sabato 28 novembre 2009

L'URBANISTICA DI FOGGIA VUOLE TRASPARENZA


L’URBANISTICA PER RESTITUIRE IDENTITA’
ALLA CITTA’ DI FOGGIA.


Finalmente la nostra comunità ha un’amministrazione comunale che ragiona in forma moderna lo sviluppo della Città. Foggia, i foggiani, hanno necessità di ri-comporsi in un’identità precisa, che poi, è il sistema progettato per assicurare uno sviluppo stabile e pianificato al nostro benessere sociale.
E partire dall’urbanistica della nostra Città, per realizzare questa comune aspirazione, c’è sembrato sempre il sistema migliore.
Chi sa che noi cittadini foggiani, grazie a questa svolta, che vale definire epocale, la smettiamo di percorrere la nostra Città soffrendo la sensazione di stare in un labirinto, che ci sottrae dannatamente da qualsiasi aspirazione di civiltà moderna, da quella dinamica che ci consentirebbe di vivere in ogni strada vico o piazza, una civile, totale integrazione nella vita partecipata. L’unica che restituisce al cittadino il pieno respiro di una vita complessiva, libera, ugualmente amata da tutti.
Le precedenti amministrazioni hanno rinnovato delle piazze, ne hanno costruite di
nuove per la nostra città. Ogni volta è scattata la reazione della cittadinanza, che non le giudicava conformi all’ambiente urbanistico e con le reali esigenze della popolazione. In effetti, ancora oggi, ai nostri occhi, quegli interventi sembrano nuovi rattoppi aggiunti ad aree in cui il degrado urbano è ancora là, addirittura con la presenza di catapecchie risalenti all’ultima guerra. In ogni caso, essi, in quanto modificavano irrimediabilmente aree urbane conosciute, amate, appartenenti a tutti, non certo ad un’amministrazione o all’assessore di turno, prima d’essere realizzati, dovevano essere partecipati all’intera cittadinanza. Almeno per i progetti di questa tipologia, è necessario attuare un’urbanistica sostanziale, vale a dire completa anche della parte democratica.
L'urbanistica non è strumento per soddisfare l’ambizione del progettista, oppure la vanagloria dei governanti pro-tempore. I progetti urbanistici sono
l’appianamento ai bisogni ed ai diritti dei cittadini residenti e occasionali, anche quando si propongono come sperimentazione per una nuova coesione di comunità. Fortunatamente, per noi foggiani, questo spirito tanto provinciale quanto arrogante, che ha ‘governato’ sino ad oggi nella nostra Città, sembra essere stato abbandonato dalla nuova giunta comunale. Ciò grazie al corso della politica che ha in animo d’attuare il Sindaco Mongelli, basata sulla trasparenza e sulla compartecipazione della collettività. Una garanzia, in questo settore, consolidata dalla passione civica dell´assessore all’urbanistica, avvocato Nicola Lo Muzio, ma anche dalla sua indiscutibile competenza normativa. In una città che spesso ha pagato un caro prezzo alla sciatteria e all´improvvisazione in questa materia, é davvero motivo di speranza. Il fatto, poi, che l’urbanistica non risponda più alle logiche di partito, é vvero il primo passo avanti in quella direzione.
Un concreto ed attinente esempio della nuova tendenza assunta dal governo municipale di Foggia è il nuovo portale internet di urbanistica messo in funzione dal Comune e consegnato ai cittadini. Con la promessa che esso è lo strumento che metterà in trasparenza tutta l’attività urbanistica dell’amministrazione, resa accessibile per via telematica a tutti i cittadini.


