giovedì 26 gennaio 2012

Mongelli penultimo nella classifica del gradimento dei sindaci italiani. Il Fallimento di AMICA Spa.

MONGELLI: "NON GRADITO"

Il sindaco della nostra Città, Gianni Mongelli, è il penultimo sindaco d’Italia nella classifica di gradimento dei primi cittadini, pubblicata da “Sole 24Ore” e realizzata in collaborazione con Ipr Marketing.

Sotto Mongelli c'è soltanto Diego Cammarata, sindaco di Palermo.

Mongelli ha avuto il 45% dei consensi. Rispetto al sondaggio dello scorso anno, egli perde il 9,5 % dei consensi. Rispetto ai voti delle sue elezioni, perde l'8,4 % di consensi.

La classifica è stata stilata dagli elettori che in ogni città hanno risposto alla domanda-chiave rivolta loro da Ipr Marketing: «Se domani ci fossero le elezioni, voterebbe a favore o contro l’attuale sindaco?»

Purtroppo la classifica riflette quella altrettanto negativa, delle scorse settimane, con la quale “Sole 24Ore” analizzava la qualità della vita in tutte le Province d’Italia e posizionava la provincia di Foggia all’ultimo posto. (leggi in archivio l’articolo di mercoledì 7 dic. 2011).


Decretato il fallimento di AMICA SpA la consociata del Comune di Foggia per la raccolta dei rifiuti.


Riportiamo per estratto alcune delle osservazioni in base alle quali il Collegio giudicante del Tribunale di Foggia, Sezione fallimentare, il 17 gennaio 2012, ha dichiarato il fallimento di AMICA S.p.A.:

...Il Comune di Foggia ha gà optato per la costituzione di una società mista pubblico-privato, con quota di partecipazione assegnata al socio operatore privato non inferiore al 40% …per gestire il ciclo rifiuti in Foggia…

E’ certo, quindi, che AMICA Spa non potrà più operare come affidataria del servizio di gestione del ciclo rifiuti…

Sicché non si capisce quale possa essere il senso dell’ammissione ad una procedura concorsuale straordinaria, preordinata al recupero dell’equilibrio economico dell’attività imprenditoriale di un soggetto che esiste solo perché ha in essere un contratto di servizio con il Comune di Foggia, che deve cessare di esistere ope legis tra meno di tre mesi e che prospetta di risanarsi cedendo ad una nuova società l’unico ramo effettivamente produttivo dell’impresa, cioè l’impianto di biostabilizzazione e discarica di soccorso.

…non è per nulla chiaro se il recupero dell’equilibrio economico dell’ente sia stato programmato attraverso un piano di cessione dei complessi aziendali o attraverso un programma di ristrutturazione economica. Pare al collegio che dovrebbe essere soprattutto l’utile derivante dai corrispettivi versati dai Comuni terzi dell’ATO FG/3 per lo smaltimento nell’impianto di biostabilizzazione a garantire la ripresa economica dell’AMICA, ma è previsto che quell’impianto (che è del Comune) sia ceduto ad una newco, così come il servizio di spazzamento e raccolta, senza che venga indicato quale dovrebbe essere il prezzo di tale cessione: il tutto senza alcun riferimento a previsioni concrete di ricavi idonei a dimostrare la capacità di far fronte alla debitoria pregressa. Anzi, la società ricorrente parla addirittura di congelamento della debitoria pregressa, senza alcuna previsione di un limite temporale a tale moratoria.

Insomma, l’AMICA S.p.A., consociata del Comune di Foggia, mette su una debitoria tanto grande da non riuscire più a farvi fronte. Debitoria di cui il Comune di Foggia è parte responsabile; non sappiamo se per il fatto di aver distratto fondi da quella cassa o (anche) per il fatto d’essere insolvente delle somme che esso deve all’AMICA come pagamento del servizio di raccolta del pattume cittadino. C’è una massa di creditori verso l’AMICA che il Tribunale di Foggia è chiamato a tutelare, ma, il Comune con i suoi amministratori, in capo a tutti il sindaco, non solo chiedono ai giudici di tacere sugli eventuali ricavi monetari derivanti dalla cessione di comparti patrimoniali dell’AMICA debitrice, ma chiedono di congelare contestualmente tutta la debitoria pregressa. E tanto è già sintomatico di come questa amministrazione comunale, in piena continuità con l’amministrazione precedente, dolosamente ignori le aziende ed i soggetti che hanno ‘lavorato’ per l’AMICA senza poi essere pagati. E CHE SONO I CREDITORI D’AMICA SPA PER QUESTI AMMINISTRATORI COMUNALI? GENTE DA NIENTE? ALLA PARI CON I DEBITORI DEL COMUNE DI FOGGIA?

