giovedì 18 giugno 2009

Venerdì 19 giugno 2009



FoggiaT minT maxVentoProb. Precipitazione [%]
Venerdi' 19sole e caldo1632ENE12 km/h

5%


NOTIZIE


Le buone

PASSANO 5 PROGETTI DEL COMUNE DI FOGGIA. PORTANO OPERE PER 59MILIONI DI EURO E 4718 ALLOGGI ENTRO IL 2015.


L’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Foggia, ridà vita ad alcuni progetti di riqualificazione urbana, fermi dal 2001, ottenendo dalla Giunta Regionale di Puglia l’autorizzazione all’esecuzione delle opere. Gli accordi sono passati dopo che il Comune di Foggia è riuscito a dare ai programmi il giusto equilibrio tra interesse pubblico e privato, l’opportuna partecipazione tra capitale privato e pubblico. Esigenza ineludibile questa, richiesta dal governo centrale, quando si tratta di realizzare opere pubbliche. Sono cinque i programmi di riqualificazione urbana: riattamento del quartiere Croci nord; dell’area Ordona sud; del Centro le Perle; del Parco della cultura e dello sport; di una struttura turistico ricettiva, con annesso centro polifunzionale per lo sport ed il tempo libero. In base al patto d’equilibrio, il Comune ha ottenuto quote d’incasso tra il 20 ed il 25 per cento, il che tradotto in euro, significa che il Comune incasserà 18milioni di euro per i soli oneri di urbanizzazione. Una buona quota di danaro, per le asfittiche casse del comune, in attuale crisi di illiquidità. I programmi prevedono la costruzione di 4718 case. In totale sono 59 milioni di euro che serviranno a ridare impulso a Foggia, al settore dell’edilizia ed al suo indotto. Ma non è tutto. Le imprese che si aggiudicheranno queste costruzioni, concorreranno al rifacimento del cavalcavia sulla statale 16 per Cerignola, alla ristrutturazione del Campo degli Ulivi, alla bonifica e risanamento dell’ex Campo nomadi, all’acquisizione per il patrimonio comunale delle aree di Masseria Pantano e alla realizzazione di un nuovo Parco urbano di 73mila metri quadri. Come a Milano, questa nuova partecipazione tra capitale pubblico e privato, può rivelarsi anche qui a Foggia, l’acceleratore per dare alla nostra Città un aspetto urbano totalmente nuovo ed ai foggiani un ambiente dove vivere qualitativamente.
gma


PAPA BENEDETTO XVI A SAN GIOVANNI ROTONDO: -3 GIORNI.

DATI E CURIOSITA’.

A tre giorni dalla visita del Pontefice, qui a San Giovanni Rotondo, la macchina organizzativa, mentre perfeziona ogni particolare del programma previsto, comincia a fare i conti. Sono attese oltre 25mila persone. E parliamo solo di prenotazioni. Un bel pienone non c’è che dire. Con il dovuto riguardo, diciamo che, anche questa volta, la visita del Pontefice è la migliore operazione di marketing in favore del turismo religioso, settore sul quale questa cittadina basa gran parte della sua economia. Sono ben 4000 gli operatori in questo ambito. Sono 100 gli alberghi; 90 i bed&brekfast; 160 i ristoranti della città. Tutti tirati a lucido, pronti ad accogliere nel modo migliore i gruppi in arrivo da ogni parte del mondo; numerosi i voli aerei speciali, attesi dagli States, da tutta l’Europa. Stanno arrivando anche i Papaboys: dal Lazio, dalla Sardegna, dalla Campania, arrivano in gruppo per stare vicino al Papa, col calore e l’entusiasmo di sempre. In coincidenza col loro arrivo, sono comparsi manifesti d’ogni formato, di benvenuto al Pontefice. E nell’occasione della visita del Papa ai luoghi di Padre Pio si inaugura anche un’altra collaborazione, quella con Tele Radio Padre Pio (Canale Sky 821 per l’Europa) all’interno del contenitore mattutino; da questo lunedì e fino a sabato 20 giugno, ogni mattina alle 8.50 il presidente dell’Associazione Nazionale Papaboys Daniele Venturi sarà collegato in diretta con Skype per commentare con la giornalista Paola Russo i vari incontri di Papa Benedetto con i giovani. Si può seguire la trasmissione anche via internet su http://www.teleradiopadrepio.it/ gma


Le giuste

INFORMIAMOCI SULL’ALGA ROSSA. E’ UN PERICOLO PER LA NOSTRA SALUTE?