www.urbanisticafoggia.org

Per la prima volta, professionisti, imprese e semplici cittadini hanno a disposizione uno strumento di conoscenza e di approfondimento sui temi più significativi che riguardano il futuro urbanistico del capoluogo dauno. L'iniziativa punta a stabilire trasparenza in un settore che, come abbiamo già detto, fino ad oggi, s'è distinto più che altro per la sua "oscurità". La scelta di trasparenza operata dall'amministrazione locale con l'implementazione del portale del Comune, è confermata dall'impegnativo obiettivo politico di rilanciare la "rinnovata coesione di comunità": obiettivo ed impegno che può trovare proprio nell'urbanistica, nella possibilità di scelte condivise che riguardano il futuro della città, una nuova e importante occasione di affermazione. E’ veramente una svolta quella espressa dal portale. Il quale offre non soltanto una cospicua mole di materiali d'informazione sugli strumenti urbanistici vigenti e su quelli venturi, ma anche strumenti innovativi come la possibilità di accedere alla cartografia comunale on-line. Il sito ha un design molto semplice ed efficace. Ne abbiamo prima riportato la pagina d’apertura.
Come già detto, nel portale sono presenti praticamente tutti i materiali che riguardano sia gli strumenti urbanistici vigenti, sia quelli in divenire. Si parte dalle "carte" che riguardano il Piano Regolatore Generale, firmato qualche anno fa dall'architetto Benevolo. Il portale pubblica l'introduzione, la relazione generale, i materiali che hanno portato al suo adeguamento ed, infine, la normativa tecnica. Ricca anche la documentazione messa a disposizione nello spazio del portale che riguarda il Documento programmatico preliminare del nuovo Piano Urbanistico Generale, approvato nella scorsa consiliatura dall'assise municipale di Palazzo di Città. Sono stati pubblicati praticamente tutti i materiali del DPP compresi gli elaborati grafici e gli allegati tecnici. Di particolare interesse la sezione intitolata dal PRG al PUG, all'interno della quale sono pubblicati i materiali che riguardano tutti gli interventi urbanistici in itinere su cui il consiglio comunale sarà chiamato a pronunciarsi nei prossimi mesi. I PIRB, i PRUSST, gli strumenti della cosiddetta rigenerazione urbana, le iniziative di housing sociale. Il resto della home page è dedicato ad illustrare, o ad approfondire, i servizi offerti dal sito o i materiali pubblicati. Vi è la possibilità di accedere, come già detto, alla cartografia on-line. Di questo strumento viene detto: "la conquista di una base documentale cartografica a disposizione di cittadini, tecnici, professionisti, imprenditori, commercianti è uno strumento per avvicinarsi, senza opacità, ai precetti che regolano la proprietà fondiaria e le trasformazioni urbane". Di particolare interesse, il "decalogo delle qualità": vi è dedicata un'apposita sezione nella quale viene approfondita la Carta della Rigenerazione Urbana con le sue regole di qualità che descrivono la qualità urbana, urbanistica, architettonica, dello spazio pubblico, sociale, economica, ambientale, energetica, culturale e paesaggistica. Ma la sezione forse più interessante è quella dedicata al "laboratorio PUG". "Il processo di costruzione del Piano urbanistico generale - si legge nella presentazione - è la sfida per un reale coinvolgimento diretto e responsabile dei cittadini alle decisioni che condizionano la qualità della vita presente e futura di Foggia". Ed è veramente questa la posta in palio: trasformare l'urbanistica, da sempre "croce" della vita pubblica cittadina, in una risorsa aperta per qualunque persona che voglia servirsene.

Riportiamo le parole con le quali il Sindaco di Foggia ha presentato il nuovo portale internet:

“I cittadini cosiddetti normali potrebbero archiviarla come 'una roba da tecnici'. Ma così non é, perchè l'operazione portata a termine, con particolare dedizione e competenza, consente a noi tutti di conoscere fin nel dettaglio più minimo come si é svolto e come si va evolvendo il dibattito sul futuro assetto urbanistico della città. Cosa l'Amministrazione comunale ha progettato, ad esempio, per le Croci o nella zona della Stazione e come intende realizzarlo. Quali sono e cosa producono le relazioni tra gli interessi generali e pubblici e gli interessi particolari e privati. Tutto ciò, peraltro, si legge e si vede, perchè i documenti sono arricchiti dalle mappe e dalle piante, di una qualità tecnica che ha impressionato professionisti e imprenditori del settore. A tutti loro é stato offerto un formidabile strumento: utile per svolgere meglio il proprio lavoro e per esercitare fino in fondo la democratica funzione del controllo degli atti amministrativi.

Un'opportunità straordinaria anche per i giornalisti, che non saranno più costretti a muoversi a tentoni tra inaccessibili faldoni o ad essere respinti dal muro di gomma della burocrazia. Ora potranno 'leggere le carte'. Ecco perchè é stato sufficiente attivare il sito internet www.urbanisticafoggia.org per rendere più democratico e partecipato il processo di governo del territorio.

Il fatto, poi, che la più complessiva e complessa 'operazione trasparenza' sia partita proprio dall'urbanistica esprime una precisa volontà politica dell'Amministrazione: rasserenare il clima attorno a questo delicato tema amministrativo.”

gma







giovedì 26 novembre 2009

CULTURA DELLA COMUNICAZIONE E DELLA INFORMAZIONE

Ansie e contraddizioni della Comunicazione.

















Il libro giunge dieci anni dopo che Raffaele Valletta avviò il suo progetto formativo in materia di Comunicazione. Da quest’attività, nel 1972, nacque lo “Studio Valletta Comunicazione”, oggi conosciuta agenzia di marketing e comunicazione. Raffaele Valletta, salentino per nascita, barese per adozione, non a caso ha deciso di presentare la sua opera editoriale a Foggia. Egli, quando era all’inizio della sua attività, in tempi in cui di marketing e comunicazione si sapeva poco, proprio a Foggia trovò amici e professionisti e rappresentanti delle istituzioni locali disposti a sostenergli l’attività che stava avviando.


