giovedì 26 maggio 2011

I FOGGIANI PER PROTESTA SPARGONO IN STRADA L’IMMONDIZIA NON RACCOLTA. L’AMICA ACCUSA IL COMUNE DEL DISSERVIZIO. IL SINDACO TACE.

Il sindaco tace e non per vergogna della situazione.Lui e gli amministratori comunali, dopo la vendita dei suoli patrimonio dei foggiani, pensano d'uscire dalla situazione gestendo arbitrariamente le milionate UE-Regione sui progetti Aree Vaste.


Foggia è sporca ed i foggiani sporcaccioni; il sindaco sta zitto ed i foggiani tacciono; la politica locale è inetta e... i foggiani se la meritano tutta. Perché la Politica, quella del fare per il benessere e la civiltà comune, è prodotta dalla società, nel bene e nel male. Se quella nazionale s’è oggi ridotta ad interesse di parte e diffonde tutt’intorno il litigio, bisogna interrogarsi sullo stato di salute della società, per capire poi la disonestà che usa la politica. Se a Foggia la politica è inetta e anche disonesta e sempre vigliacca,, giacché, per poca trasparenza, si nasconde dietro il silenzio oscuro, una domanda sull’assioma mentale e caratteriale della comunità foggiana conviene porsela. Perché la nostra gente confonde la democrazia col farsi i fatti propri e il sistema della cittadinanza con la subordinazione passiva al potere governativo, che invece andrebbe costantemente interrogato e controllato? Non basta che qualche cittadino di Foggia, sull’esempio mediatico che gli arriva da Napoli, prenda qualche sacchetto d’immondizia e lo sposti sulla via col solo risultato d’intralciare il traffico stradale a qualche concittadino. E’ più utile imporre a qualche redazione di giornale o tv locali, di tallonare il sindaco di Foggia, affinché spieghi la situazione di dissesto economico del Comune e come la nostra comunità debba uscirne. Perché intanto il sindaco ed i suoi aggiunti non continuino a fare atti amministrativi che, pure se deliberati normalmente, non sarebbero stati condivisi dalla cittadinanza.

Su questa Foggia stanno giungendo, dal salvadanaio Comunità Europea decine di milioni di euro, nell’ambito del finanziamento dei progetti di vasto respiro riguardanti le Aree Vaste. Cioè progetti strategici idonei per rivalorizzare e modernizzare, sullo standard europeo, i territori arretrati, quelli che hanno infrastrutture vecchie e mai rinnovate ad ostacolarne un normale progresso. Tra le Aree Vaste pugliesi c’è anche quella di Capitanata, più quella della Comunità montana dei Monti Dauni Meridionali. Insomma, si parla di un passaggio storico per la nostra Provincia. La politica che ‘conta’ racconta che questi tanti milioni di euro possono diventare la chiave di volta per cambiare il territorio dauno e rilanciarne l’economia. Alla comunità dauna chiedersi se la proposta strategica apparecchiata dal Comune di Foggia sino dal 2008, sia oggi realmente strategica per il territorio e per l’economia. Non rispettare la finalità mirata della Comunità Europea, come è accaduto in passato, quando s’è speso il suo danaro capoticamente e senza tenerne un chiaro controllo amministrativo, ci espone al rischio di lasciare com’è la nostra Provincia, mentre altre avrebbero saputo darsi, con quegli euro, un futuro più civile. C’è comunque da tenere in considerazione l’handicap dei debiti che gravano sul Comune di Foggia. Tali e tanti che non s’enumerano. Però tutti sanno che, oggi, di fatto, al nostro Comune mancano gli euro necessari per mettere su strada i camion per la raccolta dell’immondizia in città. Non saranno certamente i soldoni destinati alle opere per l’Area Vasta di Capitanata, che tireranno fuori Foggia dallo squilibrio economico che blocca il Comune. O sì? Ma esaminiamo l’elenco delle opere approvate e finanziate per rilanciare in Europa l’Area Vasta di Capitanata. Quante di esse vi sembrano “strategiche”?

1. il Progetto Pilota Innovativo di Treno-Tram Euro con un importo da 5 milioni di euro (progetto che riguarda la riqualificazione e rifunzionalizzazione dell’area della stazione ferroviaria di Foggia);

2. il Sistema integrato per la logistica leggera e pesante (Poli di Foggia Incoronata, San Severo, Cerignola, Manfredonia) con un importo di 2,5 milioni di euro, indirizzato a infrastrutture per la gestione dell’Interporto di Cerignola;

3. la Tangenziale Est di San Severo con un importo da 5 milioni di euro, indirizzato allo snodo in prossimità dell’area ASI di San Severo

4. il Sistema della logistica e movimento merci all'interno del Porto Alti Fondali di Manfredonia-Monte Sant’Angelo con un importo di 2,5 milioni di euro.