Dai laghi della Sicilia al mare di San Benedetto del Tronto s’è già parlato e scritto dei pericoli di questa alga. E sembra che sia davvero pericolosa, per la salute dell’uomo. Oggi che essa è presente nell’area della Provincia di Foggia: nell’acqua della diga di Occhito, col rischio di finire nelle tubazioni dell’Acquedotto pugliese, nei campi dell’ortofrutta, quindi sulle nostre tavole, è giusto saperne di più. Perciò, abbiamo navigato in internet, alla ricerca di notizie attendibili, scientifiche. Vi esortiamo, a parte quanto stiamo per riportarvi, a consultare questo indirizzo:

www.caprarola.com/dblog/articolo.asp?articolo=142

Le notizie che seguono sono state estrapolate da una ricerca per l’Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento dell’Ambiente e Prevenzione Primaria.

L’alga tossica Planktothrix rubescens: effetti per la salute dell’uomo. L’alga tossica Planktothrix rubescens è in grado di produrre potenti epatotossine che innescano tumori gastrointestinali ed epiteliali. La particolare epatotossina identificata è ritenuta tossica anche a dosi più basse, rispetto alle varianti prodotte da altre specie.

Un pericolo per la vita di occasionali bagnanti che ingeriscano modiche quantità dell’acqua in caso di forte fioritura, o di sportivi predisposti ad attacchi allergici che inalano la tossina volatile. Anche le piante possono accumulare questa tossina: è possibile che tessuti di piante commestibili, esposte alla tossina, ne diventino un vettore. Ad esempio la lattuga irrigata con acqua contaminata. Concludendo, gli effetti delle micro cistine su uomini e animali si riassumono in: – epatotossicosi acute per ingestione diretta; – promozione di tumori, se ingerite in dosi subacute per diverso tempo (tumori epatici); – polmoniti allergiche ed epatotossicosi se respirate, analogamente ad altre sostanze (lipopolisaccaridi di membrana, ficocianina, ficoeritrina) proprie delle Cianoficee.

È indicativo il fatto che nell’ambito della balneazione, si registrano lamentele in circa il 30% dei bagnanti esposti per più di un’ora al contatto con acque al di sopra della soglia di criticità. I disturbi denunciati in queste occasioni sono ulcere in bocca, febbre, vomito, diarrea (in relazione alle tossine), irritazioni ad occhi, orecchie, e rash cutaneo (in relazione a polisaccaridi e pigmenti) (Pilotto et al., 1997).

L’UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) e la commissione di esperti della WHO hanno recentemente adottato il limite di 1 µg/L (rischio di intossicazione acuta) per il consumo di acque potabili provenienti da invasi eutrofizzati e contaminati da Cianoficee. Il limite suggerito dalla letteratura internazionale per il rischio cronico da assunzione per lunghi periodi di acque provenienti da invasi contaminati è di 0,01 µg/L (tumore epatico primario).

Insomma, c’è da preoccuparsi che le nostre acque (laghi e condotti), se contaminate dalle tossine prodotte da queste alghe, ne contengano un quantitativo inferiore agli indici di rischio. Come dire: chi ha fiducia nell’opera di controllo svolta dalle istituzioni preposte al controllo della salute pubblica, può stare tranquillo. Ma, siccome sono ben note le condizioni in cui si sviluppano queste alghe, è anche indispensabile definire e controllare le responsabilità di queste istituzioni, a livello personale, di dirigenza, in modo che sia certa, puntuale, continua, l’opera di prevenzione rispetto a questo fenomeno, che è e resta fatto naturale. gma

Le cattive

DI NUOVO GLI INCENDI SUL GARGANO. RIAFFIORA LA TRAGEDIA DEL 24 LUGLIO 2007.