Passiamo al suo prodotto editoriale: "Comunicazione Informazione".

Comprende 25 saggi, di 25 autori, tutti autorevoli professionisti e docenti universitari della comunicazione e del marketing. Argomenti trattati: la formazione del comunicatore, la comunicazione d’impresa, quella pubblica, il marketing strategico ed operativo, il marketing emozionale, la creatività, la pubblicità e le pubbliche relazioni.

Così i saggi, nel complesso, sono proposti da Valletta come uno strumento informativo di settore, utile per tutti quelli che studiano comunicazione, marketing; per le aziende, per le istituzioni pubbliche, per i professionisti e gli operatori del ramo.

Il libro compendia 25 anni di storia e crescita della comunicazione, evolutasi grazie all’affinarsi della tecnologia informatica di cui s’avvale. Un’evoluzione che ha influito sulla nostra vita quotidiana, accelerandone i comportamenti e soprattutto analizzandoci e manipolandoci l’emotività. Il settore della comunicazione attira intelletti e professionalità. Basta considerare il proliferare dei corsi di laurea e laurea breve nelle Università. Oppure l’offerta di corsi di comunicazione e di marketing, master in pubblicità e roba varia. Qualche docente del settore afferma che la comunicazione oggi è fonte di cultura e di conoscenze nuove per le società nuove. E pure tante sono le critiche suscitate. Non sempre senza fondamento, visto che in quest’attività, si sono riversati, per moda e per affarismo, tanti soggetti non professionali, che utilizzano la comunicazione soltanto come mezzo per fare profitto immediato.

Valletta, con la sua pubblicazione, ‘comunica’ l’attività formativa manageriale svolta dalla sua Agenzia di comunicazione e di marketing. Egli celebra, in definitiva, i 25 corsi di master conclusi. Non a caso, forse per maniera comunicativa, anche 25 sono i saggi utilizzati nel suo libro. Ciascuno esteso da un esperto in comunicazione. Quindi, sono 25 i saggisti intervenuti, che riteniamo essere i docenti nei corsi di master settoriale “Valletta”. Insomma, un’intelligente promozione commerciale dello “Studio Valletta Comunicazione”, manualizzata al prezzo di 15 euro (sarebbe stato esagerato usare il fattore 25) e presentata autorevolmente a Foggia, presso Palazzo Dogana, sede dell'Ente Provincia, con la presenza del Vice Presidente avv. Consiglio, pure assessore provinciale alla Cultura, nonchè di Leonardo Di Gioia, assessore alla programmazione economica. Il che non è una critica assoluta. Quando la piazza di Foggia non è valutata come mercato dai facili acquirenti o piazza dove piazzare di tutto. Vero, vice presidente della Provincia Consiglio? Vero, assessore Di Gioia? Oppure l’ente Provincia di Foggia ha in programma di studiare presso lo Studio Valletta come ammodernare la propria comunicazione istituzionale? Qualche corso d’informazione, più che comunicazione, non farebbe male ad assessori e consiglieri e dipendenti provinciali. Un nuovo modo di comunicare con la società locale, gioverebbe alle condizioni urbanistiche della nostra Città: da quelle sociali a quelle del fare impresa ed economia.

Certo, questo periodo è di crisi. Tuttavia non è contraddittorio ritenere che bisogna investire sulla formazione manageriale, specie nell’area di una comunicazione sana e produttiva. Ciò, per due motivi: uno è che il superamento della crisi ed il mercato che ne uscirà, certamente rinnovato, richiederanno d'impiantare una gestione (anche politica) nuova. Altro motivo è che se il management locale non s'adeguerà alle moderne tecniche di comunicazione, alla ripresa del mercato esso si troverà spiazzato ed arretrato rispetto alle nuove strategie e regolamentazioni emerse. Insomma, proprio questo momento di crisi, può essere l’occasione per ‘i foggiani’ d’attrezzarsi per una comunicazione nuova, che riorganizzi e valorizzi le risorse umane ed oggettive locali. gma

martedì 24 novembre 2009

TRANSUMANZA IN TERRA DI CAPITANATA


la Capitanata, terra di transumanza.


La transumanza è il trasferimento delle greggi da un territorio all’altro, in periodi stagionali precisi. Prima del freddo dell’inverno, dalle zone collinari e montane verso le pianure. All’inizio dell’estate, dai pascoli di pianura, che cominciano ad inaridirsi per il caldo, verso quelli montani, già ricchi d’erba.

