mercoledì 18 luglio 2012

MONGELLI SI DIMETTE DALLA CARICA DI SINDACO DI FOGGIA.

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Ancora 20 giorni d’attesa. Che non vi siano ripensamenti o, peggio, rim…pianti.

Poi, il Prefetto inizi la procedura di scioglimento del Consiglio comunale. Interrompa tutte le cariche politiche. Mandi a casa consiglieri ed assessori. Fermi i cittadini violenti.

Foggia venga restituita alla civiltà.

Cosa ha indotto il sindaco di Foggia a dimettersi, a formalizzare nello stesso giorno al protocollo la sua decisione? Si è davvero conclusa l’era del governo municipale di Gianni Mongelli? C’è pur sempre l’iter formale da rispettare: la convocazione del consiglio comunale; l’avvio della discussione politica su un atto destinato anche a sciogliere il consiglio comunale. Il termine dei venti giorni dalla convocazione del consiglio, affinché le dimissioni diventino irrevocabili… E’ comunque un periodo lungo da passare. Intanto è prossimo il “tutti in vacanza”. Però, alla fine, i cittadini di Foggia assoderanno se e quanta coerenza sia riuscita a pronunciare la politica dei partiti politici territoriali, in nome del salvataggio della Città di Foggia. Una politica che in un ventennio di governo cittadino, ha portato sino al fallimento la cassa del Comune. Dopo avere messo in ginocchio lo stato della vita sociale ed in condizioni di grave degrado l’ambiente cittadino. Di fronte alla cruda ed innegabile realtà di una Foggia, così come la vediamo noi foggiani, a parte quella valutazione riguardante la vivibilità urbana, che la umiliò agli ultimi posti dei comuni italiani, francamente noi non piangiamo lacrime se questo Sindaco in dimissioni metterà in condizione noi cittadini foggiani di sceglierci un sindaco altro: se non altro più informato e formato, per facilitare l’avvio di un realmente valido programma di rivalutazione della nostra Foggia. Che ciò avvenga dopo il periodo di governo di un commissario ‘prefettizio’ neppure deve spaventare noi foggiani. Chi è peggio di un Agostinacchio, di un Ciliberti, di un Mongelli?: tutti sindaci di Foggia nell’ultimo ventennio. Sindaci del partito della destra o della sinistra. Monocratici del declino urbano e civile di Foggia. Primi responsabili di un’amministrazione comunale deficitaria: cattivi amministratori e pessimi amanti della nostra città. Non sia che noi foggiani non siamo corresponsabili di questo periodo di degradamento civile. Sia perché fummo noi a sceglierci democraticamente quei sindaci. Sia perché, ancora oggi, primeggiamo ad abusare di paroloni come cultura, senso civico e delle istituzioni, modernità e progresso, senza conoscerne i valori e quindi senza praticarli esattamente. Anche se a parziale scusante di questo obbrobrio generale, c’è il fatto che, qui a Foggia, enti istituzionali e loro dirigenti, sono ir-responsabili oltre il lecito di assenteismo, anzi, di abuso, anzi di assoluta incapacità di governare il pubblico. Eppure questi sanno essere marpioni dell’affare. Si manifestano tutti e subito insuperabili nel farsi i loro affari privati. Vale ancora oggi il detto popolare: “sti’ pulit’c so arr’vt chi pezz n’gul e si sono fatti appartamenti, ville di proprietà al mare e in montagna… S’ sò aggiust’t pur i parint"?

Non parliamo del Comune. Non parliamo della Provincia. Non parliamo della Questura. Non parliamo del Tribunale. Neppure della locale Camera di Commercio. Non pensiamo ai loro dirigenti e funzionari. Quindi non parliamo né buttiamo la croce addosso ad un Mongelli, sindaco dimissionario.

A farci felici è il pensiero di tutti i ‘governanti’ padroncini, ancora oggi esercitanti cariche politiche in questo Comune, quando se ne torneranno nel loro privato. Il mondo sbaglia, ma noi faremo in modo che essi non riappaiano come rappresentanti del popolo in amministrazioni pubbliche.

Perciò un periodo di commissariamento ‘esterno’, può servire alla nostra Città. Come in genere è stato in altre situazioni simili. Per rinsavire la politica locale. Per confinare nella spazzatura i soggetti indigeni indegni, insieme con i disonesti. Per fare riemergere, della cultura, il valore partecipativo, quello di fare insieme, con onestà diffusa, l'interesse comunitario. gma