martedì 15 gennaio 2013

IL SINDACO DI FOGGIA HA PERSO LA FACCIA.

Per questo non dovrebbe neppure poter parlare. I fatti spiegano tutto …










Da mesi non scriviamo di Foggia. Eppure abbiamo avviato ogni nostra giornata con l’augurio che essa fosse quella buona per questa Città: quella in cui i foggiani si liberassero (ribellassero) dai soggetti di potere che li vessavano e che li derubavano.
Insomma, poteva succedere una rivoluzione del popolo: avviata dai cittadini anziani, coscienti di come la loro sia stata ogni giorno una vita urbana degradata da quegli amministratori farabutti che essi stessi avevano eletto con fare sconsiderato.
Insomma poteva esserci una reazione da parte dei giovani foggiani; che so, in occasione del loro solito rimenare all’avvio dell’anno scolastico. In considerazione del fatto che alla preoccupazione per una Scuola nazionale resa ogni anno più provvisoria, dovessero anteporre e comunque sommare la drammatica situazione del vivere nella loro città.
Insomma poteva ribellarsi quella società foggiana, intellettuale e proclamatasi colta, che fino a qualche anno fa s’è  iperautolusingata, concorrendo dai cenacoli agli avvenimenti culturali gratis. Un periodo in cui a Foggia sono prosperati tanti circoli cittadini, la cui migliore attività culturale si ricorda con quella della lotta alla merda dei cani, mentre nelle edicole e nelle librerie cittadine diminuivano le pubblicazioni in vendita.
Da tempo non scrivevamo di Foggia e degli amministratori pubblici che l’hanno dissestata in ogni modo.
Perché ci chiedevamo se la realtà che ci sensibilizzava, non ci rendesse sclerotici.
Potevano pure avere ragione quei foggiani che non si lamentavano dello stato disurbano della città, non sappiamo se essi corrispondessero con quanti si dicevano convinti di una Foggia la più bella delle città, la più vivibile, la più colta, la più ricca…  Dando ragioni da vendersi al primo cittadino di Foggia, quel sindaco Gianni Mongelli di cui male si dice mentre egli stesso si dice…: "Non mi sento l'ultimo sindaco del Paese e Foggia non è l'ultima città d'Italia".
Sì, nel 2012, nella classifica sulla qualità della vita delle città italiane, mentre la nostra Città è risalita di qualche posizione, rispetto all’ultima assegnatale l’anno 2011, il nostro sindaco (con i suoi amministratori) rimedia l’ultimo posto nella classifica sul gradimento dei sindaci italiani da parte dei loro loro cittadini. Insomma, da qualche giorno, il sindaco di Foggia è il meno apprezzato dai concittadini, tra tutti i sindaci d’Italia. Il sondaggio, che si intitola «Governance Poll 2012», è stato realizzato da Ipr Marketing per Il Sole 24 Ore. Le interviste sono state effettuate tra il 15 settembre e il 15 dicembre 2012. Agli intervistati (800 per Comune capoluogo) è stato chiesto: «Se domani ci fossero le elezioni comunali, lei voterebbe a favore o contro l'attuale sindaco?».  Mongelli, secondo il sondaggio, oggi avrebbe il 42 per cento dei consensi: 11,4 punti in meno rispetto alla maggioranza del 53,4 per cento che lo elesse primo cittadino nel 2009.
Ora, francamente, di queste indagini generalizzate, perché condotte su parametri standard e nazionali di vita urbana, c’interessa poco. C’interessa invece fissare la verità sullo stato attuale delle cose politiche, amministrative, urbane, che riguardano Foggia ed i foggiani. Del sindaco Mongelli, un sindaco che secondo noi non ha ‘faccia’ o attributi altri per governare Foggia, il quale quindi non ha mai avuto una ‘faccia’ da perdere, sia pure dopo sondaggi, credibili che siano, non desideriamo parlare.
Egli non è un politico capace, altro che sindaco poco amato. Riteniamo che i foggiani lo elessero sindaco perché in tempo di elezioni comunali, non conoscendo ancora il dissesto finanziario nel quale certa politica aveva determinato il Comune, una parte modesta ma sufficiente di loro si lasciò incantare dalla favola mongelliana e sinistramente politica di una Foggia che sarebbe diventata la Capitale in ogni settore della vita: cultura, economia, politica, ricchezza, benessere. Una menzogna truffaldina. Non c’è sviluppo senza un progetto. Non c’è progetto che non fissi dei costi e che non implichi disponibilità economica. Mongelli già sapeva che, nel caso fosse stato eletto sindaco, il sindaco uscente, stesso partito d’appartenenza politica, gli avrebbe lasciato un cumulo di debiti e una cassa comunale senza un euro. Allora? Le sue promesse da ‘senza faccia’ erano intenzionalmente false; gli servirono per imbrogliare i foggiani: suoi elettori e non.
Nondimeno riportiamo che troppi foggiani lo amano ancora: . Aggiungiamo, per chiudere, che sono pure troppe le famiglie di foggiani che hanno lasciato e lasciano questa Città per raggiungere e vivere luoghi urbani e civili. Anche questa è e sarà storia di Foggia. gm