Quale organismo dello Stato, in nome della democrazia, interverrà per difendere i diritti del cittadino foggiano?
Sette anni, che riconducono all’amministrazione del Ciliberti Orazio, sindaco di Foggia dal 2004 al 2009. Al quale segue, dall’anno 2010, l’attuale sindaco, Mongelli detto Gianni. Soltanto per precisare, ricordiamo che entrambe le amministrazioni sono per politica espressione del Centro-Sinistra. E’ da ricordare soprattutto che è durante l’amministrazione Ciliberti, quindi negli anni dal 2004 al 2009, che la contabilità del Comune di Foggia va in sbilancio, somma un passivo di anno in anno crescente e s’allontana da ogni criterio di competenza, di veridicità (come lamenta più volte la Corte dei Conti di Bari), di trasparenza e pubblicità. Quale pubblicità. I cittadini foggiani sanno ben poco del cumulo di debiti che questo Sindaco, i suoi amministratori, gli hanno procurato. Ciò al punto che durante la campagna per le elezioni del nuovo sindaco, il candidato Mongelli piuttosto che informare i cittadini foggiani del difficile ed ingrato compito che attende il nuovo sindaco: risanare la contabilità e le casse comunali, nuove e pesanti tasse da caricare ai cittadini, il dovere operare senza il becco di un euro per assicurare l’esercizio di base delle funzioni spettanti ad un’amministrazione comunale, egli ritiene di poter imbrogliare gli elettori promettendo, in caso d’elezione, di fare di Foggia la capitale (nazionale, regionale, locale?) della cultura e del progresso civile. Ecco il grosso imbroglio di due sindaci che i cittadini foggiani dovranno ricordare. Non potendo essi ignorare le condizioni attuali del degrado al quale è stata costretta la città di Foggia.
Quale futuro aspetta la Città di Foggia? Quale organismo dello Stato, in nome della democrazia, interverrà per difendere i diritti del cittadino foggiano?
Per ora, a ciò è impegnato il sindaco di turno. Egli dice ad ogni sua uscita in pubblico che salverà Foggia, i Foggiani, con la sua bravura d’amministratore, con i suoi eccellenti amministratori di fiducia. Ma lui e costoro non sono certo il santo di turno in processione. E qui, oggi, sembra sì che serva un eletto, ma non di quelli prescelti con la politica dell’imbroglio.
Intanto lo dice chi conosce bene questo sindaco Mongelli, essendo al suo fianco come vice-sindaco da due anni: Lucia Lambresa.
“…Una mera riedizione dell'ex amministrazione Ciliberti: Mancanza di trasparenza, legalità e veridicità dei conti” -la denuncia del vicesindaco-. “Non rilevo elementi e programmi per il risanamento dei punti deboli del Comune, né tantomeno per un rilancio della città”.
“E’ una questione di coscienza. Non si può... Il quadro consiliare è mutato, divenendo una mera riedizione dell’ex amministrazione Ciliberti”.
Quindi l’ultimatum: “Mongelli dica alla città con chi intende continuare ad amministrarla e se ritiene finita l’esperienza del buon governo.
Se Lucia Lambresa si dimette dalle sue funzioni di vice-sindaco perché ritiene che esse non facciano più gli interessi del popolo, è indice d’onestà intellettuale. Gravi sono i motivi che ella adduce per le sue dimissioni. Un giustificato atto d’accusa dal quale emerge come Mongelli detto Gianni, non è certo il santo ch’egli vuole farsi credere dal popolo foggiano.
Comunque egli insiste, nell’essere sindaco, poi santo. Nonostante il fallimento delle sue promesse elettorali (Foggia Capitale) egli ripromette: “Ripartiremo subito da 10 obiettivi contenuti nelle linee programmatiche e che saranno i protagonisti del percorso di fine mandato: attività produttive, piano del commercio, sicurezza, sviluppo del territorio, qualità della vita, investimenti". "Foggia sta attraversando la sua fase peggiore, lo dico da cittadino che la vive da 53anni. Ma, credetemi: se avessi avuto la certezza di un'alternativa possibile al percorso fin qui compiuto, sarei stato il primo a dimettermi" Sindaco, ci ascolti, mentre Foggia sta vivendo certo il momento peggiore, c’interessa poco dove e come ha vissuto i suoi 53anni. Sarebbero impressioni che riguarderebbero soltanto la sua vita. Siamo poi certi che da cittadino, qui a Foggia, ha vissuto meglio che negli ultimi sette anni. Quanto alle alternative alla sua amministrazione, perché non lascia decidere ai foggiani? Si dimetta da sindaco di una città, Foggia, che non ne piangerà l’assenza e torni a fare quello che è capace di fare. gma