giovedì 28 aprile 2011

GIORNI DI PASSIONE PER FOGGIA E PER NOI FOGGIANI.


Tra le sofferenze che oggi affliggono i foggiani, la più grave, secondo noi, è il deterioramento del sentimento di con-cittadinanza. Cosa che merita un sano approfondimento, per comprenderne del tutto il significato e per considerare una laica risurrezione dell’identità della nostra civiltà. Che le condizioni di vita della società foggiana siano degradate di anno in anno, sino a ridursi ai minimi termini, è ormai certificato. Qui, da noi, soltanto certa politica fallimentare e certo associazionismo partigiano provano a millantare il contrario. Quando invece, da anni, la vita urbana di noi foggiani, manifesta macroscopici contrasti tra la comunità e la città, intesa come amministrazione pubblica. Di fatto, le nostre aspirazioni alla crescita sociale, da tempo vengono mortificate dall’incapacità degli amministratori locali a programmare ed a mantenere la vivibilità nella nostra città, Foggia, dentro gli standard di crescita della vita urbana nazionale. Un dato espressivo, anzi, del costante arretramento, che Foggia ha marcato progressivamente negli ultimi dieci anni, può essere desunto dalla classifica nazionale sulla vivibilità della vita urbana, che organi ormai specializzati e credibili tengono annualmente. Se poi qualcuno ha poca fiducia nei dati statistici nazionali, ma non c’è d’avere fiducia neppure in qualche studio condotto pro domo della casta politica locale da qualche associazione di partito cittadino, è bene che costui s’informi, per esempio, sulle attuali beghe che negli ultimi consigli comunali di Foggia, si tengono intorno al piano di sviluppo urbano generale della nostra Città. Come si vede, non proponiamo di girare lo sguardo sullo stato disastrato in cui si trova visibilmente Foggia, sulle strade e sui marciapiedi in rovina, sull’immondizia che fuoriesce dai cassonetti di raccolta e spande quella minuta per ogni dove senza che gli addetti alla pulizia delle strade la raccolgano (per lassismo? per capitolazione? per mancanza di mezzi operativi?). Non torniamo neppure sulla condizione economico finanziaria fallimentare in cui versa il nostro Comune, a causa del ‘buco’ debitorio accumulato nel corso degli ultimi dieci anni dai disamministratori comunali. Il tema è quello della crisi del rapporto sociale tra i cittadini foggiani, tra essi e le istituzioni del potere locale. A Foggia, alla crisi dei pubblici poteri e dell’ordinamento politico sociale locale è seguita quella della popolazione. I foggiani hanno esaurito il collante della partecipazione comune alle sorti dell’assetto politico sociale della città. La collettività foggiana da tempo sta esaurendosi nella individualità; segue in modo proporzionale i livelli della crisi della sfera pubblica locale. Questo disimpegno, il declino del senso della concittadinanza, è giunto ormai allo stato di apatia, di cinismo. Sì che declina specularmente quella dimensione di vuoto esistente tra i foggiani e la città politica. Questa condizione, non riflette, come sbrigativamente siamo soliti dire, quel solito ‘foggianesimo’ improntato all’apatia ed al cinismo. Quest’oggi viene fuori che i foggiani stanno patendo la sensazione di sentirsi defraudati dal potere negativo della politica locale, ch’è incapace di realizzare le loro aspirazioni sociali. Comune, Sanità, Scuola, Cultura, Condizione civica, a Foggia sono in emergenza da un decennio, hanno deluso la cittadinanza foggiana. Non è conseguenza di questa delusione il basso senso di civiltà che oggi segna la vita tra foggiani? Ci saremmo mai aspettato il disordine civico che ormai ci circonda? Le relazioni di rispetto, che sono il collettore della civiltà comune tra cittadini che vivono la stessa città, sono sempre più sottili, di fronte all’assenza, quasi totale, di un ordine pubblico costituito ed efficiente. La salute dell’individuo, dentro questa città, è divenuta un carico soggettivo. Si sta vigili (in luogo di guardie municipali che non si vedono), sia che si guidi un’auto sia che si passeggi, per non restare vittima dei tanti malviventi che circolano liberamente, contro la cui aggressività il mite cittadino non riesce ad indignarsi, per non esporsi a violenze più gravi. Ma, in questa città, bisogna guardarsi la salute anche dalle innumerevoli buche stradali in cui, mettendo passo, rischiamo di romperci l’omero, il femore, la caviglia. Quanti anziani foggiani sono incappati in questa sventura, non per malasorte, ma perchè il nostro Comune non ha più i soldi, nè la ‘testa’, per porvi riparo. Non è più una sorpresa vedere in giro per Foggia cittadini che non convivono in serenità. Insomma, siamo quasi tornati alla legge del più forte. E mentre scriviamo queste cose, ci viene, sorridendo (tristemente), da pensare alle dame ed ai soci di qualche associazione cittadina, anzi, scriviamo locale, i quali ‘stanno’ schifati con noi, per i fatti esagerati che ‘romanzeremmo’. Ciò non a causa dell'amore sviscerato che essi nutrono per Foggia, bensì per il loro modo di vivere e convivere: da massoni. Anche i foggiani, dentro le mura della loro casa, tra gusti e sapori e saperi familiari, vivono bene. Ma, quando siamo usciti da casa, quando vogliamo e dobbiamo convivere la cittadinanza, come ci sentiamo? Non sempre come certe dame popolane dicono: “Tutto va bene”. Lo chiedessero a una loro consociata, quella che giorni or sono è stata scippata per strada e poi ricoverata in ospedale per le lesioni subìte. Ancora oggi quella reclama l’intervento delle ‘Forze armate’ nella città, che, a suo dire, dal brutto accadutole, non è più quella proclamata come bella, gentile, onesta. Sicuramente diamo alla signora solidarietà e consenso, per dovere di quella cittadinanza che noi sosteniamo deve risorgere nella città di Foggia, dopo l’emergenza in cui è precipitata per la mala sorte dei politici che la governerebbero. Ancora una volta, chiediamo, magari proprio al sindaco attuale, quel Mongelli della Foggia Capitale, chiediamo se sia in grado di gestire realmente la situazione della nostra città, con tutti i suoi debiti. Gli chiediamo come mai negli ultimi anni siamo stati sempre trattati dalla sua istituzione come soggetti passivi, nella gestione di emergenze urbane, vicine e lontane, alle quali non siamo mai stati preparati, su cui anzi neppure fummo informati, circa la loro consistenza reale. Tutte domande, su questa passione che oggi soffriamo noi foggiani, alle quali pretendiamo delle risposte, risposte vere chiare e trasparenti, come quelle che si esigono da un primo cittadino. gma

