sabato 24 ottobre 2009

MOLDAUNIA? NO PUGLIA -2



MAL-DAUNIA A PARTE


<... I rapporti commerciali tra noi sono pressoché nulli. Manca la consuetudine e la tradizione del rapporto commerciale. ...Nel barese esiste l’industria meccanica, noi abbiamo una economia, un’attrezzatura tecnica, un bracciantato adeguati alla sola opera granaria.

Come si vede ci troviamo di fronte a due forme di economia essenzialmente diverse, anzi divergenti, certamente inconciliabili. ...Non esistono interessi nostri commerciali che siano rappresentati o espressi a Bari. Bari è riuscita a fare della sua provincia una compagine di grande coesione, una collettività di struttura organica forte che intende fedelmente agli interessi della provincia; è riuscita a suscitare in tutta la provincia la virtù costruttiva del lavoro e della concordia; è riuscita insomma a dare alla sua gente un indirizzo ed una fisionomia.

Questa situazione, sarà sicuramente dovuta anche a mancanza di cultura imprenditoriale adeguata e/o mancanza di determinazione da parte dei dauni, ma è indubbio che lo sviluppo della Daunia sia pesantemente condizionato dagli interessi accentratori del capoluogo regionale pugliese (Dulcis in fundo la nascita dell’Università a Foggia, un vero feudo barese).

Quindi il Molise per un verso e la Daunia per un altro, hanno tutto l’interesse ad unire le proprie capacità e potenzialità, complementari e non antagoniste, per esprimere insieme una realtà regionale omogenea, la cui valenza sarebbe di tutto rispetto, sia sotto il profilo territoriale che demografico.>>


Queste ‘le ragioni’ in base alle quali la provincia di Foggia dovrebbe uscire dalla Regione Puglia per passare a quella del Molise. Di per sé, esse spiegano soltanto lo stato di disagio e di debolezza, anzi d’effettiva inferiorità, che la politica ed i politici foggiani lamentano di vivere nell’ambito del Consiglio regionale. Perciò non pochi cittadini foggiani sollevano invece il problema della ‘qualità’ della classe politica foggiana, se sbottano: ”Evidentemente ce li meritiamo tutti (o quasi) i nostri rappresentanti che negli anni abbiamo mandato nei Palazzi.

Sì, foggiani e baresi hanno un carattere differente. A risentirne di più forse sono i foggiani. Non è certo l’antipatia o l’incompatibilità assoluta a dividerli. Quand’anche esse esistessero, nemmeno sono condivise da tutta la società foggiana. Certo i foggiani sono in difetto quando hanno a che fare con la furbizia “alla levantina”, con i baresi astuti, particolarmente abili nel commercio, scaltri, non sempre leali. Ma da questo a dire: “Fuggiamo dai Baresi. Sono la nostra rovina”. Beh, non è così.
Sono due economie territoriali diverse: la Daunia, agricoltura e edilizia; il Barese, terziario ed industria. Due mondi del lavoro, con uno sviluppo diverso, hanno formato, nel corso dei decenni, due società caratterialmente diverse.
La Daunia puntò sull’agricoltura ed intorno al 1946 ebbe una valenza economica forse superiore a quella della provincia di Bari, che invece soffriva l’attesa del rilancio del settore industriale nel Meridione della Repubblica Italia
Bari, “porta d'oriente", antico centro marinaro, una vocazione mercantile, costruì la sua fortuna proprio sul commercio.
Quindi due grandi Province, Bari e Foggia, ed una vivace competizione, soprattutto politica, all’interno della Regione Puglia, di cui Bari è capoluogo di regione e Foggia provincia.
E ritorniamo alla Politica: alla pratica di governo della Regione, della Provincia, dei Comuni. Il progresso economico di ogni comunità territoriale ha come punto di partenza la volontà fattiva dei suoi cittadini. Però è determinante per la sua realizzazione la qualità della Politica locale. Il sapere amministrare le varianti delle risorse territoriali, è ciò che valorizza concretamente lo sviluppo di ogni provincia. Pensiamo alla politica dei grossi affari, all’amministrazione delle opere pubbliche, al flusso di sostanziose somme di denaro, con le quali è possibile determinare grandi diversità nell’accelerazione dello sviluppo locale, per mezzo della qualità e della quantità dei servizi realizzabili. Una politica così influente ed anche lungimirante Foggia non l’ha mai messa in campo. Una linea politica precisa, di programma sullo sviluppo economico della provincia di Foggia, non è mai venuta fuori. Quindi nemmeno è stata ‘assalita’, ‘rapinata’ dai politici di Bari. Politici baresi che, comunque, questo è vero, si sono sempre dimostrati coerenti levantini, quindi abili contrattatori per il loro primario interesse. Dalla costituzione della Repubblica, degli enti regionali, ad oggi, i politici di Bari, in sintonia con la comunità barese, sono stati con il motore eternamente acceso, accelerato in direzione di un'intensa attività di diplomazia, di scambi culturali, superando i continui traguardi di proficui scambi commerciali. E’ ovvio che quest’azione ha formato una classe politica d’eccellenza, responsabile di pochi errori, nella programmazione dello sviluppo e della valorizzazione della propria provincia.
Invece la nostra Daunia, oggi si rivela sofferente, ha un calo notevole del settore agricolo (-8,8%), mentre la provincia di Bari vanta la crescita del settore terziario (+2,9%) e dell'Industria (+0,7%), settori sui quali ha basato la propria economia.

In conclusione, questa idea della Moldaunia (detto da un politico di Foggia): <<è la disperazione ultima di chi in qualche modo non si ritrova più e sente il malessere di appartenere ad un sistema che non lo tutela, è l’ultima isola, un miraggio a cui il cittadino si aggrappa in modo disperato. Quello a cui hanno diritto i cittadini della provincia di Foggia è una Capitanata diversa, forte, che ricerchi i motivi reali per sentirsi integrata nel governo regionale della Puglia, con un altissimo senso di fiducia nelle persone e nell’organico dei politici eletti a rappresentare la Provincia di Foggia.>>

Il Mal Daunia non si risolve con questo Moldaunia. A che ci serve cambiare casa, partito, regione, se prima non abbiamo dei politici di ‘classe’? gma