<Certo –continuano i giudici fallimentari- non sarà il tanto celebrato servizio di raccolta porta a porta a consentire ad AMICA di riacquistare il suo equilibrio economico e di pagare nel tempo gran parte dei suoi impressionanti debiti accumulati negli ultimi anni dai suoi amministratori e nell’inerzia totale del socio unico, il Comune di Foggia. Una notazione a parte va fatta proprio per stigmatizzare il comportamento del Comune di Foggia…>

E qui i giudici relazionano su sindaco attuale & co-amministratori comunali: <L'ente territoriale ha lasciato che AMICA defluisse lentamente in uno stato di decozione irreversibile senza mai intervenire, sia per bloccare il depauperamento sia per ripianare le perdite, preoccupato solo di garantire la continuità del posto di lavoro alle maestranze (anche quelle delle società satelliti o collegate), pagate con i soldi dei contribuenti e costituite in parte anche da elementi di dubbia capacità ed efficienza. Si è così giunti ad una situazione che al Comune, socio unico di AMICA, fa particolarmente comodo: da un lato, ha lottato per far dichiarare l’assoggettabilità a fallimento di una impresa con chiari connotati ‘pubblici’, dall’altro ha stimolato la presentazione di una domanda d’ammissione all’amministrazione straordinaria di AMICA assolutamente inaccettabile, passibile di conversione in fallimento in qualsiasi momento. Se già nel mese di giugno del 2011 il Consiglio Comunale aveva votato la scelta di attribuire il servizio di gestione del ciclo rifiuti ad una nuova società con capitale misto (pubblico e privato), non si capisce perché il Comune abbia voluto a tutti i costi presentare un piano di recupero aziendale di un soggetto ‘ormai decotto’ e non più utilizzabile per lo svolgimento del servizio.

Appare quindi lecito il dubbio che lo scopo dell’ente territoriale (il Comune di Foggia) sia stato solo quello di ‘scaricarsi della spaventosa debitoria accumulata da AMICA’ ottenendo il riconoscimento della sua assoggettabilità a fallimento, già consapevole del destino di quell’azienda, le cui passività di bilancio avrebbero potuto condurre al ‘default’ dello stesso Comune di Foggia. E tuttavia non può manifestarsi in questa sede la preoccupazione per una situazione che rischierà di porre il Comune nella impossibilità di gestire il delicato settore dello smaltimento dei rifiuti alla scadenza del 31.3.2012, allorché, intervenuto anche il fallimento di AMICA, oltre quello di Daunia Ambiente, ed autorizzato l’esercizio provvisorio solo fino a tale data (qualora non sia svantaggioso per i creditori), non si potrà ricorrere ad alcuna forma di commissariamento da parte del Prefetto. Né ci sono i tempi per poter pensare di completare alla data suddetta l’iter procedimentale per la creazione e l’affidamento del servizio al nuovo soggetto a partecipazione mista nel quale, è auspicabile, venga fatta transitare la parte più ‘sana e capace’ del personale ora impiegato nelle due società insolventi, società che hanno continuato ad operare negli ultimi anni anche grazie alla collaborazione degli organi fallimentari della procedura ‘Daunia Ambiente’.

Alla luce delle considerazioni fin qui svolte, accertata la inesistenza delle condizioni per l’ammissione di Amica alla procedura di amministrazione straordinaria, devesi concludere per la declaratoria di fallimento di quell’ente, riservando alla richiesta del curatore ed al parere del comitato dei creditori l’ammissione all’esercizio provvisorio dell’impresa fino e non oltre il 31.3.2012. …

Così deciso nella Camera di Consiglio del Tribunale di Foggia il 17 gennaio 2012.>

ED ANCHE AMICA FINI’. Un’altra Azienda di questa Foggia è fallita. Tanti lavoratori e famiglie, foggiani, hanno perso il loro lavoro, per la disonestà di vili e falsi mercanti della politica locale.

