mercoledì 23 settembre 2009

Buongiorno FOGGIA -Mercoledì 23 sett 2009

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Giovedi' 24 poco nuvoloso 16 26 ENE 13 km/h

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LA CAPITANATA PENALIZZATA DALLA POLITICA E


DALLA CLASSE DIRIGENTE LOCALE.



Capitanata condannata. La Politica che vergogna. Politici svegliatevi.

Sono i titoli, alcuni strillati in prima pagina, di recenti servizi giornalistici del “Quotidiano di Foggia”. Con essi vengono messi sotto accusa i dirigenti ed i politici locali, perché ritenuti incapaci di risolvere gli interessi strategici per lo sviluppo economico della nostra Provincia. In particolare il quotidiano si riferisce al mancato insediamento, qui a Foggia, della sede nazionale dell'Authority per la sicurezza alimentare. Poi si riaggancia all'esternazione (la più recente) del governatore pugliese Nichi Vendola, che ha detto chiaro e tondo che "la strategia della Regione Puglia è quella di puntare sull'Aeroporto di Bari e non sul Gino Lisa". In verità la lista degli interessi di Capitanata inconclusi per via politica, alla quale andrebbe aggiunta la rassegna degli scippi consentiti in danno della stessa Capitanata, è ben lunga. Insomma è una serie d’insuccessi legati a battaglie (politiche) che la classe dirigente e politica di Capitanata, in epoche diverse, non fu in grado di sostenere presso le sedi competenti per decisione, così che la nostra Provincia sì è vista persino depauperata di risorse di lavoro ed economiche già esistenti. La "leggerezza" ( leggasi inconsistenza, incapacità ) della classe politica foggiana – è scritto sul quotidiano - è certificata dalla storia stessa dell'istituzione regionale. In ormai quasi quarant'anni di governo regionale, mai un esponente politico della provincia di Foggia è riuscito ad essere eletto al vertice della giunta. Ed anche la presenza di dauni alla vicepresidenza appartiene ad un passato che sta diventando sempre più remoto. Il nodo è questo. L'inveterato "baricentrismo" del governo regionale pugliese, la leggerezza della classe politica foggiana (diversamente da quella salentina, che ha ingaggiato un bel duello con i baresi) hanno sempre più trasformato la Regione da madre in matrigna. Eppure i nostri politici avrebbero avuto ed avrebbero ancor oggi ragioni sostanziose da gettare sul piatto della bilancia, se ne avessero la voglia ed il coraggio. La Puglia dipende fortemente dalla provincia di Foggia per almeno due aspetti: quello idrico (senza l'acqua di Occhito l'acquedotto pugliese chiuderebbe per fallimento) e quello energetico (dal metano degli anni Sessanta, che fu fatto partire per Taranto, all'energia prodotta dai parchi eolici degli ultimi anni). Se la Capitanata chiudesse i rubinetti e gli elettrodotti, sarebbe un bel guaio per il resto della Puglia. Da questi propositi reazionari nasce la provocazione successiva, paventata al governo regionale come reazione del popolo della Daunia contro la posizione di assoluta dipendenza in cui esso è tenuto a causa della prevalenza degli interessi del capoluogo Bari. Alla provincia di Foggia "conviene" stare con la Puglia? Questo è l’interrogativo che ripropone “il quotidiano di Foggia”. Non sarebbe più utile dire addio alla Puglia e migrare verso altri orizzonti geografici ed istituzionali? E si è subito rispolverata una vecchia idea: la Moldaunia, vale a dire un vecchio progetto di autonomia della Daunia, da realizzarsi con l’aggregazione della Provincia di Foggia alla Regione Molise. Ciò in considerazione del fatto che quest'ultima, essendo la regione più piccola d’Italia a statuto ordinario, sicuramente non sarebbe in grado di sopravvivere alle difficoltà finanziarie derivanti dal nuovo ordinamento federalista regionale, senza un’integrazione del suo territorio e della corrispondente popolazione con altri territori limitrofi.

Il progetto Moldaunia è legato ad un cultore di storia, Gennaro Amodeo, molisano di Venafro. Chi volesse saperne di più può consultare il sito web www.moldaunia.it

Quindi, una Regione che metta assieme Capitanata e Molise, sembra a quelli del 'quotidiano’ “la soluzione migliore (oramai anche politicamente!) per un rilancio". Un rilancio di Foggia, riteniamo. Ma dell’economia foggiana o di quella politica malridotta di cui si discuteva? Perché se pensiamo al quadro delle persone politiche e dei dirigenti foggiani di quest’ultimo decennio, non è certo facendogli cambiare aria e portandoli in Molise che miglioreremmo il loro rendimento in favore della popolazione dauna. Serve invece che il nostro popolo, prenda esempio da quello barese e si svegli, specie nel periodo delle elezioni, per farsi rappresentare al Governo regionale da persone autorevoli, anche poco pavide, certo amanti del popolo che rappresentano ed orgogliosi dell’incarico politico loro affidato. Quanto al ‘successo impetuoso' (o impietoso) che avrebbe fatto registrare il provocatorio sondaggio sull’opportunità o meno per la provincia di Foggia di restare in Puglia, ci rallegriamo per le copie in più che avrà venduto “il quotidiano di Foggia”. Quanto alle tante risposte ed ai tanti commenti seguiti al ‘sondaggio’ e giunti in quella Redazione, bene, prima che essi assurgano a testimonianza di come l'argomento ( quello dell’integrazione con i molisani o quello del rinnovamento dei nostri rappresentanti politici? ) sia parecchio sentito dai lettori e dai cittadini, ci chiederemmo a chi è indirizzata la provocazione costruita ( ad arte e ragione? ): a quel popolo di dauni che è campione di tante trascuratezze, tra cui anche quella di leggere poco e male l’informazione, oppure quella di lamentarsi subito e bene senza farsi pentimento della propria leggerezza. Meditate gente... meditate. gma