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NOTIZIE
Le buone
PASSANO 5 PROGETTI DEL COMUNE DI FOGGIA. PORTANO OPERE PER 59MILIONI DI EURO E 4718 ALLOGGI ENTRO IL 2015.
L’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Foggia, ridà vita ad alcuni progetti di riqualificazione urbana, fermi dal 2001, ottenendo dalla Giunta Regionale di Puglia l’autorizzazione all’esecuzione delle opere. Gli accordi sono passati dopo che il Comune di Foggia è riuscito a dare ai programmi il giusto equilibrio tra interesse pubblico e privato, l’opportuna partecipazione tra capitale privato e pubblico. Esigenza ineludibile questa, richiesta dal governo centrale, quando si tratta di realizzare opere pubbliche. Sono cinque i programmi di riqualificazione urbana: riattamento del quartiere Croci nord; dell’area Ordona sud; del Centro le Perle; del Parco della cultura e dello sport; di una struttura turistico ricettiva, con annesso centro polifunzionale per lo sport ed il tempo libero. In base al patto d’equilibrio, il Comune ha ottenuto quote d’incasso tra il 20 ed il 25 per cento, il che tradotto in euro, significa che il Comune incasserà 18milioni di euro per i soli oneri di urbanizzazione. Una buona quota di danaro, per le asfittiche casse del comune, in attuale crisi di illiquidità. I programmi prevedono la costruzione di 4718 case. In totale sono 59 milioni di euro che serviranno a ridare impulso a Foggia, al settore dell’edilizia ed al suo indotto. Ma non è tutto. Le imprese che si aggiudicheranno queste costruzioni, concorreranno al rifacimento del cavalcavia sulla statale 16 per Cerignola, alla ristrutturazione del Campo degli Ulivi, alla bonifica e risanamento dell’ex Campo nomadi, all’acquisizione per il patrimonio comunale delle aree di Masseria Pantano e alla realizzazione di un nuovo Parco urbano di 73mila metri quadri. Come a Milano, questa nuova partecipazione tra capitale pubblico e privato, può rivelarsi anche qui a Foggia, l’acceleratore per dare alla nostra Città un aspetto urbano totalmente nuovo ed ai foggiani un ambiente dove vivere qualitativamente. gma
PAPA BENEDETTO XVI A SAN GIOVANNI ROTONDO: -3 GIORNI.
DATI E CURIOSITA’.
A tre giorni dalla visita del Pontefice, qui a San Giovanni Rotondo, la macchina organizzativa, mentre perfeziona ogni particolare del programma previsto, comincia a fare i conti. Sono attese oltre 25mila persone. E parliamo solo di prenotazioni. Un bel pienone non c’è che dire. Con il dovuto riguardo, diciamo che, anche questa volta, la visita del Pontefice è la migliore operazione di marketing in favore del turismo religioso, settore sul quale questa cittadina basa gran parte della sua economia. Sono ben 4000 gli operatori in questo ambito. Sono 100 gli alberghi; 90 i bed&brekfast; 160 i ristoranti della città. Tutti tirati a lucido, pronti ad accogliere nel modo migliore i gruppi in arrivo da ogni parte del mondo; numerosi i voli aerei speciali, attesi dagli States, da tutta l’Europa. Stanno arrivando anche i Papaboys: dal Lazio, dalla Sardegna, dalla Campania, arrivano in gruppo per stare vicino al Papa, col calore e l’entusiasmo di sempre. In coincidenza col loro arrivo, sono comparsi manifesti d’ogni formato, di benvenuto al Pontefice. E nell’occasione della visita del Papa ai luoghi di Padre Pio si inaugura anche un’altra collaborazione, quella con Tele Radio Padre Pio (Canale Sky 821 per l’Europa) all’interno del contenitore mattutino; da questo lunedì e fino a sabato 20 giugno, ogni mattina alle 8.50 il presidente dell’Associazione Nazionale Papaboys Daniele Venturi sarà collegato in diretta con Skype per commentare con la giornalista Paola Russo i vari incontri di Papa Benedetto con i giovani. Si può seguire la trasmissione anche via internet su http://www.teleradiopadrepio.it/ gma
Le giuste
INFORMIAMOCI SULL’ALGA ROSSA. E’ UN PERICOLO PER
Dai laghi della Sicilia al mare di San Benedetto del Tronto s’è già parlato e scritto dei pericoli di questa alga. E sembra che sia davvero pericolosa, per la salute dell’uomo. Oggi che essa è presente nell’area della Provincia di Foggia: nell’acqua della diga di Occhito, col rischio di finire nelle tubazioni dell’Acquedotto pugliese, nei campi dell’ortofrutta, quindi sulle nostre tavole, è giusto saperne di più. Perciò, abbiamo navigato in internet, alla ricerca di notizie attendibili, scientifiche. Vi esortiamo, a parte quanto stiamo per riportarvi, a consultare questo indirizzo:
www.caprarola.com/dblog/articolo.asp?articolo=142
Le notizie che seguono sono state estrapolate da una ricerca per l’Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento dell’Ambiente e Prevenzione Primaria.
