giovedì 17 settembre 2009

BUONGIORNO FOGGIA, giovedì 17 settembre 2009

Foggia T min T max Vento Prob. Precipitazione [%]
Giovedi' 17 pioggia e schiarite 18 27 W 12 km/h
60%
Venerdi' 18 sereno 19 27 NW 10 km/h

5%
Sabato 19 sereno 17 29 NW 12 km/h

5%
Domenica 20 pioggia e schiarite 18 25 NW 12 km/h
70%


Notizie.

Foggia, si rischia una nuova emergenza rifiuti.

“La situazione, di per sé già grave, potrebbe peggiorare a breve”. Non usa mezzi termini il presidente di Amica, Elio Amila, in riferimento alla grave crisi finanziaria dell’ex azienda municipalizzata. I lavoratori addetti al servizio di nettezza urbana della città capoluogo, infatti, non hanno ancora percepito gli stipendi del mese di agosto, ma la mancanza di liquidità, inoltre, non permette ai compattatori (ormai obsoleti e non più adatti, ndr) di poter ottenere i pezzi di ricambio necessari per pulire la città. Ad oggi, su una disponibilità totale di 40 mezzi, appena due sono in grado di poter raccogliere i rifiuti, con i conseguenti disagi che ne derivano per i cittadini foggiani. Dal Comune di Foggia, azionista unico dell’azienda, fanno sapere di aver erogato la somma dovuta per garantire gli stipendi dei lavoratori, ma ad oggi il mandato bancario non è ancora arrivato. La situazione ha spinto i lavoratori aderenti alle sigle sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl a protestare, ieri mattina, davanti a Palazzo di città in occasione del Consiglio comunale, ma è bene ricordare che l’Amica è creditore nei confronti del Comune di Foggia di circa 14 milioni di euro solo nell’ultimo anno. Tuttavia il cda dell’azienda di corso del Mezzogiorno ha proposto al sindaco Gianni Mongelli un prestito obbligazionario, così come hanno fatto altre aziende più importanti come la Fiat e l’Enel, in considerazione delle prospettive dell’azienda che tra circa un mese potrà attivare l’impianto di biostabilizzazione che produrrà reddito per l’azienda in quanto capace di smaltire ben 500 tonnellate al giorno di rifiuti, in attesa che entri in funzione anche la discarica per rifiuti speciali. L’altra ipotesi è smobilizzare il credito vantato, con il Comune che dovrebbe certificare il debito accumulato nei confronti dell’azienda per poter ottenere un finanziamento da parte di un istituto creditore ad un tasso del 6%, così come prevede il Decreto Legge 185/2009. Con quest’ultima soluzione l’Amica inizierebbe a pagare tra tre anni, per sette anni, avendo però già a disposizione degli utili di sicuro provento, ma soprattutto per pagare le spettanze ai lavoratori ed ai creditori. Dal Comune di Foggia, però, ancora tutto tace, e tra qualche giorno in città si potrebbe ripresentare una nuova emergenza rifiuti a causa del mancato utilizzo delle macchine che hanno bisogno di manutenzione e gasolio. Anche il carburante, infatti, comincia a scarseggiare nell’azienda foggiana, che spesso è costretta ad usare le macchine della raccolta differenziata per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Da il quotidiano di foggia 17 set 2009

Le mani del Molise sulle Tremiti.