Questa prassi apporta notevoli vantaggi ai produttori zootecnici, i quali ricavano quantità maggiori di prodotti alimentari, superiori per qualità.

Gli animali, cambiando pascolo mantengono un’alimentazione d’elevato valore nutritivo ed uno stato di salute migliore, dovuto sia all'attività fisica degli spostamenti sia ai fattori ambientali climatici.

Al giorno d'oggi, in Italia, la transumanza è praticata soltanto in limitate zone: in alcune località alpine e prealpine della Valle d'Aosta, del Piemonte, dell'Altopiano di Asiago e dell'Alto Adige, nonché nelle zone appenniniche del Molise e dell'Abruzzo in direzione del Tavoliere delle Puglie in provincia di Foggia.

La storia della Capitanata, incrocio di importanti vie di comunicazione, è legata alla pratica della transumanza.



A Foggia era istituita la Dogana delle pecore, un'antica istituzione Aragonese (1447-1806), il cui nome esatto era: "Regia Dogana della Mena delle Pecore".

La dogana regolamentava il settore agricolo e l'allevamento nel Tavoliere delle Puglie e fissava la riscossione dei tributi dovuti per il passaggio e il pascolo, dai pastori i cui armenti svernavano in Puglia. La Dogana rappresentò, sotto gli aragonesi, la principale fonte di introiti del Regno di Napoli.

I proprietari delle greggi dell'Abruzzo, del Molise, attraverso la fitta rete di tratturi e tratturelli conducevano, nelle stagioni invernali, il proprio bestiame nelle "locazioni" del Tavoliere delle Puglie. Le locazioni erano i "pascoli fiscali" ossia grandi aree destinate a pascolo dietro pagamento della "fida" (ossia il prezzo degli erbaggi consumati) da parte dei "Locati" (proprietari dei greggi). Il fenomeno storico della Transumanza, ha interessato per lunghissimi anni le nostre pianure di Capitanata.

I pastori percorrevano l’Abruzzo e il Molise per giungere alle nostre pianure: il Tavoliere delle Puglie su cui trova ubicazione la città di Foggia.

Sono parecchie le vie della transumanza chiamate Tratturi, delle vere e proprie reti di larghe vie erbose regolamentate per il tragitto dei transumanti. Larghi circa 111 merti, i tratturi si snodavano dalle terre più interne dell’Abruzzo fino al Tavoliere delle Puglie. Queste vie della transumanza seguivano itinerari fissati dall’uso nei millenni e che, durante gli anni della dominazione aragonese, furono rigidamente protetti da leggi.

Tre sono i tratturi più lunghi dell’Italia meridionale e che giungevano in Capitanata:

• Regio Tratturo L’Aquila Foggia, con i suoi 244 km.

• Regio Tratturo Val di Sangro Foggia lungo oltre 220 km

• Regio Tratturo Pescasseroli Candela (FG), che conta 211 km


La Transumanza i Tratturi elementi per comprendere l’origine e lo sviluppo della Comunità di Capitanata.

Il soggiorno dei pastori nel Tavoliere terminava con la tosa delle pecore e con il mercato dei prodotti in esuberanza rispetto alle esigenze del gruppo familiare produttore. Insomma è l’anticipazione di quella che poi diventerà la Fiera di Foggia. In questa Esposizione Provinciale Zootecnica si commercializzava tutta la produzione ovina: carne, formaggio, lana, pelli. Inoltre, gli ultimi giorni del periodo di transumanza, diventarono occasione annuale per i locati dell'Università dei padroni delle greggi di riunirsi in assemblea per discutere di problemi comuni, per eleggere i deputati che dovevano gestire i loro interessi. Questa Università era una specie di Parlamento che rappresentava sia i grossi che i piccoli allevatori.


Quella sull’Identità della popolazione è la domanda più importante ed appassionante che dovrebbe porsi ogni cittadino, riguardo alla comunità organizzata e civile di cui è parte costituente. In pratica occorre chiedersi: Qual è l’origine della mia gente? E’ quella mentalità che muove ed influisce ancora sui miei comportamenti odierni, su quelli dei concittadini? Saperne è elemento essenziale, di base, per un sapere individuale, sia pure ridotto alla convivenza quotidiana.

Che era la gente di Capitanata? Quali furono le genti che si trovarono per convivenza a partecipare alla costituzione di quel nucleo sociale? Finendo per integrarsi in quella struttura organizzata e civile? Quali furono gli interessi di base che ne mossero lo sviluppo? Quali, tra gli elementi fondanti delle Comunità della Capitanata, trovarono uno sviluppo ordinato? Essi riuscirono a prodursi secondo le aspirazioni e le capacità di quella popolazione?