mercoledì 13 aprile 2011

FOGGIA: PASSEGGIARE È ‘A RISCHIO’

Stiamo passeggiando davanti alla Villa Comunale, lungo l’ampio marciapiedi che s’estende per tutto il suo ingresso. Ci sentiamo al sicuro. Non dobbiamo preoccuparci del traffico degli autoveicoli. Non stiamo attraversando neppure una striscia pedonale, dove il pericolo d’essere investiti da un automobilista incivile è alto. Siamo su un marciapiedi. Ma, questa volta il pericolo giunge dall’alto. A neppure un metro, innanzi a noi, s’abbatte con un rumore secco la ‘pala’, l’enorme ramo, di uno degli alberi Palma dell’aiuola vicina. Oramai secco, legnoso, s’è staccato dal tronco, in alto, abbattendosi sull’asfalto da una altezza di circa 15metri. Una ‘roba’ enorme, lunga circa 2metri, che se ci fosse caduta addosso ci avrebbe fatti fuori. Più della paura ci ha preso all’istante una rabbia grossa, più di ‘quel coso’ che se ne stava inerte, fisso a terra. Poi la reazione, d’istinto. Cercare un vigile, un poliziotto, un carabiniere nelle vicinanze, forse nella piazza Cavour, al lato della fontana, dove essi sono soliti ‘istituire’ posti di blocco che fanno vetrina per gli onesti cittadini. Manco l’ombra...