La proposta è seria, più seria di quanto non sembri a prima vista. La questione di un possibile passaggio delle Isole Tremiti al Molise torna a riproporsi ciclicamente. Questa volta, però, non si tratta di una boutade e che l'iniziativa potrebbe tradursi in qualcosa di concreto è confermato proprio dal clamore suscitato dall'iniziativa del vicesegretario nazionale di Alleanza di Centro, Alberto Montano, che, il giorno dopo l'approvazione unanime in consiglio comunale dell'odg sull'impegno dell'Amministrazione comunale di Termoli alla permanenza del collegamento via mare tra il porto della cittadina molisana e l'Arcipelago, a rischio soppressione, ha lanciato quella che è stata definita come una proposta di annessione delle Isole Tremiti al Molise. In realtà, non si tratterebbe di annessione, in quanto una Regione non può decidere unilateralmente di impossessarsi di un territorio che non le compete, ma piuttosto di un trasferimento, che potrebbe diventare d'attualità qualora i diretti interessati, i cittadini tremitesi, fossero d'accordo. E’ proprio questa la strada delineata da Montano che, commentando la proposta, ha fatto rilevare come le isole Diomedee siano già di competenza della Capitaneria di porto di Termoli, "e potrebbero entrare a far parte della provincia molisana, visti i rapporti turistici e di trasporto molto stretti con il litorale locale. L'iniziativa - ha precisato il vicesegretario nazionale di Alleanza di Centro - dovrà essere vagliata dal primo cittadino isolano, Giuseppe Calabrese, anche in virtù della riforma sul federalismo in atto da parte del Governo." "La mia è un'idea - ha concluso Montano, consigliere di minoranza del Comune di Termoli che dovrà essere valutata dall'amministrazione interessata e dagli stessi isolani attraverso l'indizione di un referendum popolare con il quale decidere se passare al Molise o restare sotto la giurisdizione pugliese". Non si sono fatte attendere le reazioni da parte pugliese e dauna. Il primo ad intervenire è stato l'assessore provinciale al Turismo, Nicola Vascello, che ha puntualizzato che "le Isole Tremiti sono un patrimonio inestimabile della provincia di Foggia. La loro storia affonda le sue radici in quella della Daunia e della Puglia. La loro appartenenza geografica coincide con un'appartenenza di ordine culturale. Chi pensa di poter avviare una battaglia politica tesa a spostare questa perla del nostro territorio al Molise è completamente fuori strada: le Isole Tremiti non si toccano". A volerla dire tutta, anticamente faceva parte del territorio della Daunia, e successivamente della Capitanata, anche la stessa Termoli. La classe dirigente della provincia di Foggia non fu solerte quando si trattò di stabilire i confini tra le due Regioni, e così Termoli finì al Molise (che ne aveva peraltro assoluta necessità, in quanto rappresentava il suo naturale sbocco sul mare". Vascello va oltre, alzando la posta: "La comunità delle Tremiti, inserita in un sistema turistico che fa registrare qualcosa come 4 milioni di presenze ogni anno, è infatti legata al nostro territorio da un vincolo comunitario che le sortite esilaranti di Montano non possono neppure scalfire. Proprio in virtù di questo convincimento pensiamo sia arrivato il momento di intraprendere un'azione che sottragga le Isole Diomedee alla competenza della Capitaneria di Porto di Termoli, per portarla sotto l'egida di quella di Manfredonia. Un'idea - conclude l'assessore provinciale - che siamo certi sarà ampiamente condivisa dalla popolazione delle Isole Tremiti e dal sindaco Giuseppe Calabrese, al quale ci unisce un'amicizia sincera e verso il quale proviamo stima ed apprezzamento per il lavoro che egli svolge quotidianamente al servizio della sua comunità". Insomma, la palla passa adesso tra le mani del sindaco Calabrese e della comunità tremitese, che dovrà pronunciarsi, qualora prenda corpo l'idea di un referendum. Se la replica di Vascello costituisce un fatto senza dubbio positivo, che mostra una qualche inversione di tendenza nell'attenzione della classe dirigente quando si tratta di maneggiare argomenti scottanti come questi, converrà comunque non abbassare la guardia. Il passaggio di Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli nella sesta provincia pugliese è avvenuto quasi... senza colpo ferire, perché allora la politica restò a braccia conserte, facendosi prendere dagli eventi. Questa volta le cose sono un po' diverse, ma non si deve dimenticare che già in passato si erano profilate iniziative del genere. La maggior parte dei cittadini tremitesi, durante la stagione invernale, risiede infatti a Termoli, e l'esito di un referendum che contrapponesse Puglia e Molise non sarebbe per niente scontato. Più che archiviare l'iniziativa di Montano come una boutade, vanno dunque immediatamente intrapresi gli opportuni contatti con il sindaco Calabrese e con il consiglio comunale del Comune isolano, affinché l'iniziativa si sgonfi sul nascere. Da il quotidiano di foggia 17 set 2009

I commercianti guadagnano, i foggiani si fanno spremere.