Dunque, per avere ben chiara cosa sia stata la Transumanza, per le nostre terre del Tavoliere, possiamo figurarci le migliaia e migliaia di persone che periodicamente venivano ad abitare, per mesi, in Capitanata. Famiglie intere di pastori e d’allevatori si spostavano ogni anno dalle loro terre d’origine montana: l’Abruzzo ed il Molise. In un periodo fisso: dal mese d’ottobre, sino al maggio dell’anno successivo. Allora il nostro ambiente territoriale viveva una realtà abitativa complessa, un clima molto da fiera, da mercato, affaristico. Perché alle genti di transumanza se n’aggiungevano altre, provenienti da tutt’Italia: mercanti di bestie e di prodotti alimentari; venditori d’ogni genere, sempre presenti nei luoghi dove si concentra e circola il denaro. Per precisione, si sa che tanti erano i venditori d’oro e di preziosi e di tessuti che confluivano in questo nostro territorio. A tal punto c’è più facile comprendere come, lungo il percorso di quei tratturi della Transumanza, col tempo, s’andavano formando locande di ristoro, poi negozi, poi case, sino ad originare centri abitativi, sia pure piccoli. Quei tratturi, il loro percorso, hanno suturato due mondi: quello montano abruzzese e quello del Tavoliere pugliese; geograficamente e culturalmente diversi. Originando una comunità in cui la necessità della convivenza combinava tradizioni e caratteri differenti, spesso in iniziale, spontaneo contrasto, a causa d’interessi disuguali, diversi anche per i modi con cui essi erano trattati. Ma poi, altrettanto naturalmente, col tempo, queste diversità si composero in una socialità nuova. Anche perché ai tempi della dominazione Aragonese, vigevano leggi ben precise e ferme per le popolazioni e per le loro attività. La stessa popolazione pastorizia, il cui carattere era molto liberale, a causa del transumare in luoghi diversi, il che esigeva doti spicce d’integrazione e d’adattamento con gente diversa, viveva sotto leggi ben precise e dalle conseguenze immediate. Anche perché, a quei tempi, l’autorità trovava applicazione pronta nella comunità e nelle famiglie, per opera dei suoi membri più autorevoli. Perciò la narrazione diffusa di un contrasto feroce tra la società pastorizia e agricola, in quel di Capitanata, ha una sua storia, per caratteri territoriali ed umani molto differente da quelle d’altre regioni italiane in cui la transumanza avveniva. In definitiva, la gente di Capitanata che ne risultò, aveva compreso i vantaggi economici e sociali legati alla funzionalità reciproca dell’agricoltura locale con la pastorizia transumante.

Ebbene, sì, noi gente di Capitanata discendiamo da quei pastori transumanti, e da quegli agricoltori locali. Per cui una buona ricerca sull’antropologia concernente quelle comunità, sarebbe utile, per spiegare chi siamo, alcuni aspetti del nostro carattere, l’anima profonda del nostro urbanesimo. gma


















sabato 7 novembre 2009

FOGGIA: GRANDI PAROLE DI PICCOLI UOMINI

GRANDI PAROLE DI PICCOLI UOMINI.
Come confondere il degrado di Foggia.


''CITTA' DI FOGGIA: DEGRADO MORALE E MATERIALE, COME ARGINARLO ?''

E’ l’annuncio dell’ennesimo cenacolo che si tiene a Foggia, al lume delle solite candele, prestate da Provincia di Foggia, Comune di Foggia, Camera di Commercio di Foggia. Sul tavolo la solita cultura precotta, spiccia e formal-generalizzata, che sanno cucinare bene i soliti parolai delle istituzioni locali, tant’è che il pubblico presente è quello dei pochi, dei soliti frequentatori. Peraltro, come titola il manifesto, il tema in trattazione, non è nuovo, visto che esso s’interroga su come arginare il deterioramento dei fattori morali ed economici, che soffre la Città di Foggia.

La manifestazione è organizzata da una certa Associazione Qualità della Vita di Foggia, il cui presidente è l’avv. Luigi Miranda. Messa da parte la diffidenza che nutriamo verso la massa d’associazioni d’ogni genere che proliferano nella nostra Città, in mezzo al degrado morale che vive malamente la popolazione foggiana, siamo andati a documentarci su questa Associazione Qualità della Vita: http://aqvpuglia.it/foggia oppure http://www.luigimiranda.it/ .