Siamo agli inizi dell’estate ed è già allarme incendi sul Gargano. Due roghi, il primo in territorio di San Nicandro Garganico, l’altro in contrada Lematine di San Giovanni Rotondo, hanno arso circa quattro ettari di bosco e di macchia mediterranea. Ciò non ostante il pronto intervento dei Vigili del Fuoco e di due aerei Canadair, che hanno effettuato ripetuti lanci d’acqua sulle fiamme. Il fuoco è stato domato, ma in piena emergenza, a causa anche della carenza di mezzi e d’organico che lamenta l’ente responsabile Parco del Gargano. Eppure il piano di Prevenzione triennale, curato dallo stesso ente territoriale, presentato alla Regione, come parte del piano regionale antincendi, denuncia con precisione di particolari le ulteriori risorse di cui ha bisogno il ‘Parco’ per controllare una zona vasta e difficile, com’è quella del Gargano. C’è da ricordare che, dopo il tragico incendio avvenuto a luglio del 2007, sul Gargano è rimasta alta l’attenzione, per evitare che esso si ripetesse. Studi d’esperti biologi, rapporti aggiornati con la Protezione Civile nazionale, progetti di prevenzione e prove d’intervento, tutto è stato preordinato per fronteggiare efficacemente nuovi incendi. Ed ecco che le fiamme ‘scoppiate’ in questi giorni fanno riaffiorare i brutti ricordi risalenti all’incendio del luglio 2007. Vogliamo riportare i commenti di alcuni cronisti della stampa nazionale ed alcune foto di reportage, relativi a quell’evento drammatico, per scongiurare che esso si ripeta.

Luciano Gulli - Il Giornale - mercoledì 25 luglio 2007: Stavolta, ci sono le dimensioni della tragedia, che fanno spavento. Ci sono migliaia di persone evacuate via mare con nient’altro indosso che un costume da bagno.
E ci sono i morti: la contabilità si rincorre per tutta la giornata e alla fine si ferma a quattro. Solo due identificati: ottantenni, fratello e sorella. Abitavano al quartiere San Nicola di Peschici. Li hanno trovati carbonizzati, dopo che avevano lasciato l’auto cercando la salvezza a piedi.

La Puglia, dunque. Il Gargano. E Peschici come epicentro di quella che per una volta forse non è esagerato definire un’apocalisse. Le fiamme che partono da un uliveto, il cielo allagato di nero, un deposito di gas che salta, un vento di scirocco che a tratti ha toccato i 50 nodi, ed ecco intere foreste di quercioli, pini, macchia, già disidratati da settimane di carestia idrica, che spariscono. Ridotti in cenere da quello che a un tratto ha smesso di essere solo un incendio, e sembrava un’iradiddio.

Alle 11.30 le agenzie già davano notizia di evacuazioni da Peschici, Vico e Vieste. Ebbene, tre ore più tardi, stando alle dichiarazioni del sindaco di Vieste, nessun mezzo aereo era ancora arrivato sul Gargano». Forte arriva anche la denuncia di Giandiego Gatta, presidente dell’Ente Parco del Gargano, che l’altro ieri aveva inviato un telegramma alla Regione Puglia, al Corpo Forestale e alla Prefettura di Foggia segnalando la situazione di emergenza.

Sulle spiagge di Peschici, isolate dalle fiamme che viaggiavano su un fronte amplissimo, è stato il panico. Molti sono scappati in mutande, in bikini, in preda al terrore, facendo ressa e pestandosi a sangue - all’insegna del si salvi chi può - per trovare posto sui barconi che all’inizio della mattinata portavano ancora i turisti per grotte marine e i mezzi della capitaneria e dei carabinieri venuti in soccorso. Bruciavano i loro bungalow, saltavano come bombe i loro camper; invisibili - dietro una spaventosa cortina di fumo e di fiamme - erano i loro tucul, le loro tende, i loro appartamentini investiti dal ruggito delle fiamme. A metà pomeriggio le fiamme rullavano su un fronte che si stendeva da Mattinatella fino a Lesina. Saltavano i ponti telefonici, la strada per Vieste congestionata, gente che correva come impazzita, incespicando, cadendo, ferendosi, alla ricerca di familiari introvabili. Uomini e donne seminudi, come nell’Inferno illustrato da Dorè, che in braccio avevano solo un cagnolino, un bambino, e altro non erano riusciti a salvare. Tremila sfollati. Come dopo uno tsunami di fiamme”. gma


MORIA DI PESCI ANCHE NEL GOLFO DI MANFREDONIA: E’ ALLARME.

