venerdì 26 giugno 2009

GOOD MORNING FOGGIA -ven 26 giugno 2009

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Venerdi' 26 pioggia e schiarite 18 29 W 16 km/h
60%

NOTIZIE

  • Memo "giorno per giorno, fino al 100simo giorno"
-100

IL PROGRAMMA Foggia Capitale in 100 giorni, del sindaco MONGELLI.
CONSIGLIO COMUNALE DEL 20 LUGLIO 2009

1. Approvazione del programma di rigenerazione urbana dei Quartieri Settecenteschi, dell’area della Stazione, delle aree industriali dismesse.

2. Piano straordinario per la manutenzione delle strade da attuare entro il 31.12.2009.

3. Attivazione del Laboratorio per il Piano Urbanistico Generale.

CONSIGLIO COMUNALE DEL 7 SETTEMBRE 2009

4. Approvazione regolamento per la completa digitalizzazione di tutti i documenti, formati all’interno e all’esterno dell’Amministrazione e dagli organi istituzionali (Risparmio di carta – Trasparenza/pubblicazione on line).

5. Sottoscrizione dell’Accordo quadro di partenariato Comune di Foggia-Arcidiocesi di Foggia-Bovino-Terzo Settore per l’attivazione di interventi integrati di assistenza e accoglienza in favore dei poveri e dei migranti.

6. Approvazione del Piano per le aree di insediamento produttivo.

7. Istituzione della Commissione per la costituzione dei Municipi e l’attuazione del decentramento operativo.

CONSIGLIO COMUNALE DEL 21 SETTEMBRE 2009

8. Attivazione delle Porte Sociali: punti unici di accesso ai servizi socio-sanitari territoriali

9. Organizzazione di servizi di pubblica sicurezza e di trasporto per le residenze rurali del territorio comunale.

10. Copertura WI-FI dell’ambito urbano ed extraurbano del territorio comunale.


  • Commenti
FOGGIA. QUELLI CHE NON VOTANO... PERCHE?

Sono tanti, oltre 60mila, i foggiani che nei giorni scorsi non sono andati a votare per eleggere il Sindaco e gli amministratori comunali. Anche a Foggia, quindi, prevale numericamente l“Astensionismo”. Anche a Foggia succede che i commentatori della politica, i partiti, l’informazione, parlino poco di questo fenomeno. Pure se questo ‘mostro’ assale la Politica dal dopoguerra, profittando dei momenti in cui essa è più debole, a causa delle trasformazioni che attraversa: il cambio di nome dei partiti, le scissioni, le ricomposizioni, i nuovi simboli, ecc.

Noi riteniamo che non si debba trascurare o, ancor peggio, eclissare questo fatto, perché esso spiega il sentire di parte della Società a proposito di un momento importante, quello costitutivo della sua sovranità, quando si fa voce della libera, manifesta, scelta dei suoi rappresentanti, nei posti chiave dell’amministrazione pubblica. Ed allora vogliamo parlarne, proporre il tema alla discussione di tutti, aprire un dibattito tra noi cittadini foggiani sulla seguente domanda: “Perchè a Foggia quelli che non votano sono ormai maggioranza?” Per chiarire il senso dell’Astensionismo, riportiamo il materiale di commento all’interno d’una indagine Istat condotta dal Ministero degli Interni, poi i commenti ripresi sull’argomento da un blog di giovani, infine le nostre considerazioni su questa maggioranza silenziosa di foggiani che fanno comunque parte della comunità locale ‘organizzata’, all’interno della quale occupano un posto di lavoro, prendono diritti e ‘doveri(?)’, sono pure essi contitolari di un bene pubblico comune.

Ecco la parte di commento estratta da una inchiesta governativa sull’Astensionismo nazionale.