L’AQV si autodefinisce “consesso improntato sul volontariato intellettuale, ove soggetti espressione delle diverse categorie professionali dedicano la propria scienza ed il proprio tempo per la progettazione e realizzazione di manifestazioni ed iniziative volte al miglioramento della realtà in cui viviamo”. Per non discutere su questo consesso di volontariato intellettuale, di scienza individuale, diciamo solo che la politica attuale non ha in sé volontariato, specie se di carattere intellettuale, ma evidentemente ha sempre meno dignità di misurarsi attraverso i propri atti. Non dimentichiamo che il degrado morale e materiale di qualsiasi centro urbano è il risultato di una politica di rango basso, scarsa di potenzialità umane come il cervello, l'onestà e la capacità di fare.

Così non ci incoraggiano i nomi dei partecipanti a questa iniziativa, che, nel modo di presentazione tipico dell’AQV, “si inserisce nell’ambito del progetto di promozione della qualità della vita della nostra città, ormai vessata da continue emergenze e situazioni di assoluta criticità tanto da determinare un notevole decremento della qualità della vita”.

I partecipanti al convegno ''CITTA' DI FOGGIA: DEGRADO MORALE E MATERIALE, COME ARGINARLO ?'' sono:

-Ing. Eliseo Zanasi, Presidente della Camera di Commercio di Foggia;
-Ing. Gianni Mongelli, Sindaco di Foggia;
-On. Antonio Pepe, Presidente Provincia di Foggia;
-Dott. Raffaele Piemontese, Presidente Consiglio Comunale di Foggia;
-Avv. Luigi Miranda, Presidente AQV Foggia;
-Monsignor F. Pio Tamburrino, Arcivescovo di Foggia-Bovino;
-Dott. Giuseppe Mammana, Docente di Psicologia del benessere organizzativo Università di Foggia;
-Dott.ssa Luciana Colopi, Questura di Foggia.

Insomma, i “megghie megghie” delle istituzioni foggiane, per spiegare come la popolazione di Foggia, si posizioni a vivere una vita urbana di qualità, recuperando durante questo cammino la morale della giusta convivenza.

Così ci immaginiamo che sia stato, quel 5 novembre 2009, ore 18.00, Sala Azzurra della Camera di Commercio di Foggia, Via Dante Alighieri 27. Perché a tutt’oggi, e datiamo 9 novembre, non si trova traccia di questo convegno culturale, sulle sorti di una Foggia virtuosa e qualitativa. Neppure l’ampia partecipazione di pubblico, neppure la presenza di relatori certo conosciuti e degni di consenso, neppure la partecipazione dei presunti intellettuali dell’AQV, ha lasciato traccia alcuna. Che dire, abbiamo ricercato sui notiziari Radio e TV, sui giornali locali, negli uffici stampa di Provincia, Comune, Camera di Commercio…Niente di niente. Questo convegno avrà dato origine ad atti, a comunicati per la stampa… Ci portiamo nei segnati web dell’AQV e di Miranda, certi che almeno la parte organizzatrice di questo convegno, avrà dedicato quattro parole per dire o abbozzare un esito dello stesso. Silenzio, silenzio, silenzio. Il che non è detto che sia un male. Su argomenti importanti, quale è senz’altro quello del recupero della qualità della vita urbana nella nostra Città, non servono paroloni di piccoli uomini. Servono fatti piccoli, fatti, fatti continui, lungo la linea tracciata di un chiaro piano di rivalutazione della società foggiana e della realtà urbana che più le si adatta. gma