5. Impulso al Piano di sviluppo delle aree industriali e produttive, con 3 milioni di euro indirizzati tanto all’ASI Foggia-Incoronata quanto all’ASI San Severo-Apricena;

6. Infrastrutture a sostegno della flotta peschereccia con un importo di 2,5 milioni di euro, indirizzato alle aree produttive lagunari di Lesina e Varano.

7. Piano di difesa della costa con un importo di 5 milioni di euro, indirizzato alla messa in sicurezza delle grotte marine di fruizione turistica tra Mattinata e Peschici;

8. Interventi su rischio idraulico all’ASI Foggia Incoronata con un importo da 2,5 milioni di euro;

9. Interventi per il potenziamento della rete antincendio con un importo di 1,5 milioni di euro.

10. Interventi sui sistemi per l’utilizzo delle acque reflue con un importo complessivo da 2,5 milioni di euro, indirizzati a un impianto su Foggia, uno sulla rete Fortore n.11 di San Severo, un terzo su Cerignola che servirà all’irrigazione di mille ettari.

11. Rete Sistemi Biblioteche e Musei con un importo di 5 milioni di euro;

12. Sistema dell’Archeologia e del Patrimonio connesso, con un importo di 5 milioni di euro, indirizzato a Herdonia, Parco Archeologico di Siponto, Fosse Granarie di Cerignola e Tiati a San Paolo di Civitate;

13. Completamento copertura dell’area vasta con rete telematica WI-MAX con un importo di 3 milioni di euro;

14. Rivitalizzazione dei centri storici con un importo di 2 milioni di euro.

Una cinquantina di milioni di euro che si divideranno alcuni comuni della provincia di Foggia. Le opere, i loro costi finali, tutti da verificare. La strategia del progetto, la sua gestione, tutte da individuare. Ne parlano poco persino i partiti ed i mezzi d’informazione locali.

Evidentemente la materia di questo progetto o è ancora da capirsi oppure è l’ennesimo balocco d’una politica improvvisata. A tenere campo, in questi giorni, a Foggia, non è neppure la rabbia dei foggiani: per l’immondizia, per le strade rotte, per l’inciviltà diffusa. Il sindaco se la ride e, d’altronde, qualcuno gli augura che abbia ripreso a dormire, così come se la dormono i foggiani. Noi auspichiamo che egli, con tutta l’autorità del suo incarico, intervenga presso la direzione dell’AMICA ed ottenga che i dipendenti addetti si mettano a lavorare seriamente. Alcuni operatori lavorano poco e male di ramazza; poi li vedi al bar o alla sala scomesse; dopo avere riposto l’attrezzo di lavoro, senza che dalle strade sia scomparsa l’immondizia. Siamo duri col Sindaco, con gli operatori ecologici? Vogliamo esserlo anche con i sindacati, quando non analizzano interamente il problema della ‘pulizia’ nella nostra città e contano i mezzi funzionanti piuttosto che la poca qualità del lavoro svolto da molti dipendenti dell’AMICA.

martedì 24 maggio 2011

FOGGIA INVASA DALLA GRAMIGNA, DALL’IMMONDIZIA... LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI FANNO PULIZIA SULLA CULTURA.


Il Sindaco di Foggia invoca risorse finanziarie e strumenti normativi adeguati ma non dice della disastrosa situazione debitoria del Comune.