E' accaduto a Mattinata, oggi anche sulle spiagge di Siponto e Manfredonia, viene trovata una moltitudine di pesci senza vita. Sono i proprietari dei lidi a segnalarne il ritrovamento. Forse sono dei bronzini, di circa mezzo chilogrammo. Ad aggravare la situazione s’aggiunge la segnalazione della presenza nelle acque marine di striature rosse, dalle quali, col caldo di questi giorni, proviene un odore sgradevole. Vanno in allarme la Capitaneria di Porto, la Guardia di Finanza, l’Assessorato comunale all’ambiente, l’Asl territoriale. Ovviamente le supposizioni al riguardo sono tante, tutte rivolte all’infestazione delle acque a causa della già nota e temuta alga rossa. I pesci ritrovati morti, potrebbero essere stati intossicati dalle tossine che produce quell’organismo. Insomma è scattato un nuovo allarme. E si teme che anche in questa occasione, saranno notevoli i danni che la notizia causerà. Sarebbe il turismo estivo, la balneazione sui lidi di Capitanata, a subire le conseguenze di questo nuovo episodio. Non rimane che attendere i monitoraggi, che saranno effettuati, nelle sedi competenti, sui pesci e sulle acque marine. E sperare che i risultati dissipino ogni allarme. gma

Giovedì 18 giu. 2009

Foggia: T min 18; Sole e caldo; T max 31; Vento N 11 km/h
Cielo c. nubi sparse; Prob. Precipitazione [%] 5%

NOTIZIE

Le buone

L’UNIVERSITA’ DI FOGGIA PRESENTA IL SUO PROGETTO SULLA SICUREZZA DEL CITTADINO. NON E’ SOLO UNO STUDIO SUI FENOMENI CRIMINOSI MA UN NUOVO RUOLO FORMATIVO DELL’ATENEO.

In sinergia con lo Stato ed il Ministero della Giustizia, il 22 giugno, l’Università di Foggia dà vita al I° Convegno nazionale di “Criminodinamica e scarsa percezione del crimine: educare alla legalità aumentando il senso di sicurezza del cittadino”. La voce che argomenta è prestigiosa, ma non è l’unico magistero a levarsi su un tema che sta molto a cuore ai buoni cittadini. Infatti, a dare il proprio contributo alla lezione, sono stati chiamati: Provincia, Comune, Associazione di Polizia, Coni, Centro Sportivo Italiano. Avremmo voluto che a studiare e a relazionare sui fenomeni criminosi presenti nella nostra Città ci fossero anche tanti studenti, in rappresentanza delle Scuole e degli ordini di studio esistenti. Questo perché riteniamo che una mentalità civile, rispettosa della legalità, si fonda certamente su riflessioni aperte a tutti, a cominciare dai giovani, poi su momenti concreti di formazione civica. Per questo apprezziamo il ruolo che l’Ateneo di Foggia, il suo magnifico Rettore, professor Volpe, hanno scelto di assumersi, come organo formativo più che informativo a proposito della legalità sociale. A questo primo convegno nazionale, oltre alle istituzioni citate ed ai rappresentanti delle forze di polizia locali, interverranno relatori provenienti da tutta l’Italia. Il convegno prevede anche un momento di alta simbologia: tre targhe verranno consegnate ai familiari di tre eroi vittime del dovere: il maresciallo dell’Arma dei Carabinieri Franco Lattanzio, caduto a Nassirya l’anno 2006; il primo maresciallo dell’Arma Aeronautica Arnaldo Forcucci, caduto in Afganistan il 2009; l’agente di Polizia penitenziaria Carmelo Magli. gma

Le giuste

MITILI, COZZE, SONO INCONTAMINATI DALL’ALGA ROSSA. ABOLITO IL BLOCCO DELLE VENDITE PRESCRITTO DALL’ASL. SODDISFATTI I CONSUMATORI, MENO GLI ALLEVATORI.