QUALITÀ DELLA VITA URBANA



FOGGIA E LE GRANDI PAROLE
QUALITÀ DELLA VITA URBANA


Niente sofismi su una espressione tanto generica. Oggettivamente, la qualità della vita di una popolazione e della città in cui la stessa è insediata, si riduce ad uno strumento: un indicatore d’insieme economico e sociale; un sistema di misurazione, col quale si valutano i bisogni dei cittadini, all’interno dei microfenomeni (fatti concreti) che stimolano la situazione urbana: la società insediata, il luogo abitato.
E’ un tema in cui non vale impegnarci a livello teorico o della sua definizione.
Noi vogliamo piuttosto capire quali condizioni e modi di vivere si sono sviluppati
nell’area urbanistica di Foggia. Se essi consentono di condurre una vita serena e soddisfacente, in linea con le potenzialità umane residenti. E se sono attuabili, condizioni migliori di vita, che la comunità residente può realizzare.
La valutazione tra i servizi urbani che il popolo foggiano ha a disposizione e quelli che invece gli necessitano, per non cadere in stato di conflitto sociale, guiderà questo nostro percorso-indagine. Alla fine, contiamo di avere individuato le condizioni di vita migliore, realizzabili negli anni futuri, in modo condiviso dai cittadini foggiani.
Siccome la soluzione finale della nostra analisi, propone il miglioramento della vita urbana dei cittadini foggiani, riteniamo utile il ricorso ad una metodologia che sintetizzi tale studio. Cominciamo con l’abbozzare uno schema programmatico, che ne tratteggi lo sviluppo lungo un arco temporaneo definibile. Settori della trattazione potrebbero essere i seguenti:
-Le materie che influiscono sull’evoluzione della sociologia urbana, in direzione di una vita qualitativa. Come ad esempio: la geografia, l’architettura, l’ingegneria, l’ecologia e l’urbanistica.
-Il tema delle mutazioni sociali che, oggigiorno, minacciano la qualità della vita urbana.
-Il concetto di sostenibilità urbana e come esso sia inevitabilmente connesso alla qualità sociale di vita nelle città.
-Infine, il sistema produttivo territoriale. Al quale è necessario applicare le idee guida utili per fare risultare un riequilibrio dell’effetto urbano e della vivibilità nelle aree urbane.
L’attuazione del concetto di qualità della vita è legato alle potenzialità umane, alla voglia di operare e di creare della comunità. E richiede un sistema di governo efficiente del territorio, capace di cambiare in meglio le esigenze della popolazione: mobilità, benessere e disagio sociale, economia, servizi, turismo, ambiente, criminalità , istruzione e formazione, sanità.
Una vita urbana qualitativa richiede uno sviluppo umano equilibrato. Occorre equilibrare le capacità ed i bisogni della comunità (in settori quali salute, conoscenza, professionalità, lavoro), con la creazione sul territorio di servizi funzionali e di sostegno alla produzione, al tempo libero, alla cultura, alla socialità.

Il cittadino deve poter disporre di un efficace sistema urbano, che sincronizzi il tempo della comunità con quello individuale. Il tempo del lavoro, dello spostamento, della socializzazione, del tempo libero, devono essere sincronizzati e dimensionati con quelli di cui il cittadino ha bisogno, in modo da consentirgli, nella valutazione delle capacità individuali, di svolgere le proprie funzioni lavorative e sociali, nel tempo programmato e con la capacità necessaria. Se l’ambiente urbano, presenta contraddizioni a tale riguardo, diventa anche teatro di conflitti. Se le risorse urbane a disposizione dei cittadini sono insufficienti, coloro che hanno difficoltà nel loro utilizzo, instaurano con la città rapporti conflittuali. Si origina in definiva un evidente scadimento della qualità della vita urbana.
Qualità della città significa in primo luogo una struttura urba
na coerente. Le strutture edificate, gli spazi liberi, devono equilibrarsi con le esigenze di vita urbana dei residenti. Fattori di identità sono i centri storici e i grandi complessi monumentali, il paesaggio, i luoghi della cultura e dello spettacolo, i servizi urbani e territoriali. Il rapporto abitazione-attrezzature-servizi è centrale. La pratica della suddivisione del territorio per parti funzionalmente omogenee, e la corrispondenza quantitativa dei servizi, è oggi uno dei fattori principali della qualità della vita urbana.
Secondo i citt
adini italiani, le più importanti condizioni del vivere urbano di qualità, le priorità che assicurano alla popolazione standard di vita adeguati, sono i seguenti: Sicurezza e lotta alla criminalità. La capacità di offrire lavoro. Politiche di mobilità. La valutazione ambientale. Il tempo libero. La trasparenza amministrativa.

Una città deve essere un'abile pensatrice (idee), una buona creatrice (competenza) e un'abile commerciante (rete di mercati). L'interazione di questi tre elementi dimostra che le buone città vanno non solo progettate ma gestite secondo le necessità della popolazione. E’ con questa visione che si va ad agire sul territorio urbano: per migliorarne le condizioni insediative, per riqualificare gli ambiti degradati (a livello materiale e/o sociale), per migliorare le condizioni di viabilità e localizzare le attività funzionali e produttive.
Idee, creatività, abilità di gestione e di controllo di una città, sono tutti elementi che richiedono l’attività dell’uomo, della comunità, dei suoi apparati organizzativi, p
olitici e istituzionali.

A Foggia basterebbe partire da un Piano strategico di Città. Serve l’impianto di un minimo sistema urbano, purché esso stabilisca l’equilibrio tra l'uomo e la città, tra ambiente costruito e le aspirazioni cittadine. Una condizione oggi irreale se i nostri concittadini spesso fanno della maleducazione e della trasgressione alle regole di convivenza uno stile di vita: rifiuti abbandonati fuori dai cassonetti, vandalismo, volgarità diffusa, guida prepotente, cani senza guinzaglio, parcheggi abusivi e quant’altro.
In questa prospettiva è necessaria una straordinaria operazione culturale, finalizzata alla maturazione di una coscienza civile, attorno a valori
condivisi e a regole inderogabili di convivenza.
Un’inedita operazione di così grande respiro politico postula necessariamente, al fine stesso della sua riuscita, la sollecitazione e la mobilitazione convergente della comunità cittadina in tutte le sue componenti e articolazioni strutturali, a partire dal mondo della cultura e della scuola, dal mondo economico-produttivo, imprenditoriale e del lavoro, dal mondo cattolico e del volontariato.