E’ il tempo della gramigna (erba spontanea), del grano, e la città di Foggia ne è infestata. Le aiuole, i giardini, ogni piccolo spazio di terriccio, sono ormai macchie di steli disseccati, che danno della città una veduta rurale e selvatica, anzi, sudicia. Anche in pieno centro cittadino. Non bastasse: cartacce, buste di plastica, vi s’abbarbicano in quantità, confermando l’impressione di una città capitale di una sporcizia profonda, estesa. Completano questa sensazione le strade, i corsi cittadini, sporcati dalle immondizie minute che vengono fuori dai cassoni stracolmi del pattume non raccolto dal personale addetto. Nei comuni civili ciò non accade. Giorno dopo giorno, le aiuole, i giardini, le strade, vengono ripuliti, anche dalle erbacce. Quest’esigenza, diciamo di ordinaria civiltà, è funzione amministrata da ogni Comune. Ed i cittadini pagano il servizio, felici di vedere pulito l’ambiente urbano dove vivono. Anche i foggiani pagano la tassa sull’immondizia: al Comune di Foggia, che costituì una società partecipata (controllata), AMICA Spa, per la raccolta dei rifiuti urbani. La sorte della società è stata condizionata dai misfatti amministrativi del nostro Comune. I soldi pagati dai foggiani per tenere pulita Foggia sono stati sperperati in altri settori. Lo stato odierno della pulizia in città è sotto gli occhi di tutti. Quest’oggi lo lasciamo commentare dalla CGIL locale, con un suo comunicato del 20 maggio scorso: “IL CAOS RIFIUTI A FOGGIA RISCHIA DI FARE DUE PRIME VITTIME: I CITTADINI E IL SERVIZIO PUBBLICO. E´ il commento del segretario provinciale della Funzione Pubblica CGIL di Capitanata, Michele Corsino, preoccupato delle ipotesi sul futuro dell´azienda Amica, controllata dal Comune di Foggia. “È evidente l´intento di impoverire Amica s.p.a., la società pubblica che si occupa del servizio di igiene ambientale nella città capoluogo – afferma Corsino - per renderla inefficiente al punto da legittimare la privatizzazione. Il tutto con scelte manageriali di scarso profilo tecnico molto ben pagati ma con risultati che sono sotto gli occhi di tutta la cittadinanza”. Quali sane aziende private, chiede il segretario della FP CGIL, “troveranno il coraggio di investire in una società che è arrivata al collasso a causa dei mancati versamenti da parte dell´ente proprietario, debitore per 50 milioni di euro nei confronti di Amica, è un mistero che solo l´amministrazione comunale può svelarci. Inoltre, a sollevare più di un sospetto, c´è il fatto che si persegua la strada della nuova società sapendo dell´indisponibilità economica e finanziaria del Comune e che per poter far partire la nuova società servono 23 milioni di euro”.

E pensare che in questi giorni i due candidati in ballottaggio, nelle elezioni per la carica di sindaco nella città di Napoli, si giocano tutto sul problema della raccolta dei rifiuti urbani. Parlano continuamente di raccolta differenziata, di compostaggio, di soluzioni che diano ai cittadini oltre ad una città pulita e sana anche il business dei fertilizzanti per l’agricoltura regionale, ricavabili dal trattamento dei rifiuti. Qui, a Foggia, dove il sindaco ce l’abbiamo già, quel Mongelli che vedete nelle due foto sopra, quelle delle gramigne secche e del pattume di qualche giorno, nel suo cartello elettorale che prometteva a noi tutti la Foggia Capitale, purtroppo non si parla di come si risolve il caos dei rifiuti. A Foggia si tengono continui convegni, promossi dagli enti locali, ma in nessuno d’essi s’affronta il problema dell’immondizia. L’assessore competente ogni tanto risponde alle denunce dei cittadini e promette il suo intervento. Il Sindaco tace. Quando parla affabula d’altro, un mezzo sorriso per ricavarsi una mezza considerazione, ignaro che qualche volta il silenzio lo farebbe credibile a metà. Ecco una sua recente riflessione(?), affidata ad un settimanale locale. Di quelle che avrebbe fatto bene a fantasticarsi da solo. Invece ha voluto farsela pubblicare. Un altro ‘perché’ relativo a quest’uomo.

“L´esito delle elezioni amministrative sollecita una riflessione da sindaco rispetto al risultato ottenuto dai sindaci uscenti nei centri piú popolosi chiamati al voto. ... L´insuccesso dei miei ex colleghi di Orta Nova, San Marco in Lamis e San Nicandro Garganico esprime compiutamente quanto sia diventato complesso, difficile, quando non impossibile amministrare una città senza avere risorse finanziarie in quantità adeguata, non potendo contare su strumenti normativi adeguati alle esigenze dei cittadini e delle imprese,...

I tagli ai trasferimenti provenienti dallo Stato, decisi da un Governo che ha ratificato e aggravato la disuguaglianza tra territori, si sono sommati all´impoverimento della già debole economia locale, determinato dalla più aspra crisi dell´ultimo ventennio, ed i sindaci non hanno potuto fare altro che aumentare le imposte locali e le tariffe dei servizi, ridurre fino all’osso ogni forma di sostegno alle attività immateriali, tagliare i fondi destinati agli investimenti. I più virtuosi, grazie al prezioso sostegno della Regione, sono riusciti a non intaccare i livelli di spesa sociale e, in taluni casi come a Foggia, a mettere in cantiere la realizzazione di nuove infrastrutture(??); ma nel frattempo i bisogni sono aumentati e i disagi sono diventati più gravi.

Con questo non voglio affermare l´impossibilità di affrontare, anche con successo, fasi amministrative così difficili. Certamente per riuscirci necessita una condivisione ampia ed un ancor più ampio e unitario sostegno dell´azione di governo nelle maggioranze consiliari, nei partiti e nelle organizzazioni che hanno collettivamente contribuito all´elezione del sindaco.