Solo che l’AMICA S.p.a.’’è’’ un’azienda speciale di servizi urbani: ha come socio unico il Comune di Foggia, che, a dire dei giudici (e speriamo che subito essi sollecitino le azioni necessarie per dare consistenza a quanto loro relazionarono): <L’ente territoriale ha lasciato che AMICA defluisse lentamente in uno stato di decozione irreversibile senza mai intervenire, sia per bloccare il depauperamento sia per ripianare le perdite. Ha assistito inerte all’accumulo d’impressionanti debiti, accumulati negli ultimi anni…>.

Solo che l’AMICA ha una storia contabile, appunto, da S.p.a., sulla quale i giudici del Tribunale di Foggia dovranno indagare.

Anche questa volta i cittadini foggiani stanno dimostrando scarsa attenzione per la sorte toccata alla municipalizzata AMICA. D’altronde lo stesso avviene per la situazione di dissesto finanziario in cui versa il Comune di Foggia: una marea di debiti che gli amministratori comunali sottacciono e nascondono, fino a quando non interverranno i giudici per competenza. Una marea di debiti di cui il cittadino dice di non volerne sapere, salvo lamentarsi quando gli imporranno di pagare altre tasse per farvi fronte. Perché il debito è foggiano, fatto sì da disonesti mercanti della politica, ma l’obbligo di pagarlo … toccherà a noi foggiani.

giovedì 5 gennaio 2012

FOGGIA SE NE VA. RESTA QUELLA SENZ’ANIMA.


Un antico dubbio sull’anima di questa Città, sul soffio vitale che i suoi cittadini le accordano, è riaffiorato e ci ha pervaso durante i giorni delle festività di fine anno 2011. Questa volta lo spunto non è partito dalla qualità molto bassa delle condizioni di vita che allignano a Foggia. Nel mese scorso se n’è detto e scritto a tutto campo. Il tema neppure ci è stato dettato da un fatto categorico. Esso è venuto fuori durante il passeggio per le vie cittadine, nei giorni, per l’appunto, festivi. Esso ha preso corpo poco alla volta e senza che noi avessimo alcuna voglia o intenzione d’affrontarlo. Una volta insinuato in noi, ci ha destato una grande afflizione. Non bastasse quella che già si respirava per Foggia.

Si sa che in questo periodo di festività importanti, è facile incontrare per le vie cittadine foggiani emigrati dalla nostra Foggia, per reperire altrove un’occupazione lavorativa. Essi profittano del lungo ponte festivo per tornarvi a trovare i genitori, i parenti. Quest’anno ne abbiamo incontrati pochi per le vie della nostra Città e da essi abbiamo appreso che sono ormai tanti i foggiani emigrati che evitano di tornare a Foggia, a causa del degrado in cui essa versa. Ma non è di questo che vogliamo parlare. Non è questo il fatto che ci ha sconcertato e che vogliamo sottolineare.

Sono tante le famiglie che durante l’anno 2012 andranno via da Foggia e si trasferiranno in altre città dell’Italia. Certo al Nord, ma non nelle solite metropoli. E non per la solita storia di trovare lavoro. C’è tra loro gente che ha chiesto d’essere trasferita in altri luoghi di lavoro pur d’andarsene da Foggia. E stanno vendendo l’appartamento: di loro proprietà, o con un mutuo da pagare. Stanno rinunciando per sempre alla parte più importante della loro storia familiare: per esempio ai luoghi, ai momenti più amati, in cui nacquero i loro figli. Ma perché questa gente decide d’andarsene? Via da Foggia per vivere ed abitare a Termoli? Sì, alcune famiglie hanno scelto di andare a vivere a Termoli. Poco lontano dai genitori anziani, ma in una città che, a loro vedere, offre una vita sociale migliore, con prospettive di vita migliori. D’altronde, è ciò che essi ci hanno raccontato, insieme con il dolore che essi provano per siffatta decisione. E mentre costoro ce ne parlavano, noi pensavamo a quante altre famiglie foggiane li imiteranno, quando la notizia si sarà diffusa.