Di un mese fa l’ordinanza cautelare con la quale l’ASL di Foggia proibiva la vendita dei mitili, sui quali gravava il sospetto che essi, contaminati dall’alga rossa, potessero danneggiare la salute dei consumatori. Un provvedimento dovuto, necessario, che tuttavia ha causato danni gravi agli allevatori del settore, ed altri ne causerà se i mercati esteri, come sovente è accaduto in casi simili, continueranno a dubitare che i mitili provenienti da questa provincia, sono immuni da contaminazioni pericolose per la salute pubblica. Il timore degli allevatori non è da trascurare, anche se oggi, presso la Prefettura di Foggia, s’è ‘certificato’ pubblicamente che, dopo i rigorosi controlli biologici effettuati, i mitili allevati nella nostra Provincia sono privi di tossine. Per questo la loro commercializzazione riprende. A parte la considerazione per il danno che i nostri allevatori hanno subito a causa dell’allarme alga rossa, c’è da mantenere in primo piano la tutela della salute del consumatore e quindi compiacersi per l’urgenza con cui l’ASL territoriale ha preso rispetto all’allarme creatosi i provvedimenti dovuti e necessari. gma


E’ IL CASO CHE ANCHE I PRODUTTORI AGRICOLI DI CAPITANATA SEGUANO LE RICHIESTE DI MERCATO PRIMA DI IMPOSTARE LE LORO COLTIVAZIONI.

Lo rileviamo in altre regioni a vocazione agricola. In quei campi vediamo ogni stagione coltivazioni diverse. Dal grano si passa alle erbe medicinali, senza problema. Anzi ciò è necessario ed utile, a causa del reddito che quegli agricoltori riescono a garantirsi. Sì, perché essi sono attenti a seguire ogni volta le tendenze della domanda di prodotto prevalente nel mercato, scegliendosi la più vantaggiosa. Anzi, quegli agricoltori, prima d’impiantarne la semina, hanno già in tasca il contratto d’acquisto dei prodotti che vanno a coltivare. Con piacere, scopriamo che quest’orientamento prende piede anche nella nostra Provincia. Il nostro imprenditore agricolo abbandona tradizioni perdenti e decide di coltivare altro, se il grano che ha sempre messo a coltura remunera poco. Quindi passa ad un altro prodotto: l’asparago. Oggi la Capitanata, con i suoi 70mila quintali d’asparago, supera anche la produzione del Veneto. Certo questo dato di novità è ancor più tale se confrontato con i numeri dell’enorme quantità di grano che si produce in Capitanata. E’ pure vero che i cambiamenti di coltivazione, come quello di cui abbiamo appena scritto, comportano anche un serio ripasso dell’impresa agricola, dagli strumenti per la coltivazione a quelli del confezionamento, sino alla messa a punto di nuovi rapporti commerciali per la vendita del prodotto. Ma questa flessibilità è intrinseca nel mestiere del fare impresa. Essa è indispensabile, se non si vuole rimanere stritolati da un mercato che è sempre più dinamico e flessibile. Siamo certi che la Capitanata, i suoi imprenditori agricoli, non ci metteranno molto ad organizzarsi, per formare nuove aree di produzione nazionale, d’altri prodotti. gma

Le cattive

IL POLIGRAFICO DI FOGGIA CHIUDERA? PERCHE’? CHI NE VUOLE LA FINE?

La voce circola a Roma, in Parlamento, poi giunge sino a Foggia dove ovviamente mette panico tra i lavoratori del Poligrafico, che, ricordiamolo, è Azienda di Stato. Poca tranquillità danno le argomentazioni contrarie dei Sindacati dei lavoratori poligrafici, i quali ribattono elencando i dati in incremento registrati nella produzione 2009 dall’azienda foggiana. Perché, allora, il Poligrafico di Foggia, nel volgere di breve tempo dovrebbe chiudere? Perché importanti aziende cartarie nazionali stanno spingendo, per farsi affidare molti di quei lavori che, finora, sono effettuati direttamente, dall’Istituto Poligrafico di Stato. E’ il segretario provinciale dei comunisti italiani, Luigi Sereno, a dire dell’esistenza di un piano mirato, per togliere all’impianto del Poligrafico di Foggia le lavorazioni che lo tengono ancora in vita. Sono noti anche i nomi delle aziende cattive, che rispondono ad importanti gruppi nazionali: Fabriano, Maggioli, Ediesse. Vero, non vero, insomma è ora che la politica locale, chiarisca per sempre qual è il futuro del Poligrafico di Foggia. L’economia di questa Provincia, non può subire passivamente un altro esproprio di posti di lavoro, dopo quelli che ci sono già stati, ‘passati’ peraltro troppo placidamente. Staremo a vedere? Anche questa volta? gma