E´ indispensabile dismettere i toni da campagna elettorale permanente, costantemente orientati alla massimizzazione del consenso, e assumere in pieno la responsabilità del governo (???), difficile da esercitare quando si deve tagliare e non distribuire.

E´ indispensabile che gli eletti in Consiglio comunale, i partiti e le organizzazioni tornino ad assumere il ruolo naturale di interfaccia tra l´Amministrazione comunale e la comunità amministrata; che spieghino le ragioni delle scelte di governo (????) e ne facciano comprendere i vantaggi; che accolgano e offrano dignità istituzionale alle critiche costruttive, ma sappiano respingere con forza e convinzione le polemiche pretestuose e la difesa dei privilegi acquisiti; che arricchiscano di contenuti gli atti e i programmi, ma evitando di dilatare pretestuosamente i tempi della decisione.

Altrimenti, problemi ed emergenze non saranno risolti dall´elezione di un nuovo sindaco”.

Nella consolatoria ai politici trombati (ma, lo sarebbe pure lui in caso d’elezioni), Mongelli dice che: è diventato impossibile governare i Comuni, per colpa dei tagli che lo Stato ha dato ai fondi pubblici ad essi destinati. Non ricorda per nulla quelle malefatte amministrative locali, quando affossano nei debiti impagati il Comune, lasciando alla popolazione strade dissestate, piene d’immondizia, senza segnaletica orizzontale, senza vigili urbani in verticale (se ne stanno seduti e imboscati negli uffici).
Mongelli dice che: solo un Sindaco virtuoso come lui, senza ricevere soldi dal governo statale, è riuscito a non intaccare i sostegni primari alla società anzi, ha ‘messo in cantiere’ nuove infrastrutture. Il che può succedere, con quelle amministrazioni che, ripetiamolo, usano il potere politico per convincere imprenditori a lavorare, senza poi pagarli, tanto rimane loro un credito su
cui fare lavorare avvocati tosti. Eppure lei, sindaco, ha già venduto e ceduto consistenti beni del patrimonio immobiliare di Foggia e dei foggiani. Eppure le strade cittadine hanno continuato a sgarruparsi, l’immondizia s’è estesa nella città. Con che faccia conclude la sua missiva sollecitando una ‘interfaccia tra Amministrazione comunale e comunità amministrata’, che sia spiegazione delle scelte di governo e comprensione dei vantaggi che ne riceverà la popolazione? Lei rivendica dignità istituzionale, quindi accetta solo le critiche costruttive, mentre respinge le polemiche pretestuose. Ma di quale dignità istituzionale scrive? o sindaco Mongelli. Sa d’immondizia ciò che lei dice. Quella che un cittadino foggiano, con ironia e col coraggio della disperazione, le ha lasciato giorni or sono sulle porte del Comune. Una vergogna tale... Che dice, signor Sindaco. gma

mercoledì 18 maggio 2011

IL GRANDE DISEGNO CHE PREVALE SULLA CITTA’ DI FOGGIA.

Purtroppo non è quello di migliorare la convivenza della popolazione. Domina quello scellerato e criminale del profitto ad ogni costo.

Il fatto c’induce a partire da una considerazione: sulla democrazia pratica; quella del mondo moderno, dell’oggi. Per poi valutarne qualità e quantità a Foggia. Dove, concettualmente, essa è pur sempre l’edificazione dell’unione del popolo, finalizzata alla convivenza ed allo sviluppo della società civile locale, nel suo insieme. Una visione concettuale, questa, che riflette la pratica della vita del popolo, unitaria pure nella diversità delle sue forme sociali. Una visione che ci spinge al sogno di una società foggiana libera da tutte le egemonie, unita, insieme tesa a realizzare lo sviluppo economico moderno: ricchezza per le famiglie, ricchezza per il territorio. Tuttavia non è così. Realisticamente. Oggi, la comunità foggiana ha tali problemi sociali, tanti conflitti con la politica cittadina, sconsiderata, inefficace, poco virtuosa, da risultare tanto indietro nella dinamica democratica, su cui si realizza lo sviluppo sociale. Il popolo foggiano oggi appare vittima di una egemonia che ne impedisce la crescita democratica e sociale. Si è tornati alla composizione familiare: si opera e si vive solo per la famiglia, la propria. La società in genere, è ancora un particolare, al quale il foggiano ritiene di dedicarsi poco, dalla quale in verità poco pretende. Quale è la causa di questa involuzione? Noi diciamo che sulla città di Foggia è prevalso e prevale “un grande disegno”, quello scellerato e criminale del profitto personale, ad opera di un gruppo egemonico che, di fatto, domina Foggia e ne blocca il libero progredire. Un manipolo di persone che, per questo movente, è negazione alla democrazia.