Il deporre la scheda nell’urna è percepito sempre meno come un diritto, e ancor meno come un dovere, e sempre più come una facoltà di cui avvalersi. Emerge una difficoltà oggettiva a seguire la politica e le sue trasformazioni: il cambio di nome dei partiti, le scissioni, le ricomposizioni, i nuovi simboli, ecc. L’astensionismo diventa quindi una risposta naturale, quasi fisiologica, ad una situazione complessa e il più delle volte incomprensibile, relativa allo stato dei partiti. Ma l’astensionismo non è necessariamente sintomo di sfiducia totale, né rifiuto aperto e categorico, esso può anche rappresentare un’attesa per un successivo riallineamento. Gli elettori hanno imparato ad affrancarsi dalla dipendenza dai partiti, votano con maggiore razionalità e soppesano l’offerta politica, alzando il livello della richiesta in termini di conquista della loro fiducia. E quando i partiti non meritano la fiducia degli elettori, questi ultimi hanno imparato ad usare l’arma del non voto come mezzo ulteriore per esprimere il loro giudizio. L’astensionismo può essere “sanzionatorio”: si sceglie di non votare ad una elezione per inviare un segnale al proprio partito di riferimento, se non all’intero sistema dei partiti. Si usa il non voto, in altre parole, così come ieri si usava solo il voto. ... Di fronte a buone prassi nell’amministrazione della cosa pubblica, non è infondato attendersi un possibile rientro dall’astensione. ... Il problema che si pone al sistema democratico è come realizzare questo salto in avanti, come innovare l’offerta partitica, come riconquistare il numero crescente di voti inespressi.

Seguono i box di discussione estratti da un blog che ha in rete una discussione sull’Astensionismo.

Admin: Mai astenersi dal commentare l’astensione…
Astenuti in quanto affetti da astenia da partecipazione? Loro sì sono una massa gioiosa, massa mossa dalle messe di indifferenza per una realtà che appare sfuggire da ogni sforzo di governabilità. Loro non scelgono, loro non si sporcano le mani. Non si può influire, tutto è già deciso. Uno vale l’altro. Loro non perdono mai le elezioni. È anche vero che non le vincono, “ma qualcuno (elettore) le hai mai vinte?
Secoli di lotte per il diritto al voto svaniti nell’indifferenza di interi mezzi popoli che si sentono scavalcati e che ritengono la politica un inutile orpello dell’economia spadroneggiante, onnipotente e impermeabile al mondo. Dal suffragio universale alla messa di suffragio per la democrazia. Il suffragio era il fragore del popolo che decideva. Questo fragore ora è solo flebile ammutolirsi di deboli voci. Neanche la crisi scuote le coscienze, la soluzione non viene percepita come politica ma economica e allora perché perdere tempo con i commedianti della democrazia? Un terreno così dissodato dalle disillusioni è fertile per le derive peggiori. Gli argini sono sempre più sfaldati.
Vincenzo Cucinotta ha detto...

Secondo me, la facoltà di imbucare una scheda nell'urna non è una cosa in sè che trovo fondamentale.
Democrazia per me è avere un'opinione da esprimere, avere un proprio personale racconto, ciò che viene chiamato individualità. Che sotto dettatura metta un segno in una scheda, o che non lo faccia, non mi pare faccia una grande differenza. Effettivamente, ho trovato troppa retorica nei blogs sulle elezioni, troppa retorica e troppo frastuono...

progvolution ha detto...

x Alberto
giusto, sommiamo anche quello per dare un senso al distacco che si è realizzato
x Vincenzo
molta retorica, vero. Ma questa tua posizione sul voto mi stupisce, "I segni sulle schede" fanno la differenza tra la dittatura e la libertà. I racconti personali vanno bene prima e dopo,

Daniele Verzetti il Rockpoeta ha detto...

Io credo che l'astensione fatta per scelta abbia un grande peso politico e dovrebbe averlo in un Paese civile.
Aggiungo che vedo poca differenza tra astenersi e votare un partito che non ha passato lo sbarramento se non il credere ed illudersi di poter scegliere davvero una realtà che possa dare una svolta o quantomeno solidarizzare con una realtà debole ma che senti cmq affine a te (vedi il voto ai Radicali per es a mio avviso)

Nicole ha detto...