L’alga tossica Planktothrix rubescens: effetti per la salute dell’uomo. L’alga tossica Planktothrix rubescens è in grado di produrre potenti epatotossine che innescano tumori gastrointestinali ed epiteliali. La particolare epatotossina identificata è ritenuta tossica anche a dosi più basse, rispetto alle varianti prodotte da altre specie.
Un pericolo per la vita di occasionali bagnanti che ingeriscano modiche quantità dell’acqua in caso di forte fioritura, o di sportivi predisposti ad attacchi allergici che inalano la tossina volatile. Anche le piante possono accumulare questa tossina: è possibile che tessuti di piante commestibili, esposte alla tossina, ne diventino un vettore. Ad esempio la lattuga irrigata con acqua contaminata. Concludendo, gli effetti delle micro cistine su uomini e animali si riassumono in: – epatotossicosi acute per ingestione diretta; – promozione di tumori, se ingerite in dosi subacute per diverso tempo (tumori epatici); – polmoniti allergiche ed epatotossicosi se respirate, analogamente ad altre sostanze (lipopolisaccaridi di membrana, ficocianina, ficoeritrina) proprie delle Cianoficee.
È indicativo il fatto che nell’ambito della balneazione, si registrano lamentele in circa il 30% dei bagnanti esposti per più di un’ora al contatto con acque al di sopra della soglia di criticità. I disturbi denunciati in queste occasioni sono ulcere in bocca, febbre, vomito, diarrea (in relazione alle tossine), irritazioni ad occhi, orecchie, e rash cutaneo (in relazione a polisaccaridi e pigmenti) (Pilotto et al., 1997).
L’UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) e la commissione di esperti della WHO hanno recentemente adottato il limite di 1 µg/L (rischio di intossicazione acuta) per il consumo di acque potabili provenienti da invasi eutrofizzati e contaminati da Cianoficee. Il limite suggerito dalla letteratura internazionale per il rischio cronico da assunzione per lunghi periodi di acque provenienti da invasi contaminati è di 0,01 µg/L (tumore epatico primario).