L’economia di questa nostra Città, che in tempi passati ha aspirato a diventare capoluogo della regione, non s’è sviluppata pienamente. Il settore merceologico, detto terziario, che invece consentì al comune di Bari di evolversi socialmente ed economicamente, sino a mettersi a capo della Puglia, a Foggia non è mai diventato il traino del progresso civile. Incapacità caratteriale del foggiano, incline a nascondere i soldi sotto al mattone? Inconsistenza della locale Camera di Commercio, adattata solo ad enumerare iscritti e a riscuotere contribuzioni? Il male di una politica locale subito serva di ogni potere esterno? Tutto ciò ha frenato lo sviluppo di Foggia. Un ‘tutto’ che, col tempo, s’è rinsaldato, stabilizzato; ha preso potere sui cittadini foggiani, modificandone in negativo il carattere inconcludente, propenso alla iattura e al lamento. Se tutto questo è vero, occorre dire che quella cultura, nemmeno troppo sbandierata qui a Foggia, di cui i soliti si riempiono la bocca, non ha mai avuto diffusione o peso tali da promuovere l’evoluzione civile, nella mente e nei comportamenti dei foggiani. In siffatto ambiente s’è annichilita ogni forma di politica locale. Oppure, questa ha trovato l’ambiente ideale dove ‘covare’ le proprie inadeguatezze, da dove poi s’è scelta la strada più agevole, in direzione del potere per il potere. Così Foggia non ha mai avuto continuità di democrazia, neppure una decisa politica del fare per convivere degnamente, anzi, neppure una pratica del governo (politica) degna. Eccetto il periodo di alcuni sindaci che, per distinzione intellettuale, per amore verso la città che amministravano, hanno dato ai foggiani l’esempio di come si sviluppa in civiltà e benessere una comunità, quando è amministrata con rettitudine. Questa nostra città ha tenuto poca memoria per queste figure, forse a causa di un altro aspetto caratteriale del foggiano, definito amante dello straniero e, aggiungiamo, irriverente contro ogni concittadino lodevole. Comunque, su questi degni Sindaci di Foggia e sul loro lodevole operato pubblico, possiamo sempre riflettere, per comprendere quanto possa essere altra la politica di governo di una città; altri i soggetti pubblici (sindaci, consiglieri, assessori) e l’intera politica stagnante in loco. Il peggio del governo, in Foggia, s’è scatenato negli ultimi quindici anni. Esso ha segnato la disgregazione del popolo foggiano che, abbandonato da una politica matrigna e degenerata, ha smarrito il valore del vivere la cittadinanza come partecipazione alla realizzazione del benessere comune. Chi più, chi meno, oggi i foggiani s’occupano della propria famiglia, dell’habitat familiare, altro che amore cittadino di convivenza. Il campanile, il Comune, la Cattedrale, il Sindaco e quanto egli impersona, sono oggi i simboli neutri, di una città indifferente verso tutto ciò che sarebbe pubblico. Quelle figure, non s’userebbero neppure sulle ‘cartoline’ illustrate della nostra città, se esse fossero ancora in uso. E’ per questo che il foggiano si disinteressa del disastroso bilancio che hanno messo su, milionata di euro su milionata, i loro amministratori pubblici? E’ per questo che viaggiano con indifferenza per strade cittadine ogni giorno più rotte? in mezzo a una monnezza che, raccolta periodicamente, varia sì alla vista, ma sempre monnezza rimane, in un contesto urbano poco decoroso? Così ci addolora vedere quei foggiani che oramai tirano innanzi, con velocità ‘decisa’, dinnanzi all’anziano schiantatosi per terra a causa delle buche presenti sui marciapiedi. Il foggiano oggi corre e lascia correre. Non ci sono gli amministratori comunali eletti, soprattutto ben pagati, a curarsi dei progetti urbani? delle aree di sviluppo? dei beni patrimoniali della comunità foggiana? Il trenino-tram, il tram-trenino: in mezzo alla monnezza? I debiti accumulati dagli amministratori comunali oltre le possibilità di cassa del Comune. Chi li pagherà?

