sabato 10 ottobre 2009

POLITICA BOIA

POLITICA BOIA

Potentati economici, intellettuali, magistrati… Stessa roba
Faccendieri, fabulatori e toghe insieme. Sono i sovversori più pericolosi

A Foggia, negli ultimi tempi, i cittadini si rammaricano. La Città ha i primati negativi del vivere urbano. Il Comune è sull’orlo del dissesto finanziario. I politici locali sono mezze figure, anche quando fanno gli avventurieri, i lestofanti, i mercenari. I funzionari pubblici, magistrati compresi, lavorano poco e male, almeno considerando i favolosi stipendi più le diarie che percepiscono e l’eccessiva autorità che, per scarso cervello, ostentano al cittadino.
Ma nel Paese Italia, in questi giorni, c’è ragione d’irritarci ancora di più.
Non a causa di quella crisi economico-finanziaria, di cui ancora non conosciamo istituti finanziari e banche responsabili, mentre ne subiamo appieno le conseguenze dannose: aziende stremate dalle banche, i fallimenti, i licenziamenti, la disoccupazione, famiglie impoverite.
Siamo fortemente irritati dal continuo litigio politico che è in atto nel Paese, tra le forze della Sinistra all’opposizione e quelle della Destra al governo.

La violenza del contrasto, il fatto che esso avvenga non nelle sedi parlamentari, bensì in televisione e sui giornali, dove s’affrontano opinionisti mercenari, intellettuali dalle idee scadute e




politici scadenti, ci fa sentire estranei al diverbio e c’irrita. Perché avvertiamo che quelle litigate non appartengono alla Democrazia del nostro Paese, cioè non sono dispute normali, né servono a migliorare la situazione dei cittadini. In verità non interessano minimamente i problemi economici, del lavoro e della disoccupazione, che preoccupano la popolazione.
Accuse così gravi da interessare la Giustizia; diffamazioni, insulti personali, provocazioni al limite della minaccia, sono ormai i fatti del giorno. Al punto che essi rischiano di diventare per il popolo fatti ordinari di una politica ordinaria. E non è così. Anzi questo bailamme è il contrario della concezione di valore che definisce la Politica: quella ragione dello Stato che accomuna la vita delle genti, garantendola al centro di principi costituzionali quali la democrazia, la libertà.
La politica è intreccio di tre aspetti: -1) le leggi o altri atti giuridici attuati dal potere politico per gestire la cosa pubblica -2) il consenso del popolo al potere politico -3) le dinamiche attuate dai vari partiti o gruppi di pressione per riuscire a conquistare il potere politico.
Oggi possiamo affermare, senza polemizzare, che la Politica è stata ridotta alla conquista del potere politico. Senza badare alla possibilità che tale svolgimento, non più bilanciato dagli altri due aspetti, è diventata aggressione contro quei cittadini che pensano e dicono differentemente. Se così è, siamo alla mezza democrazia, alla mezza libertà: un poco, per ogni metà del popolo italiano.
Ma questo delirio che ha preso la Politica attuale, quale disegno mira, chi ne è lo stratega, quando inizia?
Se si nega l’esistenza di un piano strategico, c’è da concludere che lo scontro politico divenne cruento con la seconda Repubblica.
Quando la politica del nostro Paes
e fu conglobata in due ideologie: quella risultante dall’intramontabile comunismo, l’altra anticomunista. Insomma due partiti: il Centro-Sinistra ed il Centro-Destra. In una Repubblica seconda. Tutti noi pensavamo che poco sarebbe cambiato, neanche la solita politica all’italiana, quella del “Vota Antonio…” megafonata da Totò. Non potevamo presagire l’avvio del dissesto della politica nazionale.
Nessuno si rese conto che s’era materializzato un elemento politico nuovo col Centro-destra. Dopo che la Democrazia Cristiana s’era dissolta sotto le picconate di quella Magistratura Italiana, di Milano, assolutista e giustizialista. Dopo Mani pulite, rimaneva una sola classe politica nel Paese Italia: il Comunismo. Una situazione della politica e del governo che potè sembrare sostenibile soltanto alle menti monocorde di quei giudici.
La Democrazia, il popolo italiano democratico, reclamavano un nuovo partito da opporre al Comunismo.









Un anticomunista per eccellenza, imprenditore di successo, Silvio Berlusconi, mette in campo, da un giorno all’altro, ‘Forza Italia’.

E’ un’operazione facile, più facile di quelle da ingegneria commerciale alle quali egli è abituato. E gabba la greppia dei giudici di sinistra. Proprio mentre stanno esaltandosi, a causa del singolare potere che la Magistratura gli conferisce, Silvio Berlusconi e Forza Italia, il mondo dei liberi imprenditori e degli affari, prendono possesso della Politica italiana. Altro che la corruzione della politica, altro che la Democrazia Cristiana. Questi hanno nel loro Dna l’anticomunismo. Oltre al potere del denaro, oltre al loro pragmatismo, essi sanno essere arroganti e convincenti, non sono comprabili con quattro denari e sanno concretamente come accontentare il popolo. Inizia qui il declino del Comunismo in Italia. Esso continua inesorabilmente nonostante quell’Idea prenda nomi diversi, in pochi anni. Però le sue sconfitte elettorali sono a carico della solita nomenclatura di dirigenti. Alla politica di destra, non bastano i diversi conti che il Centro Sinistra paga, sul consenso degli italiani. Berlusconi ed il suo stretto alleato, il leghista Bossi, sanno quant’è il minimo al quale dovrà scendere il Partito Democratico. Prima non si fermeranno.

Ed ecco che la contesa politica non rimane più tale. Si
trasforma in conquista del potere politico. Oggi è aggressione dell’avversario. Tutti i mezzi sono consentiti, perché l’esito finale è la sopravvivenza di un partito, la morte senza sepoltura del partito avversario. Soccorre la figura del boia, a rendere più comprensibile la drammaticità della scena. E boia tornano ad essere quei giudici di Mani pulite, anche se sono diventati politici attivi della sinistra. Sostituiti nel ruolo di carnefice da altri giudici, pure loro di sinistra. Aguzzini sono le lobby di potere legate alla sinistra. Giustizieri sono i mezzi d’informazione di fede ‘sinistra’. Feroci come mai, schierati in difesa delle idee ‘compagne’, si ritrovano a combattere la guerra matriosca, intellettuali d’ogni derivazione ed età. Ci sono persino gli ottantenni marxisti anticapitalisti, che, attivi come mai, dimentichi d’essere stati allontanati dal Partito Democratico in quanto scomodi politicamente, tirano di tutto contro Berlusconi ed i partiti della destra: dall’idea demenziale ed anacronistica a quella diffamatoria ed assassina. Intorno al Re morente saltella il solito giullare, credulo che è momento d’azzardare il tutto senza prendersi pesanti ed offensivi sberleffi.
E noi cittadini? Dobbiamo assolutamente sopportare questa politica violenta ed estranea al consenso del popolo? E noi cittadini, che non ci sentiamo destinati da una politica esclusiva o selettiva, di sinistra o di destra? Siamo incazzati, sì, nell’attesa che passi la nottata. Che s’apra un’alba di serena ragione sull’Italia. Dell’Italia futura parleremo in futuro. gma