mercoledì 2 settembre 2009

Buongiorno Foggia, mercoledì 2 settembre 2009

Foggia T min T max Vento Prob. Precipitazione [%]
Mercoledi' 2 nubi sparse 20 34 W 4 km/h

20%
Giovedi' 3 sole e caldo 21 35 W 5 km/h

5%


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IN PIENO CENTRO DI FOGGIA: LA VIOLENZA OMICIDA SCENDE IN PIAZZA
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E’ sera inoltrata, sono circa le ventidue e trenta, il luogo del fattaccio è al centro di Foggia, a pochi passi dalla Chiesa cattedrale, dalla Prefettura, dal Municipio. Una piccola piazza, che la sera inoltrata diventa luogo d’incontro e di trattenimento per la gioventù foggiana. Qui, un ragazzo diciassettenne viene ucciso con una coltellata da un coetaneo, nel mezzo di tanti altri giovani. Il fatto d’insolita violenza, non ha come attori elementi della criminalità o gente avvezza alla brutalità, coinvolge ragazzi comuni. Esso si consuma in un attimo. Al comportamento scriteriato di un ragazzo, che lancia qualcosa contro un coetaneo per sfida, segue la reazione violenta di quest’ultimo, che accoltella il provocatore. Non c’è diverbio tale da essere notato dai presenti; non c’è lite che richiami l’attenzione della gente che passeggia nei pressi o se ne sta seduta innanzi ai bar vicini. Ecco che parte la coltellata; l’accasciarsi del giovane colpito; il sangue che si riversa sull’asfalto; il levarsi delle prime grida di terrore, da parte di chi s’accorge della gravità dell’accaduto. Il seguito passa nella cronaca nera di questa Foggia: trattato con prudenza da televisioni, radio, giornali, è scambio di battute fantasiose nei mercati rionali, presso i bar, nelle parole distaccate di figari che nelle nuvole di borotalco che sbuffano sui clienti infilano anche qualche ‘taglio’ personale, come ‘ultima’ sulla vicenda. Questa uccisione, anche per il fatto che ha coinvolto dei ragazzi nei ruoli d’ucciso e d’uccisore, in altre città avrebbe scatenato pronte e spontanee reazioni da parte d’ogni strato civile della popolazione. Per meglio comprendere le cause che l’hanno scatenata, per impedirne la reiterazione, tutta la parte sana e non violenta di Foggia doveva farsi sentire e sentirsi in lutto per la fine violenta d’uno dei suoi giovani. Invece scopriamo che il nostro stupore, la nostra confusione, anzi, la pesante amarezza che proviamo, non sono legate tanto all’evento delittuoso, quanto allo stupefacente grave silenzio in cui è rimasta la nostra cittadinanza. Ciò conferma l’anomalia con cui convive la società di Foggia, cioè la greve ignoranza di cosa significhi il vivere civile. E trova certezza l’esistenza diffusa del disinteresse che attraversa tutta Foggia, per tutto ciò che avviene al di là delle mura domestiche. Il che è indice del vivere incivile tipico di una società poco educata, se non primitiva, che per abitudine istintiva trascura ogni aspetto che riguarda il vivere in collettività. Tutto il mondo è paese ma, a Foggia c’è ancora gusto e sapore e tradizione tali che a tanti piace continuare a fare i paesani d’altra epoca. Un nostro ragazzo è ucciso con violenza manuale, con una coltellata, alla presenza di tanta gente. Il gesto è crudo e sembra esprimere una crudeltà antica, quanto alla motivazione, all’esecuzione. Eppure esso non è opera di persone superstiti d’una mentalità arcaica, avvezza al rito dell’onore personale offeso, che si riscatta col sangue di chi ne causò l’oltraggio. La violenza incauta è messa in atto da un giovane della nostra società, vale a dire da chi è oggi il risultato del sistema di vita civile usato, oppure abusato, dalla nostra cittadinanza. Certo, certo, la sconsideratezza d’uno non è espressione del modo di vivere dell’intera cittadinanza foggiana. Non tutti giriamo con un coltello in tasca. Non tutti siamo provocatori. Però... sono in aumento gli atti d’inciviltà e di violenza contro le persone, in questa nostra Foggia. Sono tanti quelli che girano armati di coltello. Anche se queste armi non vengono poi dette tali, ma si cerca di farle passare come strumenti da scout o per le attività del tempo libero. Solo che il tempo libero di molti giovani diventa poi esercizio della forza del branco, esercizio della violenza dissennata tipica della ciurmaglia che sfida tutto e tutti. Non volemmo trovarci nella cronaca relativa a questo fattaccio, non vogliamo neppure spostarci nel commento antropologico sociale relativo. Lo lasciamo agli studiosi di questa materia, alle tante dame della cultura spiccia che si spaccia nei club, nelle associazioni senza profitto e senza utilità che proliferano a iosa nelle vie e nelle stradine di questa città, nei salotti privati riservati alla saccenza di ex d’ogni tipo. E poi, a Foggia sta per mettersi in funzione, dopo l’estate, l’attività abituale dei convegni a ripetizione, che tanto dilettano gli organizzatori ed altrettanto disinteressano i cittadini. Concludiamo invece con una richiesta, rivolta ad ogni autorità che è responsabile dell’ordine pubblico di questa nostra Foggia: “E’ vostro dovere applicare, anche a Foggia, con l’autorità e la puntualità prescritte, le norme esistenti che regolano i diritti ed i doveri relativi alla sicurezza delle collettività. Non ne avete capacità? Dimettetevi, cambiate lavoro.” gma



Foggia, ubriaco investe un bimbo e scappa: è già libero.

E’ già libero il foggiano arrestato dai carabinieri nella tarda serata di domenica con l’accusa di guida in stato di ebbrezza e omissione di soccorso, perchè avrebbe investito con la moto un bambino di 4 anni in via Lanza, ferendolo in maniera non grave. Il giudice monocratico ieri mattina, nel processo per direttissima, ha convalidato l’arresto di Francesco Lo Spoto, foggiano di 25 anni, scarcerandolo perchè ha ritenuto cessate le esigenze cautelari e rinviando il processo e la sentenza a fine settembre perchè il legale ha chiesto termini a difesa. Il pm chiedeva gli arresti domiciliari, l’avv. Carlo Alberto Mari la scarcerazione.
Il motociclista, già noto alle forze dell’ordine e arrestato anche per rapina negli anni passati, rispondendo alle domande del magistrato ha sostenuto che il bambino è sbucato all’improvviso e lui non è riuscito ad evitarlo. Perchè non si è fermato? Perchè è stato preso dal panico, la risposta del motociclista che ha anche negato che fosse ubriaco al momento dell’investimento, dicendo di aver bevuto soltanto una birra. Ma il tasso alcolemico riscontrato è di 2.5 milligrammi per litro, ben al di sopra della soglia limite di 0.5 milligrammi: una sola birra può farlo lievitare così?
Il
bambino sta bene e se la caverà in pochi giorni. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Foggia, Lo Spoto domenica sera alle 22, mentre era con la sua moto «Honda 600» in via Lanza- piazza Giordano, ha investito il piccolo che era con i genitori, scappando. I numeri di targa sono stati rilevati dai soldati della pattuglia interforze che era in zona: quando Lo Spoto è rincasato, i carabinieri l’hanno sottoposto al test alcolemico e dopo l’esito positivo arrestato.
02 Settembre 2009 - La Gazzetta del Mezzogiorno