In questa situazione disastrosa per Foggia, per i cittadini foggiani, c’è chi dice che qualcuno vi sta ponendo ordine. Il sindaco in carica. Quale ordine stia egli sviluppando non è dato sapere. Aspettiamo? Aspettiamo. Con calma? Con calma, fatale. Intanto corre più d’ogni situazione cittadina, il business dei faccendieri locali, degli speculatori, sì, di quei pochi affaristi che, di fatto, dominano Foggia. D’altronde l’ambiente di crisi in cui è stata impaludata la città è proprio l’habitat congeniale in cui prosperano coccodrilli e caimani. Dalla Foggia, città delle fosse granarie, siamo finiti in quella della palude. Un processo involutivo per nulla naturale, legato invece ad un piano criminoso preciso, mirato a conquistare e a tenere sottomessa Foggia. Anche se, la condizione attuale di sofferenza in cui versiamo, può e deve ritenersi solo un periodo temporaneo. Sta’ nuttata deve passare. Foggia, i foggiani, riusciranno a liberarsi da questi orrendi lacci e, grazie anche alla forza della modernità, recupereranno civiltà. Specialmente se interverrà lo Stato: con un pò di manette, con qualche condanna giudiziaria esemplare. gma

martedì 10 maggio 2011

NOI PROFETI DELLE MANETTE? DOPO L’ARRESTO DEI TRUFFATORI DELL’ASL DI FOGGIA?

No. Sono tante le truffe in danno della popolazione foggiana che questi arresti non ci soddisfano.


Giorni or sono l’asserzione di un noto politico foggiano: la politica è malata; la società intera deve reagire. Ma, egli non chiariva il tipo d’intervento che i cittadini dovevano attivare. Siccome gli atti della politica finiscono in atti amministrativi, che devono essere conformi alle leggi dello Stato, volemmo interpretare la sua affermazione nel senso che, quando il cittadino si sente danneggiato dal nocivo (malato) operare dei politici, deve fare intervenire non la medicina, ma denunciare il tutto a chi esercita la funzione giuridica di tutela della società. Siccome il nostro territorio e la nostra esistenza di cittadini sono da tempo oppressi e vittime di amministratori politici insani e maniaci, noi ‘vedemmo’ come prossimo e inevitabile l’intervento delle manette per qualche amministratore pubblico. Anche se il nostro pensiero auspicava l’arresto in massa di tanti politici locali, ci sembrava prevedibile che ne avrebbero arrestato qualcuno, prima o poi. Ciò in considerazione dei troppi, continui soprusi che vengono commessi dentro e nei pressi dei palazzi istituzionali della nostra città, ognuno dei quali comporta danni economici per la comunità dei foggiani. Insomma, non se ne può più.

Di fatto, qualche giorno dopo, ecco arrivare le manette. “Truffa all’Asl di Foggia”: una truffa da un milione di euro. La cronaca dice di alcuni imprenditori, che usando delibere, mandati e fatture falsi, forniture fittizie di servizi sanitari, si sono messi nelle proprie tasche un milione di euro. Uno di questi malfattori è consigliere comunale di un comune della provincia di Foggia, l’altro è ben inserito nella politica locale. Per cui anche questo episodio criminale è riconducibile alla corruzione della politica locale. Pensare che due mesi or sono la Asl della nostra provincia è stata oggetto di altro danno economico, ancora complici dei funzionari interni, da parte di imprenditori disonesti, sempre collegati alla politica locale.

Nella conferenza stampa sull’episodio criminoso, il buon procuratore capo di Foggia Vincenzo Russo, mette in evidenza che è la mancanza di controlli all’interno degli uffici della Asl ad avere permesso l’attuazione della truffa ai danni dell’azienda sanitaria. Certo, è così. V’è anche da considerare che all’interno di questa importante istituzione sociale è risultata la presenza di funzionari corruttibili, anzi, già indagati e qualcuno persino condannato. Personaggi questi che furono assunti in azienda e poi promossi a rivestire certi incarichi, grazie a qualche partito politico. Quindi, come sperare che una direzione dell’Asl sia in grado di controllare preventivamente la regolarità di atti e dispositivi interni? Né è sostenibile che la Procura di Foggia possa soltanto intervenire a episodio criminoso avvenuto. Delle irregolarità di atti amministrativi che si combinano nei vari palazzi del potere, qui a Foggia, si hanno puntualmente notizie, visto che ad ognuno di essi s’accompagnano l’ingiustizia ed il danno subìti da qualche cittadino, se non dall’intera cittadinanza. Però, nessuno indaga, perché sovente queste notizie non diventano denuncia all’autorità giudiziaria competente, poi perché intorno ad esse si forma un sì vasto coro di voci da passare per pettegolezzi di popolo. Ed intanto, in ogni palazzo del potere locale, aumenta il numero degli incarichi extra personale: inutili, ultra retribuiti, che costano eccessivamente. A chi costano? in fine alla comunità cittadina. Si moltiplicano le promozioni indebite, per meriti inesistenti perché non legati ad una concreta qualità professionale del dipendente pubblico.

