domenica 12 dicembre 2010

NATALE E FINE ANNO 2010 NELLA NOSTRA FOGGIA.


UN OCCHIO E IL CUORE SU FOGGIA PRIMA DEL NATALE.

Perché un occhio solo? Forse temiamo che una visione completa di Foggia, con entrambi gli occhi, sia troppo critica. Quindi, teniamo un occhio socchiuso, solo per questo periodo, prossimo al Natale, alle feste di fine 2010, mentre sbirciamo la nostra Città, le piazze, le vie, i negozi e, soprattutto, il fare delle persone. Ebbene, le luminarie caratteristiche, che solitamente addobbano ed illuminano le vie cittadine, sono già completate. Le vetrine dei negozi hanno già l'aspetto natalizio. Sono colme d’abiti eleganti, di oggetti regalo, tipici di questo periodo. Che ‘aria tira’ in questo periodo a Foggia? La sensazione che ne ricaviamo è quella di una miseria generale. I commercianti da anni non credono più che questo periodo apporti vendite eccezionali, tali da riequilibrare le scarse vendite dei mesi precedenti. Così, sono stati parchi nell’investire soldi in adorni spettacolari e quindi costosi, anche se essi potrebbero promozionare le vendite di questo periodo. Non vediamo per Foggia una vetrina veramente importante, sfavillante, emozionante. Neppure vediamo una strada bene addobbata, con gusto, con un po’ d’inventiva. Ci sono le solite (usate e vecchie) quattro lampadine scolorate, impilate, che illuminano un bel nulla, che anzi diffondono malinconia e senso di frustrazione. Insomma, se pure la nostra Città è da molti anni indietro, rispetto ad altre città, quanto alla qualità della vita urbana, non è detto che ciò dovesse essere anche per una sì banale cosa, quando sarebbe stato sufficiente documentarsi su come a Natale, queste città facevano arredo. Il che, fosse stato oggi ripetuto qui a Foggia, già sarebbe stato originale. Almeno per la circostanza che vedremmo anche noi foggiani i commercianti ed i loro rappresentanti di categoria stare insieme per progettare un qualcosa di concreto e di utile per tutti. Invece il relativo settore di categoria, ovvero la locale Camera di Commercio I.A.A. di Foggia, non ha mai 'brillato' nella sua funzione istituzionale, quella di stimolare e di supportare i commercianti con piccoli progetti che siano d’incentivo alle loro vendite, in periodi particolari, come quello di Natale. D’altronde, se leggiamo il testo di una pubblicità di C.I.A.A. “Mettetevi alla prova... faremo grandi imprese.”, comprendiamo che le iniziative devono ‘farsele’ i commercianti; poi, gli eventuali successi, saranno merito anche della Camera. Là dentro, a Foggia, funzionari e dipendenti pensano alle ricche tredicesime in arrivo. Delle quali soltanto una minima parte finirà nelle casse dei negozi foggiani. Questa fine d’anno, a livello di funzionari e di dipendenti, dopo quelli di banca, sono i ben retribuiti della Camera di Commercio di Foggia ad avere comperato nelle agenzie i viaggi più chic e costosi. Il che non è certo una critica. Che vadano a divertirsi, di ragione, dopo avere faticato sodo. Solo che tante Città italiane, in questo periodo, si distinguono per le tante iniziative organizzate dalle associazioni dei commercianti: per animare questi giorni festivi, per incrementare le vendite, per attirare la gente, ed infine, anche per dare prova della loro presenza istituzionale. Invece, a Foggia, questa fine d’anno si respirerà un’aria ancora più ‘pesante’. Qualcosa o tutto, non funziona come dovrebbe. Si direbbe, ma finora i media locali, continuando il loro silenzio complice, non ne parlano, che ciò dipenda dall’austerità economica in cui versano il Comune di Foggia, l’Ente Provincia di Foggia. Non ci sono soldi, anzi, sono tanti i debiti istituzionali da pagare. Non ce n’è neppure per i servizi essenziali alla Città: la pulizia delle strade, il rappezzo dei fossi stradali. Come pretendere che questi enti, nelle festività di fine anno, mettano su qualche iniziativa di svago, per rallegrare i cittadini foggiani? Specie se costoro, come recentemente ha denunciato un sindaco da favola con triste epilogo, sono cattivi pagatori dei tributi locali? Riteniamo anzi che l’assessore alla legalità, sicurezza e mobilità urbana di Foggia, i cosiddetti vigili urbani dipendenti, siano già andati in vacanza. Giacché, in questi giorni, frequentando i corsi della nostra Città, rileviamo che è persino faticoso passeggiarvi, a causa delle consistenti bancarelle di merce illegale dei venditori extracomunitari. Assessore e vigili(?) consentono che esse occupino buona parte del marciapiede, che ostacolino il passeggio dei cittadini, che, messe a qualche metro dalle vetrine dei negozianti regolari, impediscano di osservarvi la roba in esposizione. E che cavolo, non ce l’abbiamo neppure con questi ragazzoni, venditori da marciapiede. Non siamo razzisti. Che sia un buon Natale per tutti. Perciò il nostro assessore doveva trovare il modo pacifico, un accordo con questi giovanottoni, affinché si frequentassero col pubblico in un’area appropriata, anche abbellita. Uno spazio che divenisse un nuovo luogo d’incontro tra i foggiani con etnie dissimili, le quali dovevano pure convenire di non portarvi attività illegali. Insomma, un modo ci deve pur essere, per evitare che i marciapiedi del corso siano il luogo di tentazione sia per i cittadini sia per i commercianti, gli uni ad acquistare oggetti illeciti, gli altri a reclamare esasperati l’intervento degli agenti municipali. E ciò, sappiamo che avverrà. I vigili arriveranno, a sequestrare il materiale (illegale anche in questi giorni di ‘bontà’) a questi ragazzi. Col disappunto dei nostri concittadini. Non sia altro che per l’azione di voltafaccia che questo assessore compirebbe. Dopo avere consentito a questi giovani, in tempo di festa, quando tutto ‘va’ bene, di ‘farsi’ quattro soldi, passata la festa, fa intervenire le guardie municipali e giù con sequestri e multe che certo superano i piccoli incassi fatti da quei poveretti.