Insomma, c’è da preoccuparsi che le nostre acque (laghi e condotti), se contaminate dalle tossine prodotte da queste alghe, ne contengano un quantitativo inferiore agli indici di rischio. Come dire: chi ha fiducia nell’opera di controllo svolta dalle istituzioni preposte al controllo della salute pubblica, può stare tranquillo. Ma, siccome sono ben note le condizioni in cui si sviluppano queste alghe, è anche indispensabile definire e controllare le responsabilità di queste istituzioni, a livello personale, di dirigenza, in modo che sia certa, puntuale, continua, l’opera di prevenzione rispetto a questo fenomeno, che è e resta fatto naturale. gma
Le cattive
DI NUOVO GLI INCENDI SUL GARGANO. RIAFFIORA
Siamo agli inizi dell’estate ed è già allarme incendi sul Gargano. Due roghi, il primo in territorio di San Nicandro Garganico, l’altro in contrada Lematine di San Giovanni Rotondo, hanno arso circa quattro ettari di bosco e di macchia mediterranea. Ciò non ostante il pronto intervento dei Vigili del Fuoco e di due aerei Canadair, che hanno effettuato ripetuti lanci d’acqua sulle fiamme. Il fuoco è stato domato, ma in piena emergenza, a causa anche della carenza di mezzi e d’organico che lamenta l’ente responsabile Parco del Gargano. Eppure il piano di Prevenzione triennale, curato dallo stesso ente territoriale, presentato alla Regione, come parte del piano regionale antincendi, denuncia con precisione di particolari le ulteriori risorse di cui ha bisogno il ‘Parco’ per controllare una zona vasta e difficile, com’è quella del Gargano. C’è da ricordare che, dopo il tragico incendio avvenuto a luglio del 2007, sul Gargano è rimasta alta l’attenzione, per evitare che esso si ripetesse. Studi d’esperti biologi, rapporti aggiornati con
“Luciano Gulli - Il Giornale - mercoledì 25 luglio 2007: Stavolta, ci sono le dimensioni della tragedia, che fanno spavento. Ci sono migliaia di persone evacuate via mare con nient’altro indosso che un costume da bagno.
E ci sono i morti: la contabilità si rincorre per tutta la giornata e alla fine si ferma a quattro. Solo due identificati: ottantenni, fratello e sorella. Abitavano al quartiere San Nicola di Peschici. Li hanno trovati carbonizzati, dopo che avevano lasciato l’auto cercando la salvezza a piedi.
Alle 11.30 le agenzie già davano notizia di evacuazioni da Peschici, Vico e Vieste. Ebbene, tre ore più tardi, stando alle dichiarazioni del sindaco di Vieste, nessun mezzo aereo era ancora arrivato sul Gargano». Forte arriva anche la denuncia di Giandiego Gatta, presidente dell’Ente Parco del Gargano, che l’altro ieri aveva inviato un telegramma alla Regione Puglia, al Corpo Forestale e alla Prefettura di Foggia segnalando la situazione di emergenza.
Sulle spiagge di Peschici, isolate dalle fiamme che viaggiavano su un fronte amplissimo, è stato il panico. Molti sono scappati in mutande, in bikini, in preda al terrore, facendo ressa e pestandosi a sangue - all’insegna del si salvi chi può - per trovare posto sui barconi che all’inizio della mattinata portavano ancora i turisti per grotte marine e i mezzi della capitaneria e dei carabinieri venuti in soccorso. Bruciavano i loro bungalow, saltavano come bombe i loro camper; invisibili - dietro una spaventosa cortina di fumo e di fiamme - erano i loro tucul, le loro tende, i loro appartamentini investiti dal ruggito delle fiamme. A metà pomeriggio le fiamme rullavano su un fronte che si stendeva da Mattinatella fino a Lesina. Saltavano i ponti telefonici, la strada per Vieste congestionata, gente che correva come impazzita, incespicando, cadendo, ferendosi, alla ricerca di familiari introvabili. Uomini e donne seminudi, come nell’Inferno illustrato da Dorè, che in braccio avevano solo un cagnolino, un bambino, e altro non erano riusciti a salvare. Tremila sfollati. Come dopo uno tsunami di fiamme”. gma
MORIA DI PESCI ANCHE NEL GOLFO DI MANFREDONIA: E’ ALLARME.
E' accaduto a Mattinata, oggi anche sulle spiagge di Siponto e Manfredonia, viene trovata una moltitudine di pesci senza vita. Sono i proprietari dei lidi a segnalarne il ritrovamento. Forse sono dei bronzini, di circa mezzo chilogrammo. Ad aggravare la situazione s’aggiunge la segnalazione della presenza nelle acque marine di striature rosse, dalle quali, col caldo di questi giorni, proviene un odore sgradevole. Vanno in allarme