Negli ultimi anni ho pensato spesso di non votare, ma all'ultimo minuto qualcosa mi ha sempre spinta a ritornare sui miei propositi. Non so cosa sia giusto o meno. So, che non me la sono sentita voltare le spalle ad una pagina di storia scritta con il sangue. Ma scegliere per chi votare è sempre più arduo.

gaz ha detto...

Continuo a pensare che il mio voto abbia lo stesso un significato...forse ce l'ha solo per me, ormai.
Come per te, il mio voto è andato perduto, dimenticato, abbandonato.
Resterà là, con il tuo e quello di chi non ha voluto buttarlo in pasto al miglior offerente.
Servirà spero a ripensare a nuove possibilità.

Vincenzo Cucinotta ha detto...
In ogni caso, vorrei ricordarti che le votazioni non sono affatto prerogativa esclusiva dei sistemi democratici, in tante dittature si vota.
La vera differenza tra democrazia e dittatura consiste in verità nell'esistenza di regole valide erga omnes, regole messe proprio a difesa delle minoranze. In democrazia, deciderà magari la maggioranza (ma allora il premio di maggioranza lo viola?), ma soprattutto si ha diritto ad essere minoranza.

ALEPH ha detto...

Non ci farei sopra troppa sociologia. Chi si astiene è colui che non gliene frega niente , sta storia che l'astensione è un moto di protesta non regge proprio. Se protesti DEVI andare a votare, comunque sia.
A vincenzo vorrei chiedere : ma cos'è che ritieni importante tu? Per te niente vale niente, siamo solo DNA e tanto vale che ognuno pensi per sè...

Crocco1830 ha detto...

Io credo che sì, stanno tentando di disabituarci alla democrazia. La stessa idea dell'uomo forte di governo va in quella direzione.
Ti chiedi perchè fare la morale a chi se ne tira fuori dalla democrazia. Proprio per questo, per ci rinuncia.

Arnicamontana ha detto...

Sono d'accordo con Aleph e secondo me le due posizioni non sono paragonabili...Chi ha votato un partito sotto la soglia di sbarramento l'ha fatto perché stanco di turarsi il naso, stanco di sostenere questa specie di "sinistra" (e cioè Centro) con la spada di Damocle della dispersione. Chi ha votato uno dei partiti della cosidetta "sinistra radicale" è stanco di essere ricattabile ma vuole PARTECIPARE alla vita politica di un Paese alla deriva, ancora vuole esprimere la propria posizione. Chi si è astenuto ha lasciato decidere comunque gli altri, ha in ogni caso perso un'occasione per far sapere al Reuccio che non sta dalla sua parte. Un pò come il silenzio assenso. L'astensionismo ha senso solo se è di massa, altrimenti che forma di protesta è?

La Mente Persa ha detto...
La partita mediatica delle elezioni si gioca con il voto degli astenuti e pure con chi decide di lasciare il proprio partito di sinistra perché in minoranza a favore della potente coalizione senza sangue ne parte.
Se la pubblicità e gli spin doctor puntano su questo, forse esprimere le proprie idee in cabina elettorale non è un male così grande... E cmq poniamoci una domanda essenziale: quanto i partiti lottano per gli italiani e quanto sono macchine mediatiche e di potere? Il grande limite del voto risiede nel suo forte legame con l'IDEOLOGIA, a volte si tollerano troppo taluni governanti nel nome di una bandiera.

progvolution ha detto...