Sia ben chiaro che a noi non interessa prendere parte alle discussioni da imbecilli che molti imbecilli imposteranno su questo caso: fondate sull’inutile contrapposizione tra cittadini buoni e cittadini cattivi, tra quelli fedeli e quelli traditori, tra quelli che amano sino al sacrificio il loro luogo d’origine e quelli che hanno un animo senza patria.

C’interessa piuttosto entrare nel problema, ragionarne, sino a capire come si ricrea e si mantiene la sostanza del legame affettivo tra la città d’origine ed i suoi cittadini. Forse la nostra Città, la qualità attuale della vita che vi conduce la sua società, non hanno oggi un’anima tale da fare sperare che vi si viva naturalmente, vi si cresca ragionevolmente, vi si muoia serenamente, consci di perdurare la propria stirpe in un territorio che è capace di costruirsi un futuro migliore. Come pure basterebbe essere certi, dopo i fatti negativi che riguardano il cimitero di Foggia, sapere che da defunti nessuna politica farabutta o despota ci sarà a decidere cosa fare del nostro corpo.

Qui, a Foggia, la situazione cittadina, quanto ad economia, a sviluppo, a sicurezza sociale, da più di un decennio degrada continuamente. Ed oramai riteniamo che essa sia precipitata a un punto tale che non esiste più ingegno locale, programma di rivalorizzazione e di recupero, capaci di salvare questa Città. Così tanti foggiani, si danno premura di trasferire la propria famiglia, i figli, in comunità migliori per socialità e per economia, fors’anche per la dinamicità e la grande voglia di fare che animano la gente che vi vive. Inoltre la situazione del governo nazionale, dispone di così scarse economie, da non lasciare sperare che ne venga fuori il denaro necessario per finanziare un progetto di rilancio dell’economia foggiana. Allora: chi lo fa per Foggia questo programma di salvezza? I tecnici del mattone? Quelli che i soldi li tengono sotto il mattone?

Cosicché, qui da noi, la gente, i dipendenti degli enti istituzionali, ma anche i pochi imprenditori che vi operano, continueranno a rallentare l’attività. E’ ben visibile, rispetto ad altre città, come qui da noi, tutto si svolge col rallentatore: persino quando si lasciano gli uffici e si va nei bar. Che gente stanca costoro, quanto devono aver lavorato; anche se, a ben guardarli, sembrano più annoiati che stanchi. Sì, un’economia sempre stanca quella foggiana. Dove gli unici ad avere un guadagno certo sono i tantissimi funzionari pubblici degli innumerevoli enti pubblici di cui Foggia ha ancora tanta fame. Per non dire dei familiari, delle amanti: ivi sistemati e continuamente promossi, promossi, ripromossi, senza merito ed anche senza concorso.

Populismo? Qualunquismo? No. D’altronde, anche quel poco di economia che ha prosperato a Foggia, sta da tempo sbaraccando, per spostarsi verso il Nord Italia. E la Politica locale? Scusate: la politica …? Eccola nella foto accanto: Abito blu diplomatico, sorriso ebete, se la spassa in bici (che comunque non sono le loro, sono bici pubbliche). Dove vanno il notaio Pepe, presidente della Provincia e l’ingegner Mongelli, sindaco di Foggia? Certo non se ne vanno a casa. Né essi hanno intenzione di tornare ad esercitare a tempo pieno le loro professioni. Nonostante i foggiani (citiamo i titoli di alcuni giornali locali) attribuiscano alla loro incapacità di governo l’economia disastrosa di Foggia Comune e della Provincia.

Per carità, nulla di strettamente personale contro Pepe & Mongelli. Con loro sono da rispedire a casa i loro consiglieri, gli assessori, tutti i collaboratori.

A questi vogliamo dedicare un po’ del nostro tempo. Vogliamo che tutti i foggiani li conoscano bene. Come dire? Ad ognuno la sua cartolina personale: Nome e Cognome; mestiere che esercitano; perché si sono buttati in una politica malaccorta e sventata. gma