I conti non tornano. E non è soltanto perché i dati dell'indagine Altroconsumo sui prezzi nelle maggiori città italiane riservano un'amarissima sorpresa a Bossi ed a quanti altri vagheggiano le gabbie salariali. Allo stato delle cose, agganciare l'andamento salariale al costo della vita favorirebbe i meridionali, e soprattutto i foggiani ed i palermitani, le cui città l'indagine indica come "maglia nera" quanto a possibilità di risparmio. I conti non tornano, perché mentre tutti gli altri indicatori certificano che a Foggia e in provincia di Foggia la crisi economica generale si sta abbattendo in modo parecchio pesante (ricordiamo, per tutti, l'aumento esponenziale delle ipoteche legali, che sono cresciute del 471 per cento nei primi mesi del 2009), i prezzi non si arrestano, ma salgono. Il tutto nel più totale disinteresse della politica. Ci saremmo aspettati di fronte ad un dato così impietoso una levata di scudi da parte di amministratori comunali e provinciali, ed invece niente. Paradossalmente, ma non troppo, i foggiani sono costretti ad ipotecarsi la casa per pagare i debiti; in città ed in provincia circola meno danaro, anche per effetto della drammatica crisi occupazionale, tra licenziamenti e continuo ricorso alla cassa integrazione, che erodono i redditi. I consumi calano, ma i prezzi crescono, alla faccia di ogni regola e di ogni logica di mercato. Perché accade tutto questo? Naturalmente è difficile trovare delle risposte a partire dai dati, nudi e crudi, di Altroconsumo, ma qualche considerazione si può fare lo stesso. L'indagine è condotta essenzialmente sulla base di due parametri: lo scostamento, maggiore o minore, dei prezzi medi praticati in una certa città rispetto alla media nazionale, e la forbice tra i prezzi massimi e minimi che si registrano all'interno della stessa città. Il primo dato si riferisce ai prezzi in quanto tali, il secondo alla concreta possibilità che i consumatori hanno di risparmiare, scegliendo tra un punto vendita e l'altro. Per la spesa annuale, i foggiani sono costretti a sborsare circa 6.800 euro l'anno, mentre la spesa media nazionale delle famiglie � di circa 6.600 euro l'anno. Secondo quanto afferma Altroconsumo "a Foggia e Palermo va la maglia nera visto che sono le città in cui, anche scegliendo il punto vendita più conveniente, non è possibile risparmiare rispetto alla media nazionale". C'è dunque una risposta abbastanza precisa alla domanda che abbiamo posto prima, a Foggia: non soltanto a Foggia i prezzi sono alti, ma anche scegliendo quelli più bassi, restano sempre superiori alla media nazionale. La conclusione non può che essere una: a Foggia il libero mercato non esiste; non c'è quella concorrenza che avvantaggia i consumatori, che restano dunque vittima di un mercato che propende da una parte sola. Per avere una conferma a questa tesi è sufficiente peraltro scorrere la graduatoria dei supermercati presi in esame da Altroconsumo. In ordine di convenienza sono: Esselunga, Panorama, Bennet, Iper e Carrefour. Dei cinque "marchi" più convenienti soltanto uno è presente nel tessuto commerciale foggiano, e, se tanto mi dà tanto, par di capire che in assenza di una robusta concorrenza pratica prezzi ben superiori a quanto sarebbe se ci fosse una grande distribuzione più radicata, nel capoluogo dauno. L'analisi conclusiva di Altroconsumo si addice perfettamente a Foggia: "il gioco virtuoso della concorrenza non funziona davvero in tutte le città. Ci sono capoluoghi di provincia, tra gli oltre 60 che abbiamo visitato, dove il risparmio annuale delle famiglie può essere molto alto (fino a 1.500 euro) scegliendo il supermercato meno caro e abbandonando il più esoso. In altre città però questa differenza è assai più lieve e non supera i 300 euro". Non è del resto un mistero che il settore della grande distribuzione è largamente latitante a Foggia che è tra i capoluoghi pugliesi di provincia quello che presenta la minore superficie di vendita destinata agli ipermercati. Una situazione che dovrebbe essere se non sanata almeno normalizzata con l'apertura del grande centro commerciale nell'ambito della riconversione del vecchio zuccherificio di Borgo Incoronata. Prospettiva che non piace neanche un poco alla Confcommercio foggiana che ha mobilitato i suoi iscritti per protestare contro la concessione dello spazio decisa dal Comune di Foggia. Dell'argomento si è discusso molto anche in campagna elettorale. Il candidato del centrodestra si era apertamente schierato contro il centro commerciale di Incoronata, mentre Mongelli, poi divenuto sindaco, aveva auspicato una soluzione condivisa. Ma bisogna far presto, perché i dati di Altroconsumo dimostrano che a rimetterci sono soltanto i consumatori, costretti a sborsare, per la spesa annuale, assai più che nel resto d'Italia. Da il quotidiano di foggia 17 set 2009