Vogliamo prendercela con i poliziotti? Ma no. Piuttosto inveiremmo col vecchio detto ‘piove... governo ladro’, che in chiave attuale reciterebbe: ‘se le strade cittadine sono una gruviera, se sono piene d’immondizia, se non si vede un vigile municipale... amministrazione ladrona’. Per quanto ci era successo, avremmo voluto ‘trovare’ la disponibilità di un vigile, denunciargli il fatto, spiegargli che quelle palme avevano altri rami secchi da scagliare dall’alto addosso ai passanti, perciò era urgente riferire la cosa in Comune, a chi di dovere, affinché disponesse la ‘pulizia’ di quegli alberi e di chi sa quanti altri che, in città, sono altrettanto pericolosi per i cittadini. Invece, a poca distanza, ci siamo sorbiti la scena di un impiegato dell’Ataf comunale che, con tanto di divisa e di stemma aziendale, cafonescamente e canagliescamente inveiva contro un anziano, sino a licenziarlo con un vaff...

Insomma, in questa Città, bisogna riconoscere che la vivibilità e la civiltà attraversano un brutto momento. Non ci meraviglia che nello stesso periodo qui aumentino le acclamazioni alla cultura e che i relativi convegni (congressi, simposi) veleggino sotto la spinta dei soliti associazionismi ma, ahi noi, mentre in città e sui cittadini tira il vento della dissoluzione urbana, di una crescente violenza non solo verbale, di una governanza confusa ed ottusa. Che si sia al mercato rionale o si passeggi per le vie del centro, non si percepisce più tra i cittadini presenti quella tranquillità di convivenza che si stabilizza quando c’è il miglioramento delle condizioni della vita urbana, quando è percepibile dai cittadini la presenza di un ordine pubblico. Chi ha sui sessanta anni, ricorda una Città più fiduciosa, sia che ci si trovasse a fare la ‘spesa’ nella calca del mercato ortofrutticolo rionale, sia che si percorressero le vie principali di Foggia. Nei mercati erano presenti, a tre a quattro, i vigili municipali, addirittura con il loro ufficio stabile. In ogni via sembravano stazionare più vigili, ai quali ogni tanto s’aggiungevano due in moto. Quante palle da football i vigili motociclisti ci hanno requisito, mentre, tredicenni giocavamo in qualche spiazzo, pure se non frequentato, la nostra sfida calcistica juventini contro milanisti. Forse qualche concittadino di passaggio, li aveva chiamati ad intervenire. Oggi, quando si chiamano i ‘vigili’, per denunciare un incidente, nemmeno automobilistico, perché si sa, oggi, prima di muoversi, quelli ti chiedono se c’è stato il ferito, ma per denunciare che una signora è rovinata a terra, a causa di una buca sul marciapiedi e sembra si sia rotta una caviglia o la gamba, qualche vigile (si presume che sia un vigile quello che risponde al centralino) con voce seccata chiede perché telefoniamo a loro e non al pronto intervento ospedaliero. Comunque, che il cittadino circoli a piedi, in bici, in auto, per la nostra città, ogni maniera gli è rischiosa, non solo a causa dei comportamenti inurbani di non pochi concittadini. Foggia è da anni governata in modo inadeguato. Subisce le conseguenze perniciose di una amministrazione cittadina che da più di un decennio versa in totale confusione e si pone in totale contrasto con le concrete esigenze di sviluppo urbano della popolazione e degli elettori. Ma di ciò oggi siamo stufi di scrivere. gma

martedì 5 aprile 2011

QUANTA IDEAZIONE C’E’ ALLA BASE DELLO SVILUPPO URBANO DI FOGGIA?