x Daniele
dici bene, illudersi...
x Nicole
non bisogna mai mollare, forse...
ormai mi sento circondata da questo Paese e non è una bella sensazione
x Gaz
vorrei riuscire a sperarlo
x Vincenzo
le elezioni nelle dittature sono farse, questo è un dato di sostanza non di forma!
Comunque non è lo spazio giusto per discutere sui noti paradossi della democrazia
x Bruno
discorso molto sensato solo che a volte prevale lo stomaco sulla ragione e, a volte, non so dare torto a chi fa prevalere il disgusto. Attualmente si perde in ogni caso
x Aleph
mi sembra che semplifichi troppo, l'astensione ha molti ragioni sociologiche dietro. Capirle farebbe bene alla democrazia o a quel che ne rimane
x Crocco
come dicevo da te, c'è molto da lavorare
x Arnica
giusto quello che dici Lo sento mia. Ma c'è una vocina che si insinua nella mia testa che mi mette il tarlo che certe idealità romantiche siano, pragmaticamente, utili quando l'astensione del menefreghista. E questo mi fa male
x Mente persa
hai ragione anch'io per molti versi sono intrappolato in architetture ideologiche, penso che sia una questione che a sinistra bisognerebbe affrontare
x sytry82
al referendum l'astensione sarà tutta un'altra questione... io mi asterrò

siipaziente ha detto...

even that this is the first time that i vote in italy -
-onorato di aver diritto di votare -
credo che astenersi non è una posizione - efharistò

ilpoeta ha detto...

Credo che sia sbagliato non votare...tanto i politici se ne infischiano se vota l'80 o il 50%, a loro interessano solo le poltrone...resta il fatto comunque che un'alta astensione è un segnale politico forte...
Un saluto!

Pierprandi ha detto...

L'astensionismo trovo che abbia un buon peso politico, ma sono uno che crede che non esercitare il proprio diritto di voto sia un insulto a chi si è sacrificado per far si che oggi questo diritto ce l'abbiamo... A presto

la bislacca ha detto...
Anch'io, sai, mi indigno quando vedo intorno a me l'indifferenza di chi a votare non pensa nemmeno di andarci. Come se non fosse ANCHE affar suo. E penso, tanto per dire, alle lotte che abbiamo dovuto sostenere noi donne per averlo, il diritto al voto. Quindi una donna che non andasse a votare per indifferenza sarebbe due volte colpevole.


Ma, insomma, chi sono questi (vivono tra noi) che non hanno votato alle ultime elezioni comunali? Tentiamo di dare a questi soggetti un profilo? Ipotizziamo. Non tralasciando il particolare che l’elezione del Sindaco di Foggia è avvenuta in due tornate; che il numero dei non votanti è aumentato notevolmente nella fase del ballottaggio, quando la competizione s’è molto personalizzata, spostandosi dagli schieramenti partitici, focalizzata sui due candidati. Che i soggetti in ballottaggio non siano risultati molto graditi, oppure che essi non hanno trasmesso agli elettori la stessa ‘spinta’ che seppero dare i partiti schierati? Comunque sia resta il dato dei non votanti di questa Città, molto alto, vicino ai 60mila astenuti. Un dato negativo, secondo noi, che indebolisce la voce dei cittadini votanti, che proietta un’ombra sulle istituzioni appena elette, che fa discutere sullo stato di salute dell’intera società foggiana. Chi sono questi astenuti?

Gente che ha difficoltà oggettiva a seguire la politica, oppure cittadini che non hanno più fiducia nella politica in generale e in quella locale? Ci piace commentare con la voce di alcuni giovani, dal blog su descritto:

progvolution ha detto...

"I segni sulle schede" fanno la differenza tra la dittatura e la libertà. I racconti personali vanno bene prima e dopo”.

Nicole ha detto...

Negli ultimi anni ho pensato spesso di non votare, ma all'ultimo minuto qualcosa mi ha sempre spinta a ritornare sui miei propositi. Non so cosa sia giusto o meno. So, che non me la sono sentita voltare le spalle ad una pagina di storia scritta con il sangue. Ma scegliere per chi votare è sempre più arduo.

gaz ha detto...

Continuo a pensare che il mio voto abbia lo stesso un significato...forse ce l'ha solo per me, ormai.
Come per te, il mio voto è andato perduto, dimenticato, abbandonato.
Resterà là, con il tuo e quello di chi non ha voluto buttarlo in pasto al miglior offerente.
Servirà spero a ripensare a nuove possibilità.

ALEPH ha detto...

