mercoledì 25 agosto 2010

“ARRESTIAMO” QUESTI POLITICANTI E LA LORO POLITICA. PER IL BENE DI FOGGIA.

Il direttore di TeleFoggia, in un suo editoriale, ricorda ai cittadini foggiani che restano pochi giorni fino a giovedì 9 settembre, data in cui il Consiglio comunale di Foggia si riunirà per discutere il pronunciamento della Corte dei Conti sul conto consuntivo 2008 e le proposte dell’Amministrazione comunale, al Consiglio ed alla Città, indispensabili per scongiurare il dissesto finanziario.

Il giornalista Troisi, chissà perché, parla in nome dei cittadini foggiani, spiega che nessuno d’essi vuole che l’amministrazione comunale pronunci il fallimento economico e finanziario del Comune. A suo dire, l’attuale Sindaco, Mongelli, è persona brava, capace, volenterosa e per nulla responsabile della situazione disastrata in cui si trova il Comune di Foggia, in quanto la stessa risale alle amministrazioni che lo precedettero. Troisi chiude il suo articolo con una segnalazione grave e precisa, anche se essa non riporta nomi e cognomi.

Vi sarebbero 'vecchi' amministratori foggiani che si sono arricchiti durante il loro mandato-ufficio, quando, in contemporanea s’assottigliavano (non sappiamo se in proporzione) le casse del Comune di Foggia e quelle delle sue società partecipate.

Insomma, queste parole potrebbero dare una mossa a qualche magistrato del Tribunale di Foggia, affinché disponga d’indagare sugli amministratori in carica presso il Comune della nostra Città, nei tempi in cui il denaro dei cittadini foggiani si dissolveva rapidamente.

Chissà, qualcuno di essi, la sua famiglia, s’è arricchito all’improvviso. Dovrebbe spiegare al suo giudice, ai concittadini, ai suoi elettori, come è successo.

Noi che preferiamo parlare della ragione della Politica, non aspetteremo certo che prenda velocità la macchina della Giustizia.

E’ assodato che il nostro Comune ha totalizzato alcune centinaia di milioni di euro di passività, proprio nel periodo in cui cominciarono a latitare nella nostra Città i servizi principali: manutenzione delle strade cittadine, segnaletica stradale, pulizia di strade e aiuole e giardini, cassoni per la raccolta dell’immondizia, ecc.

Che fine facevano gli euro che introitava il Comune? Nel mentre la politica del fare, qui a Foggia, a sinistra ed a destra, non funzionava, la maggioranza di governo locale dispendeva e la minoranza balbettava. C’è voluto il tempo di un decennio, di silenzi, affinché i foggiani, cominciassero a sentire, non certo dalla politica deputata, che il Comune di Foggia non pagava i suoi fornitori e che questi lo subissavano con precetti di pagamento, sequestri giudiziari dei beni cittadini, oltre a tagliargli le forniture d’elettricità, l’acqua, il gas. Governava la politica del silenzio. Eppure segnali importanti, anno dopo anno, arrivavano ai foggiani dalle classifiche nazionali sullo stato di qualità della vita urbana, dove la nostra Città veniva declassificata puntualmente, sino ad occupare gli ultimi posti del vivere con decenza. Ma poi interveniva il sindaco beneletto, con qualche amministratore ruffiano, a raccontare la solita favola di una città incompresa, sottovalutata, offesa. Mentre era la politica locale ad ‘offendere’ i cittadini foggiani. Eppure, mentre la situazione urbana ed economica di Foggia peggiorava, quella in generale dei politicanti foggiani migliorava.

Miglioravano i loro abiti (alcuni avevano iniziato a far politica con ‘le pezze sul di dietro’); s’allungavano le loro autovetture; veniva fuori la casa al mare e poi quella in montagna. Crebbe persino il numero delle amanti di qualche politico foggiano, che a quella locale aveva aggiunto la donna per il suo passatempo in quel di Roma. Populismo? Qualunquismo? O politica dei fregapopolo? Ad ognuno l’opinione che merita. Ma la politica di questo ultimo decennio, così come s’è svolta nella nostra Città, è di quelle senza arte né parte. Anzi è di gente che ha dimostrato con i danni causati a noi cittadini di non avere nulla a che fare con la Politica e nemmeno con quei gruppi di potere dai quali oggi essa sembra derivare. Qui siamo in presenza di quaquaraqua, senza testa, senza scrupoli, senza dignità. E farebbe molto male a tutti, oltre il dovuto, se tale gentaglia la facesse franca, gabbando la Legge e l’intero popolo di Foggia.

Arrestiamo questa marmaglia; fermiamo per un po’ d’anni la politica foggiana, fino a quando essa non tornerà ad avere la P iniziale maiuscola. Occorre controllare dettagliatamente il corso del denaro pubblico nel nostro Comune. Anche se per arrivare a ciò occorresse il coraggio di chiamare col suo nome una situazione amministrativa sostanzialmente già creata, il cui nome è: dissesto finanziario.

Di questa politica da bloccare, per il bene della nostra Città, fa parte senza scusanti d’occasione, lo stesso sindaco di Foggia, quello attualmente in carica. Che Mongelli sia un uomo bravo, generoso, non riguarda la sua responsabilità come soggetto politico. Egli è sempre il prodotto di quella politica, di quella parte politica che ha governato Foggia con un disfare tanto disastroso. Egli è espressione del partito politico che ha ancora in organico di potere gli uomini colpevoli dello

stato fallimentare del Comune di Foggia. E poi, ci sono i pesanti silenzi con cui egli ha nascosto alla cittadinanza lo stato delle finanze comunali, dal giorno in cui ci furono le consegne amministrative della Città, dal precedente sindaco a lui. Non una sua parola sulla situazione che egli prendeva in carico (di responsabilità). Ma questi sindaci, l’uscente Ciliberti e il subentrante Mongelli, appartenenti allo stesso partito politico, prima del giorno della consegna e dell’investitura, di per sé gravido di enormi responsabilità, si saranno incontrati nella direzione del comune partito d’appartenenza: Mongelli avrà chiesto a Ciliberti “Che situazione economica mi lasci? Vedi che io ho promesso ai foggiani di fare della loro Città la Capitale di Tutto. Che mi dici delle puntualizzazioni fatte dalla Corte dei Conti sui bilanci della tua amministrazione? Da oggi ne risponderò io.” Noi non sapremo mai che si dissero. Vedemmo Mongelli farsi carico della cassa comunale, pur sapendola piena di ingiunzioni giudiziarie di pagamento. Poi ancora il silenzio di Mongelli, poi qualche sua dichiarazione riguardante l’avere taciuto sui debiti del Comune, dei cittadini foggiani: “Per non preoccupare i miei elettori – fu la sua risposta.

Poi la messinscena dell’aiuto indirizzato al Governo nazionale affinché affidasse milionate di euro nelle mani di un’amministrazione, la sua, comunque di continuità partitica con la precedente. Poi la sua ‘missione’ in quel di Bari, presso la Corte dei Conti, risoltasi negativamente. Insomma, buon uomo a parte, ci sembra ci sia già tanto a proposito del Mongelli sindaco, perché anche la sua politica del fare, già sotto il controllo degli organi di controllo, venga sottoposta a indagine, doverosamente, o almeno al giudizio dei cittadini foggiani. gma