Lo sviluppo territoriale e civile della nostra città, come quello di qualsiasi centro urbano, deve eseguire una ideazione di base, progettata per risolvere le esigenze reali dei residenti e di coloro che per motivi di studio o di lavoro vivono la città di Foggia. L’altra esigenza, che attiene all’esecuzione del progettato, è l’esistenza di un governo comunale adeguato, capace, efficiente, responsabile degli aspetti amministrativi, tecnici, di spesa pubblica, connessi all’esecuzione delle opere urbane previste. Ci troviamo in questo modo nell’area d’esercizio della libertà, della democrazia. Siamo nel campo delle scelte civili, stante che l’esecuzione di tutto ciò che riguarda la storia e le prospettive degli individui all’interno di un agglomerato urbano o comunale, non può essere frutto di una decisione unilaterale, per quanto essa sia legata a criteri di responsabilità, di colpa soggettiva. Per questo motivo, riteniamo che l’impianto amministrativo di qualsiasi Comune, non possa essere ridotto dal Sindaco e dalla Giunta comunale ad un processo automatico, impersonale, meccanico, che essi si gestiscono senza sentire la cittadinanza. Come se la loro elezione, in rappresentanza del popolo elettore, conferisse loro l’esercizio assoluto di qualsiasi azione di libertà, pure se essa incide effettivamente sulla condizione di una libertà più generale: quella riguardante la prospettiva più estesa e complessa della convivenza e della crescita civile dell’intera comunità.Insomma, se pure esiste per la comunità di Foggia una concezione il cui proposito sia quello di amministrarla verso condizioni di vita urbana più in linea coi tempi attuali, ebbene occorre che i governanti comunali ascoltino seriamente e puntualmente quali sono le attese di sviluppo sociale che i cittadini foggiani richiedono per sé e per la loro Città. Ed asseriamo ciò pure se abbiamo memoria recente della considerazione di un esperto antropologo, d’origini foggiane, il quale ci commentava: “...noi foggiani non siamo cittadini ammirevoli, specie quando si tratta di vivere il bene e lo sviluppo della nostra Città.” Non è per questo difetto caratteriale del materiale umano che la politica foggiana è incapace, al punto da risultare dannosa e talvolta malefica per questo territorio e per noi gente.

Siamo sempre del parere che, per essere un bravo amministratore di città, sia sufficiente adeguarsi al sentimento del buon padre di famiglia, circondarsi di consiglieri capaci ed onesti, coi quali seguire collegialmente il percorso della democrazia partecipata. La crescita urbanistica, quella sociale, della nostra Foggia, siccome sono la prospettiva di sviluppo di noi cittadini foggiani, non possono essere le elucubrazioni archetipo di qualche mente sia pure qualificata, né, tanto meno, di un partito politico o di suoi esponenti divenuti amministratori comunali. Stante peraltro la pur bassa car(ic)atura che detti personaggi individualmente oggi rivestono. E mai esse devono essere materia sacrificabile agli interessi disonesti, che si fanno per arricchire qualche crapulone foggiano. Già il fatto che oggi in Comune si parli del futuro urbanistico di Foggia senza che il Sindaco e la Giunta abbiano chiarito ai Foggiani la disastrosa situazione economica in cui la Città è stata ridotta, è fatto grave e di singolare disonestà. Noi foggiani veniamo sommersi dai rifiuti, perché nelle casse comunali non ci sono soldi, perché la società Amica di raccolta dei rifiuti urbani, di cui il Comune è unico socio ed unico proprietario, è destinata all’amministrazione controllata per perdite che ammontano a 60 milioni di euro. Ma in questi giorni, il Consiglio comunale discute di piano urbanistico generale, ovverosia di come fare soldi col settore dell’edilizia cittadina. E’ così, altrimenti, come può il Comune di Foggia, indebitato al punto da trovarsi nell’anticamera del fallimento, fare programmi urbanistici generali per la Città, con i costi che questi comportano e di cui infatti mai gli amministratori parlano? Ma poi, che amministratori sono questi politicanti comunali se, pure sapendo che non c’è un euro nelle casse del Comune, tanto meno per onorare debiti riconosciuti e resi esecutivi dal Tribunale locale, essi tirano fuori questo PUG (piano urbanistico generale) risalente alla precedente amministrazione del Sindaco Ciliberti, sì quella che portò il Comune di Foggia in stato fallimentare? Essi appartengono allo stesso partito politico che fece eleggere Ciliberti a Sindaco di Foggia nel periodo 2004 – 2009, che poi, il 2010, sostenne la campagna per l’elezione a Sindaco di quel Gianni Mongelli, attuale sindaco, il quale, pur sapendo, e come poteva non saperlo, la situazione economica disastrata in cui era stato ridotto il Comune, prometteva agli elettori foggiani, che in 100 giorni avrebbe riportato Foggia ai fasti che la sua storia di Città le assegnava.