Ciò che ci fa cadere le braccia, in questo periodo, è invece ascoltare da numerosi concittadini che molti foggiani emigrati hanno deciso di non tornare a Foggia, per trascorrere le festività con le loro famiglie d’origine, con i loro amici di gioventù. Sono figli, giovani, famiglie intere di foggiani che ormai preferiscono ’farsi il Natale’ nella città in cui lavorano. Le motivazioni? Sono delusi dalle condizioni problematiche di vita che intristiscono questa nostra Città. Qualcuno dice che il Natale è un’avventura da godersi minuto dopo minuto. Certo non si dice di minuti da vivere soffrendo le delusioni causate dalla visione della città natale, degradata in una condizione vergognosa. Questa volta sembra che il loro amore per la città di Foggia, in cui essi nacquero, che essi amano, nonostante non vi abbiano potuto risolvere i loro problemi di lavoro, di dignità di vita sia personale sia familiare, sia rimasto paralizzato, confuso, dalla stessa vergogna che consuma noi foggiani, visibilmente. Una vergogna che neppure la prossimità del Natale ci addolcisce. Essa rimbalza da strada a strada. La si trova sul viso della gente. Sta nei comportamenti ovattati dei foggiani che ancora passeggiano per la città. Indolenza e apatia di carattere a parte, noi foggiani sembriamo proprio avviliti dall’aria ‘pesante’ che ci circonda. Ma ‘che’ è morto? Buon Natale, qui, da Foggia, anche ai concittadini che quest’anno ne staranno lontano. gma