Riportiamo a mo' d’esempio, circa questo andazzo corrotto, ingiusto, illegale, che regna nello sfacelo delle amministrazioni locali, una recente voce diffusa, talmente diffusa da sembrare un pettegolezzo, che gira nei corridoi e nei cortili delle istituzioni, ma anche tra la popolazione. Un soggetto pluripotente, cioè investito di più incarichi nell’amministrazione di una importante istituzione cittadina, fa assegnare a due signore degli incarichi esterni, ovvero collaborazioni con assessorati dell’ente, ben retribuiti. Dopo poco tempo fa promuovere sua moglie per alta produttività e meriti professionali. Gira poi voce al riguardo, che i meriti professionali della sua signora consisterebbero nell’avere ella sopportato la tresca del consorte con una delle donne incaricate di progetti con l’ente pubblico. Insomma, una piccola indagine sulla vicenda andrebbe fatta, considerato che ‘vox populi...’. Per carità, non si scomodi la Procura di Foggia, ma una Politica locale seria, partiti provinciali con politici onesti, dovrebbero indagare al riguardo. Non ci fermiamo, ovviamente, sull’episodio sopra descritto. Ce ne sono tanti, troppi, tutti gravi, perché anche la tratta del lavoro in cambio di una voluttà femminile, all’interno di una amministrazione pubblica, è fatto disonesto. Se ciò non avviene significa che la tratta del potere politico è tanta e diffusa che non ci può essere intervento politico. Insomma, oltre una politica locale che è incapace, c’è quella che è corrotta. Appunto. Qui a Foggia la politica è corrotta ed incapace. Aggiungiamo: purtroppo con buona pace della gente, quella che si accontenta, non come noi, che qualcuno finisca “in manette”. mga

sabato 7 maggio 2011

LA NOSTRA POLITICA E' LADRONA? OPPURE E' MALATA?


I Politici ladri finiscano in manette. Quelli malati vadano a curarsi o... comunque, se ne tornino a casa.