Non ci farei sopra troppa sociologia. Chi si astiene è colui che non gliene frega niente , sta storia che l'astensione è un moto di protesta non regge proprio. Se protesti DEVI andare a votare, comunque sia.

siipaziente ha detto...

even that this is the first time that i vote in italy -
-onorato di aver diritto di votare -
credo che astenersi non è una posizione.

Pierprandi ha detto...

L'astensionismo trovo che abbia un buon peso politico, ma sono uno che crede che non esercitare il proprio diritto di voto sia un insulto a chi si è sacrificato per far si che oggi questo diritto ce l'abbiamo... A presto

la bislacca ha detto...
Anch'io, sai, mi indigno quando vedo intorno a me l'indifferenza di chi a votare non pensa nemmeno di andarci. Come se non fosse ANCHE affar suo. E penso, tanto per dire, alle lotte che abbiamo dovuto sostenere noi donne per averlo, il diritto al voto. Quindi una donna che non andasse a votare per indifferenza sarebbe due volte colpevole.

Votare è un impulso naturale dell’animo del cittadino probo, che sa naturalmente come vivere la sua vita all’interno della società civilmente organizzata. Alla quale contribuisce col suo lavoro, con l’impianto della propria famiglia; alla quale chiede il rispetto delle regole statuite in soccorso di ciascuna persona. Il voto, sia esso letto come un punto di diritto o una facoltà libera, è comunque un impulso che viene naturale e s’afferma in coloro che sanno cosa significhi appartenere alla società. Tutti i foggiani che hanno scelto di non votare, ricchi o poveri, sfiduciati ed indignati, non si sono comportati civilmente. Essi non hanno cultura del vivere civile e trovano posizione ai margini della nostra cittadinanza. Essi sono quelli che sottraggono tono di civiltà alla nostra Città, al livello pur elementare della vita che vi conduciamo. Sono quelli, oppure simili a quelli, che non hanno rispetto per alcuno. Sono quelli che non rispettano i semafori o parcheggiano dove gli è comodo. Sono quelli che a metà strada dal cassonetto dell’immondizia, buttano le buste della loro immondizia. Sono quelli che lasciano nei prati la merda dei loro cani. Intolleranti d’ogni principio di vita in comune. Per concludere, che passi il loro astensionismo, ma non nel nome d’una democrazia non percepita. Torniamo a dire che la qualità della vita nella nostra Foggia, deve essere basata su una estesa e spessa operazione di cultura civica. gma


  • Le buone
LE STRADE DI FOGGIA RITORNANO PULITE.

L'Amica S.p.A., a pochi giorni dall'elezione del nuovo Sindaco rimette al lavoro i suoi operatori ecologici e le strade tornano ad essere pulite. Questa mattina abbiamo visto all'opera, in alcune zone, anche tre lavoratori della municipalizzata, i quali, in gruppo, provvedevano con buona lena a fare pulizia. E la differenza, rispetto alla situazione di sporcizia dei giorni scorsi, visibile a primo impatto, in tutte le strade cittadine, ci è subito balzata agli occhi. La piazza in cui stazionavamo, le strade circostanti, meravigliavano a causa della loro pulizia. Ed anche le aree verdi, gli spazi di terra intorno agli alberi, erano lustri: tirati a lucido, sgombri da immondizia, rasati, innaffiati. Insomma, un bel vedere. L'attestazione che questa nostra Città, quando è curata, pulita, assume tutt'altro aspetto all'occhio dei cittadini, i quali, se reagiscono come noi, hanno sentore di una vita urbana migliore. Certo noi foggiani sappiamo dei problemi economici che, durante l'amministrazione precedente, hanno penalizzano i dipendenti delle municipalizzata. Crediamo che essi non si siano già risolti. Tuttavia, evidentemente, l'elezione del nuovo Sindaco di Foggia li lascia ben sperare, al punto da sentirsi fiduciosi, da voler dimostrare quanto la loro opera sia importante per la Città.
Noi cittadini foggiani siamo certi di ciò e ci attendiamo dalla nuova Amministrazione che il primo atto amministrativo riguardi proprio l'Amica ed i suoi dipendenti.