistati
(800 per Comune capoluogo) è stato chiesto: «Se domani ci fossero le elezioni
comunali, lei voterebbe a favore o contro l'attuale sindaco?». Mongelli, secondo il sondaggio, oggi avrebbe
il 42 per cento dei consensi: 11,4 punti in meno rispetto alla maggioranza del
53,4 per cento che lo elesse primo cittadino nel 2009.
Ora,
francamente, di queste indagini generalizzate, perché condotte su parametri
standard e nazionali di vita urbana, c’interessa poco. C’interessa invece fissare
la verità sullo stato attuale delle cose politiche, amministrative, urbane, che
riguardano Foggia ed i foggiani. Del sindaco Mongelli, un sindaco che secondo
noi non ha ‘faccia’ o attributi altri per governare Foggia, il quale quindi non
ha mai avuto una ‘faccia’ da perdere, sia pure dopo sondaggi, credibili che
siano, non desideriamo parlare.
Egli
non è un politico capace, altro che sindaco poco amato. Riteniamo che i
foggiani lo elessero sindaco perché in tempo di elezioni comunali, non
conoscendo ancora il dissesto finanziario nel quale certa politica aveva
determinato il Comune, una parte modesta ma sufficiente di loro si lasciò incantare
dalla favola mongelliana e sinistramente politica di una Foggia che sarebbe
diventata la Capitale
in ogni settore della vita: cultura, economia, politica, ricchezza, benessere. Una
menzogna truffaldina. Non c’è sviluppo senza un progetto. Non c’è progetto che
non fissi dei costi e che non implichi disponibilità economica. Mongelli già sapeva
che, nel caso fosse stato eletto sindaco, il sindaco uscente, stesso partito d’appartenenza
politica, gli avrebbe lasciato un cumulo di debiti e una cassa comunale senza
un euro. Allora? Le sue promesse da ‘senza faccia’ erano intenzionalmente
false; gli servirono per imbrogliare i foggiani: suoi elettori e non.
Nondimeno riportiamo che troppi foggiani lo amano
ancora: . Aggiungiamo, per chiudere, che
sono pure troppe le famiglie di foggiani che hanno lasciato e lasciano questa
Città per raggiungere e vivere luoghi urbani e civili. Anche questa è e sarà
storia di Foggia. gm