mercoledì 29 giugno 2011

IL SINDACO CHE MENTE E NON PROVA VERGOGNA.

Non è tanto l’ambizione che lo spinge a mentire senza vergognarsi, quanto la sua incapacità di governare con dignità, decenza e rispettabilità. E’ il pupazzo di gomma confezionatoci da certa politica per continuare a manipolare i soliti interessi.

E pensare che sono tanti i foggiani che dicono d’averne comprensione, di compatirlo. Perché: “Poverino, lui cerca di fare di tutto per salvare Foggia…”. Cari concittadini, è su questo “di tutto…” che dobbiamo discutere. In esso c’è proprio di tutto. Ci mettiamo anche la vergogna che provano i foggiani, per come è stata ridotta la città di Foggia in dodici anni di sciagurata amministrazione? O ciò non è legittimo? “Ma come, -dicono quegli altri- questo sindaco non ha trovato un euro nelle casse comunali, soltanto debiti… e quanti debiti. Ché pot’ fa…Rispondiamo che egli era a conoscenza della situazione debitoria del Comune di Foggia. Prima che egli fosse eletto. Il partito che lo candidava a sindaco era lo stesso che aveva già governato durante la precedente amministrazione Ciliberti (sindaco pure espresso da quel partito politico). Impossibile che egli non conoscesse la situazione debitoria reale (perché c’è poi anche quella occultata) del Comune che si candidava a governare. L’aspirante alla carica di sindaco, onesto, in una situazione simile si pone una domanda: Che posso promettere ai miei elettori? Non c’è liquidità nelle casse del Comune. Qualsiasi programma di miglioramento delle condizioni urbane comporta dei costi, quantificati, per verificare se il loro pagamento sia possibile. Salvo non ci sia l’idea malsana di combinare imbrogli con qualche imprenditore, da non pagare al compimento dell’opera. Insomma, all’epoca in cui Gianni Mongelli si candidava a sindaco, l’unica promessa che poteva essere fatta ai foggiani era quella di fare chiarezza sui conti di cassa del Comune, per poi denunciarli alla cittadinanza ed insieme scegliere l’unica via possibile: il risanamento della situazione amministrativa del Comune. Invece Mongelli sceglie di condurre una campagna elettorale all’insegna del meglio sono io. Io, IO, IO sono il volto nuovo per una città nuova (vedasi oggi com’è ridotta Foggia). Io, IO sarò il sindaco di Foggia Capitale, centrale di tutto: dell’economia, della cultura, dello spettacolo. Mongelli, lei fu, con & per programma, un capitale di menzogne, indecente alla pari della situazione in cui oggi versa la nostra Città

La stessa situazione della raccolta dell’immondizia, ad esempio, come dimostra la foto sotto a dx, era già un problema in città al tempo delle elezioni. Come quella del dissesto delle vie urbane e dell’incuria degli spazi di verde. Sì, mentre il candidato a sindaco Mongelli prometteva agli elettori foggiani ‘una città nuova’, la città di cui egli fabulava traboccava già d’immondizia non raccolta ed il Comune riceveva giornalmente atti giudiziari intrapresi dai cittadini rimasti danneggiati a causa delle buche stradali e dei marciapiedi sconnessi.

