venerdì 20 luglio 2012

MONGELLI RIPENSACI PURE. MA POI RICONFERMA LE DIMISSIONI.



I foggiani lascerebbero passare le tue promesse elettorali. Mai mantenute. Ma non gli ulteriori danni causati alla città di Foggia in nome e per conto di un’oligarchia di partito che neanche è foggiana.


C’è chi dice che con le dimissioni del sindaco Mongelli anche a Foggia la Politica chiude un’era.

Attenti! Il riferimento è a quella vecchia politica che tiranneggiava col suo potere, campanile dopo campanile, sezione di partito dopo sezione, qualsivoglia cittadinanza nazionale, per l’arricchimento personale degli eletti.

Qui a Foggia quella vecchia politica, disonesta ed antidemocratica, ha causato gravi danni, per ‘mano’ di qualche tirannucolo locale. Qui, a Foggia, partiti di destra e di sinistra, hanno gonfiato le società pubbliche di assunzioni e di debiti in cambio di voti. Per questo il Comune di Foggia si trova in gravi difficoltà finanziarie ed economiche. Dalle quali è difficile venire fuori anche per la crisi attuale della nazione e per il rigore montiano che centellina ogni euro. Insomma, questi politicanti ladri hanno poco o niente da gestire. Certo essi non possono ripetere il delitto perpetrato con le amministrazioni comunali cittadine, dal 2006 al 2008: gli operai delle manutenzioni che non lavoravano, per ‘mancanza di macchinari adatti’, a sentir loro, eppure percepivano gli stipendi; mentre la politica affidava gli stessi servizi a ditte esterne per 12 milioni di euro di lavori urgenti”.

“Tutti debiti fuori bilancio”, denuncia Mongelli. Subito dopo avere dichiarato le dimissioni da sindaco.

To’, Mongelli che comincia a dire ‘tra i denti’ qualcosa di suo? No! Macché. Egli sa che coloro che hanno autorità e responsabilità di Stato non lo ascolterebbero. Anche se a denunciare è il Sindaco di Foggia. Il quale avrebbe tante da dirne: sul rapporto che lo annoda al partito politico che lo propose come sindaco; sulla reale situazione di debiti trovati al momento della sua investitura e mai denunciati pubblicamente; sulle soluzioni che egli aveva da proporre ai concittadini per salvare il Comune dal dissesto.

E, sui numerosi soggetti da lui scelti, sostituiti, scelti, come suoi assessori? Chi ne parlerà?

Mongelli dice di dimettersi perché è stato abbandonato da tutti. “Io – dice Mongelli - sono solo”. Ma come, sindaco Mongelli? Hai i cittadini ai quali rivolgerti per parlare della tua solitudine. Ai quali chiedere supporto politico e comunitario. Non sei convinto che un tuo sincero appello trovi nell’istinto di noi foggiani la giusta comprensione?

Vedete, il fatto è che la Politica, specie quella disonesta, è omertà e silenzio; anche minaccia e paura. Siamo convinti che la politica del silenzio sia quella che sta portando alla rovina completa questo Comune, la nostra Città. Tanti cittadini ne sono convinti. Ogni giorno di più. Assistendo alla condizione di vita urbana, obbrobriosa, che li assale appena fuori dall’abitazione.

Sappiamo di iniziative spontanee, da parte di volenterosi e sempre più incazzati cittadini foggiani, i quali stanno costituendo comitati cittadini per ‘svegliare’ le istituzioni statali in loco e per indurle a fare le loro funzioni doverose. Se i vari comitati diventassero un grande, unico, comitato cittadino, siamo convinti che: Foggia, i foggiani, riuscirebbero a risanare il marciume di qualsiasi istituzione pubblica; essi saprebbero eleggersi amministratori onesti e volenterosi.

Non ci sarà debito comunale che tenga una città schiava del malaffare. gma