Su questo si misura la capacità o il fallimento della classe dirigente foggiana: dei dirigenti l’economia, il lavoro, lo studio, il vivere civile, nella politica e nelle istituzioni. Se si vuole arricchire ancora il volto e l’anima di Foggia. Qui l’Università ha un ruolo importante. Un’università di Foggia, valorizzata dalla sua attività di ricerca, condotta sul e con il territorio, in campo economico-sociale, scientifico e ambientale. Un’università che, grazie al suo apporto strategico in progetti, diventa un attore anch’esso strategico non solo per la formazione e “l’educazione civica”, ma anche per lo sviluppo complessivo della società di Foggia.

Diciamolo chiaramente. La città di Foggia non ha mai avuto un piano di sviluppo urbano e sociale, sincronizzato con gli aspetti del territorio e con le aspirazioni, con le esigenze di vita coabitativa della stessa società. Un cenno veloce andrebbe al piano regolatore concepito dallo Studio Benevolo nel 1990. Riportiamo di esso le note esplicative, così come furono estese dal progettatore stesso:

Il contesto territoriale di riferimento”

Foggia sorge al centro della Daunia, a circa otto chilometri dalla sepolta città di Arpi, ed è la capitale naturale di un grande territorio – la provincia, che è in realtà una sub-regione ben caratterizzata – comprendente la vasta pianura ondulata e sua corona di alture circostanti, dall’Appennino al Gargano. La popolazione è di 163.000 abitanti, mentre il territorio comunale è esteso per 511,35 kmq.

Le caratteristiche principali di progetto

La variante generale si propone di intervenire secondo una duplice linea di azione:

- Studiare e disciplinare in scala territoriale il vasto territorio del comune di Foggia, dove si sovrappongono in maniera non sempre coerente:

a) un quadro geografico di fondo, di spiccata individualità, ritagliato nella conca della Capitanata;

b) le tracce del passato remoto e prossimo; cioè la rete degli insediamenti primitivi, la rete più recente formata dal capoluogo, dalle masserie e dalla raggiera dei tratturi.

c) le funzioni e i manufatti moderni, cioè la maglia delle vie di comunicazione moderna, strade e ferrovie, in parte ricalcata sulla precedente; i nuovi insediamenti aggiunti: coltivazioni e perimetrazioni agricole, impianti industriali, borgate, quartieri periferici e servizi della città contemporanea.

- Prendere in carico l’organismo del capoluogo, che si trova in un momento speciale del suo sviluppo. La popolazione è quasi stabilizzata; il corpo edilizio sta ancora crescendo, ma in circostanze che fanno intravedere una sua stabilizzazione nell’arco di tempo in cui vigerà il nuovo piano, cioè i prossimi quindici anni. In questa prospettiva diventa possibile correggere i difetti della crescita passata e puntare a un miglioramento qualitativo, per il quale ancora esistono ampi margini.

Gli interventi più significativi del piano hanno riguardato i tessuti storici, con l’elaborazione di una disciplina di livello particolareggiato e il settore residenziale, con la progettazione di un grande piano di zona ex lege 167/62.

Il Piano è stato adottato dal Consiglio Comunale il 6 novembre 1992 e approvato dalla Giunta Regionale il 20 luglio 2001.’

L’epoca al quale risale detto piano, la sua articolazione, confermano come questo strumento servisse alla politica di taglio basso del luogo, alla amministrazione comunale, ai voraci costruttori del posto, per fare soldi. Ancor oggi esso rimane la gogna alla quale è legato lo sviluppo urbanistico di Foggia. Forse anche per il fatto che l’Urbanistica, qui a Foggia, è solo un nome. Lo conferma la vista di ampie zone cittadine, di fattura post bellica se non anteriore, mai recuperate negli anni a seguire. Lo conferma il modo di edificare, di una edilizia senza anima, legata all’esclusivo interesse dei ‘fabbricatori’: palazzi messi qua e là, sulla disponibilità di terreni speculabili e speculati. Del tutto assente in questa edilizia, diffusa a mò di gramigna, fu l’Architettura, nei suoi aspetti elementari, della tecnica e dell’estetica, figurarsi poi in quelli organici dell’equilibrio tra le esigenze urbanistiche e naturali della popolazione foggiana. gma