Un giornalista foggiano, professionista bravo e onesto, ha deciso di accantonare la penna e di mettere fine alla sua attività. Certo non per motivi di età, bensì per il fatto che in questa Foggia nessuna tv nessun giornale stampato è disposto a dargli voce o spazio e pubblicare un suo servizio. La persona è scomoda, molto scomoda, alla politica locale. Come si dice? non ha peli sulla lingua. E’ di quelli che non hanno mai temuto di fare nome e cognome e indirizzo, dentro ai suoi articoli giornalistici, tutti rivolti a trattare i fatti ed i misfatti della politica foggiana. Che poi egli lo abbia fatto per incoscienza, per impegno della professione, per amore verso la sua città, se pure ciò fu una colpa, è però vero che egli ha sempre pagato in prima persona, non contandosi ormai più le querele che egli ha preso nel corso degli anni ad opera dei politicanti locali, tutti permalosi e ognuno più di qualsiasi grosso nome della politica nazionale. Non parliamo delle infinite minacce e, perchè no, delle numerose lusinghe rivoltegli. Alle quali evidentemente si è sempre negato, visto che, a differenza di altri suoi colleghi, non ha avuto mai lavoro nelle tv foggiane di proprietà di politici e politicanti locali né su qualche carta stampata al servizio della politica cittadina. D’altronde, per convincersi di ciò, basta capire come finisce la sua carriera da giornalista: ridotto al silenzio, escluso dal lavoro. Per ciò egli decide di riunire, sere fa, un pò di colleghi. ‘Per salutarli’, disse. Soltanto che, non trovando tra i giornalisti presenti un solo testimone al quale passare la sua pungente penna, quella sera ha riversato su essi tutto il suo malessere: li ha incolpati di essersi venduti alla politica, di non avere fatto gli interessi della popolazione locale, di non rendersi conto che la carta stampata qui a Foggia circola solo il venerdì, quando è utilizzata per incartare il pesce. Certo, alcuni giornali foggiani ‘escono’ proprio ogni venerdì di settimana, ma non pensiamo che essi servano ad incartare il pesce, cosa comunque di utilità, perché altrimenti ce li troveremmo lungo le strade cittadine, e d’immondizie ce ne sono già tante. Riportiamo, per spirito del racconto, che un direttore convenuto in quella serata, sentitosi offeso da quanto aveva sentito, ha minacciato il collega appena messosi in riposo, d’incalzarlo tutta la vita. Anche certa stampa, commenteremmo, è permalosa e minacciosa. Ora, che a Foggia si leggano pochi quotidiani è fatto accertato e quantificato da statistiche ufficiali. Sono scarse le letture, che aumentano solo in occasione degli omicidi commessi in città. Sono tanti invece i resi invenduti che, forse è vero, vengono poi utilizzati nei mercati rionali. Eppure questa città, produce tanti fatti in politica, che per la loro continuità, per gli intrecci tra le personalità coinvolte e per l’aspetto delittuoso che rivestono, specie in danno della popolazione, sono più interessanti di altrettanti fatti criminosi. La loro storia, quando narrata, non potrebbe non interessare la gente. Solo che questi nostri giornalisti non ne scrivono. Perché? Forse perché tanti di essi fanno parte della segreteria di questo o di quell’altro uomo politico. O sono dentro gli uffici stampa degli enti pubblici, come il Comune o la Provincia, dove sono in carica o in potere gli stessi individui, consiglieri, assessori, che poi fanno quelle azioni meritevoli di almeno qualche riga di denuncia. Anche per la stampa locale vale porsi la domanda se essa è ladrona o malata. Mentre il Comune di Foggia non ha i soldi per ripulire le strade cittadine dall’immondizia, il direttore di un quotidiano locale, scrive sul suo giornale dell’incontro organizzato con i direttori (parità di carica) di due agenzie locali della comunicazione pubblicitaria, per discutere sul problema dell’immondizia a Foggia. Pregevole, diremmo, per comprare una copia del giornale ed informarsi sul problema che affligge noi foggiani. E leggiamo come essi hanno analizzato il problema. “Occorrono idee e creatività per fare capire ai cittadini perché la città è così sfacciatamente sporca. Serve guerriglia di marketing che arrivi nelle case delle famiglie e inviti a comprendere lo stato dell’arte delle situazioni che li riguardano da vicino. Esistono dei fondi della comunità europea a cui le aziende municipalizzate possono attingere...” Insomma questi ingegnati della comunicazione premevano sul Comune e sulle sue municipalizzate affinché domandassero soldi europei, li passassero a loro, che avrebbero fatto comunicazione sulla ‘munnezza’ che i foggiani vedono straripare dai cassonetti ed invadere le strade cittadine. Ricevendo questi denari “dobbiamo fare la nostra parte sentendoci protagonisti di questo territorio”. Ma come, è questo il senso del ‘pezzo’ giornalistico? Non suggerire come tamponare il dissesto disastroso in cui è stata messa la città. Piuttosto suggerite di pubblicizzare l’immondizia che ci circonda. Sapete come farla più piaciona ai foggiani? Oppure quest’articolo è diretto al Sindaco, agli assessori? sottintendendo loro che potete farla sparire, almeno non scrivendone e non pubblicando le foto dei rifiuti? Signori, giornalista e pubblicisti, andate a raccogliere l’immondizia, se avete desiderio di aiutare questa città ed i foggiani. Gratis, dovete farlo. Coscienti che voi, per mestiere, producete carta in quantità, con giornali e volantini e manifesti, con i quali contribuite a sporcare la città. Quanto al sentirvi protagonisti di questo territorio, ebbene, voi lo siete da tempo. Ma non in positivo. Visto che col vostro ingegno, vi impegnate sovente a ricavare soldi pubblici (dei cittadini) dalla politica locale, tallonando i politici, sostando dietro le porte di qualche assessore, per scucire un pò di soldi. E così le vostre carte, da anni, non trovano spazio per le vergogne che compie la politica in danno del territorio e dei cittadini foggiani. Favoreggiatori di una politica ladrona, ecco chi siete. Se le vostre carte, che puzzano e sono sporche già prima di finire ad incartare il pesce, fossero servite per ‘incartare’ quegli amministratori pubblici locali che disamministravano e mettevano nei guai la popolazione foggiana, ebbene Foggia, questo Comune, oggi non si troverebbero in una crisi tanto grave. Ma voi, altro che imbellettati, siete la peggiore maschera della peggiore politica oggi in atto. Ebbene, anche voi, siete ladroni o malati? La domanda è attuale, posta, com’è stata posta, da un noto opinionista dell’informazione. Non bastasse tanta disonestà, verso i lettori, ecco il direttore di una televisione locale, in un suo editoriale, prospettare l’idea che lo stato della politica locale non è causato da amministratori pubblici disonesti ma piuttosto da una politica malata, cioè appena sofferente e quindi inefficiente. A considerare cosa è la politica in genere, un fatto di normale umanità, vorremmo pure trovare il medico specializzato per curare questa malattia. Non ci sembra ci sia il settore della medicina adatto. Ma la politica è anzitutto amministrazione del bene comune, attività che la società statalizzata ha voluto garantirsi con leggi scritte che articolano differenti tipi di responsabilità. Oltre, noi riteniamo che l’amministratore pubblico che danneggi il patrimonio della comunità, sia comunque responsabile, rispondendone in prima persona, col suo patrimonio personale.Insomma, che i Politici ladri finiscano in manette. Quelli malati vadano a curarsi o..., comunque, se ne tornino a casa. gma