E’ confacente dire che il passato di Foggia non è discutibile. Neppure è oltraggiabile dalle menzogne di un Gianni Mongelli sia pure fatto Sindaco, né da una politica locale recente, che non ne ha di dignità. Tuttavia è bene che i cittadini foggiani si ricordino dell’attuale sindaco, di come egli si è preso gioco dell’elettorato, delle sue menzogne. Di tutte, ne rammentiamo una, al punto due del suo programma elettorale: 2. Piano straordinario per la manutenzione delle strade da attuare entro il 31.12.2009. Immondizia a parte, oggi le strade di Foggia sono talmente ridotte male, pericolose per i pedoni e per i veicoli a causa delle numerose buche esistenti, che l’assessore responsabile, d’accordo con gli avvocati del comune, ha ritenuto di fare un piano straordinario sì, ma non di manutenzione, bensì una mappa di tutte le buche esistenti sulle vie cittadine. Perché, è chiaro, il nostro Comune non ha soldi neppure per rattoppare le buche nelle strade. Eppure questi amministratori vogliono fare politica urbana, riprendono a discutere del PUG di Foggia. Che vogliono attuare. Con quali e quanti soldi? E convocano e riportano (con quanti e quali euro) in aula consiliare comunale l’esperto in materia, un luminare nazionale in urbanistica, in ingaggio dai tempi dell’ex sindaco Ciliberti a progettare il pug foggiano, il quale forse sta pure premendo, per concludere questo incarico ricevuto da anni, per prendere i suoi soldoni (quanti sono? come e quando glieli pagherà questa amministrazione comunale indebitata e morosa?).

E comunque è scontro sul Pug, in consiglio comunale. La minoranza non lo vuole approvato. Forse neppure la maggioranza; ma non per principi di correttezza amministrativa. La realtà è che pug o non pug questa amministrazione sta continuando a fare i suoi affari con l’edilizia locale: attraverso varianti al piano urbanistico esistente, attraverso accordi di programma con i costruttori. Perché dicono, essi amministratori, che: in tanto la Città cresce, sta crescendo, non possono bocciare le richeste di nuove costruzioni. E la qualificazione urbana intorno a questi nuovi edifici? Chi la farà, se si farà? Quanto costerà al nostro Comune? I soldi usciranno da nuovi accordi (a costruire) con i costruttori? Dobbiamo temerlo. Perché questa politica amministrativa foggiana ha dimostrato d’essere in confusione: mentale, d’identità, d’onestà amministrativa.

Mentre il sindaco in carica, Gianni Mongelli, tesse irreali incontri con la cittadinanza. Per il Pug tira nel suo gioco finanche i giovani, gli studenti dell’Istituto Tecnico per Geometri “Masi” di Foggia. Chiamati dall’assessore all’urbanistica Luigi Fiore a contribuire con un loro documento al Piano urbanistico generale della città, i nostri futuri geometri ce l’hanno messa tutta, per indicare come si fa uno sviluppo urbano e come si valorizza il territorio. Lo hanno fatto con grande senso di serietà, ignorando volutamente l’aspetto negativo della politica locale ed il fatto che essa stia sotto schiaffo del denaro contante della classe edile foggiana. Notevole, riteniamo, è il punto del documento in cui gli studenti auspicano che nella città di Foggia si cominci a edificare applicando tecnologie costruttive ed ambientali innovative. Ragazzi, prima dovrete liberarvi della parte peggiore della politica locale. gma