In verità, all’epoca delle elezioni, gli Ufficiali giudiziari del Tribunale locale erano di casa presso il Comune di Foggia, dove notificavano continuamente le ingiunzioni di pagamento intentate dai numerosi imprenditori, creditori di somme piccole e grandi, ai quali non erano state pagate dall’amministrazione comunale le fatture per i lavori loro commissionati ed effettuati. Tante imprese locali ancora stanno patendo difficoltà economiche, a causa delle continue insolvenze del Comune. Mentre tanti avvocati si sono arricchiti coi lunghi tempi di queste pratiche. Recente, risale a metà giugno scorso, è la vicenda del fabbro che ha realizzato per conto del Comune di Foggia lavori mai pagatigli. Disperato, è salito sulla tribuna dello stadio cittadino Zaccheria, ha minacciato di lanciarsi nel vuoto. Per evitare gesti insensati, interviene il sindaco, il quale promette che verrà pagato non appena il credito sarà stato accertato. C’è da sperare che i numerosi creditori del Comune di Foggia non seguano questo esempio. Riteniamo che molti d’essi si troverebbero a scegliere tra minestra e finestra, non disponendo il Comune del denaro per pagarli. Ebbene tanto per citare, rammentiamo come il consiglio comunale il 28 giugno scorso ha riconosciuto la legittimità del credito fuori bilancio di avvocati che lo hanno rappresentato dinnanzi al giudice ordinario e a quello amministrativo: la somma è di euro 5.195, da decurtare del 30%.

Ci chiediamo a tale proposito se i crediti degli avvocati abbiano più titolo rispetto a quelli di un’impresa che il Comune non ha pagato nei termini contrattualizzati.

Eppure, il consiglio comunale vuole aumentare del 35% la tassa che i cittadini pagano ogni anno al Comune di Foggia per la raccolta dell’immondizia. Gli amministratori comunali giustificano l’aumento col fatto che detta Tarsu è ferma dal 2002. Secondo i loro calcoli il Comune da nove anni ad oggi ci ha rimesso ben il 40% annuo sui costi della raccolta. E poi, essi aggiungono, si tratta d’allineare l’importo della Tarsu con quello praticato per la raccolta dai comuni simili (stesso numero d’abitanti). Di fronte al fatto che tutti i debiti contratti e non pagati dal Comune di Foggia, da un quindicennio ad oggi, comunque, saranno pagati dai foggiani, noi riteniamo che l’aumento di questa tassa sia accettabile. Tuttavia essa sarà proponibile solo nel caso che ai cittadini foggiani sarà stata data cognizione di un serio nuovo programma di riorganizzazione della raccolta e della pulizia della città, con risultati simili a quelli di città dette simili a Foggia. Invece, a sentire le poche dichiarazioni che ogni tanto ci delira il sindaco Mongelli, i cittadini foggiani debbono preoccuparsi ed adirarsi. Ne avrebbero piena ragione. Costui, senza provare vergogna per le false promesse che ebbe a fare durante la sua campagna elettorale a sindaco, senza vergognarsi per il fatto che sta coprendo le malefatte di amministratori precedenti appartenenti allo stesso partito politico che lo propose sindaco, ha la faccia tosta d’accusare i foggiani della situazione di sporcizia che degrada nella nostra città. Sindaco che mente non si vergogna. Anche quando, nella rubrica di un periodico cittadino, “le idee(?) –di chiunque”(ahi!)-, egli paragona i giorni caldi, le incertezze meteorologiche di questa estate ai tempi che sta vivendo Foggia. “La continua, a volte critica evoluzione –egli vagheggia- lascia poco o per nulla spazio alla riflessione e impone all’attività amministrativa ritmi inadatti all’analisi indispensabile ad affrontare in radice i problemi… Avverto la sensazione che nei primi giorni di luglio l’amministrazione nella sua interezza sarà chiamata a compiere scelte ed assumere decisioni fondamentali per migliorare il decoro e la vivibilità della città, per ristabilire un clima di fiduciosa collaborazione tra il Comune e i cittadini.” Lei vive di sensazioni, sindaco. Ancora? Ci vogliono i fatti per risanare i danni che la politica locale scellerata ha causato alla nostra comunità. Subito. E che siano concretamente elaborati e comunicati ai cittadini. Il caldo di questi giorni le impedisce di riflettere? Nonostante i suoi cittadini le paghino uffici e macchina climatizzati? Se ne vada in vacanza per sempre. Ci lasci eleggere un sindaco decente, onesto, efficiente. gma